Dove sono andate per portare una petizione contro il riscaldamento globale e per la protezione dei migranti climatici.
Fridays for future, la protesta contro le banche è ispirata alla Casa di carta
Con le tute e le maschere di Dalí, come nella Casa di carta, gli attivisti di Fridays for future si sono schierati di fronte alle banche che si ostinano a finanziare i combustibili fossili.
Da La casa di carta a “La casa è in fiamme”. Per gli attivisti di Fridays for future Italia era troppo ghiotto il paragone con la serie cult di Netflix, che vede come protagonista una banda di rapinatori che fa irruzione nella zecca di Stato col volto coperto dalle maschere di Dalí. Venerdì 19 luglio, data di uscita della terza stagione, in dieci città italiane gli attivisti hanno preso in prestito tute e maschere per un sit-in pacifico di fronte alle sedi delle grandi banche, colpevoli di finanziare (ancora) petrolio e carbone.
Venerdì 19 luglio i fan di tutto il mondo aspetteranno l’uscita della nuova stagione de #LaCasadiCarta. Ma il colpo, stavolta, lo facciamo noi. Per ora è tutto, il resto lo scoprirai nei prossimi giorni. Tieniti pronto.
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-4#lacasaèinfiamme ? pic.twitter.com/G1O7XLpaEl— Fridays For Future Italia (@fffitalia) July 15, 2019
Miliardi a pioggia per carbone e petrolio
Gli attivisti citano i numeri, clamorosi, contenuti nel report Banking on climate change 2019: a partire dall’adozione dell’Accordo di Parigi sul clima, le trenta maggiori banche globali hanno investito più di 1.700 miliardi di euro nei combustibili fossili. Cioè nelle fonti che contribuiscono al riscaldamento globale, sono causa di tensioni geopolitiche e ci tengono ancorati a un modello di sviluppo insostenibile.
“Sappiamo benissimo chi sono i ladri del nostro futuro e chi i loro complici. Non gli permetteremo di continuare ad estrarre gas, petrolio e carbone, alterando il clima globale e mettendo in pericoli enormi porzioni dell’umanità. Evidentemente non hanno figli da guardare in faccia quando tornano a casa la sera”, si legge nel comunicato pubblicato da Fridays for future Italia su Facebook.
Le più grandi #banche del mondo, nel silenzio dei media, continuano a finanziare i combustibili fossili. Non possiamo più restare guardare. Sii parte della resistenza. Firma la nostra petizione ▶ https://t.co/g63pjE5tVi
— Fridays For Future Italia (@fffitalia) July 15, 2019
“La casa è in fiamme”
Questo il tema della protesta che è andata in scena a Roma, Pisa, Brescia, Sassari, Forlì, Sassuolo, Palermo, Pordenone e altre città. I manifestanti si sono schierati a decine davanti alle filiali, mostrando striscioni e scandendo slogan che chiedono alle banche di assumersi le proprie responsabilità e dare una svolta alle proprie politiche di investimento.
Nel frattempo Greta Thunberg era a Berlino, a tenere un discorso di fronte alla folla riunita per il 48° sciopero scolastico del venerdì (che “d’estate non va in vacanza” così come la crisi climatica, ribadisce la giovane).
Le proteste contro le banche svizzere
È stato un mese di luglio decisamente caldo per gli istituti di credito, messi sempre più nel mirino dagli ambientalisti. All’inizio del mese era stato il turno della Svizzera, dove le filiali erano state bloccate da cumuli di carbone, piante, rami secchi e biciclette. Anche all’epoca – come in Italia – il sit-in era stato pacifico, ma le forze dell’ordine hanno scelto la linea dura, arrestando circa ottanta persone. Un manifestante statunitense è stato espulso dal paese per tre anni e la stessa sorte è toccata a un austriaco, ma “solo” per un anno. Non sono mancate le multe per Collective Climate Justice e Fridays for future Basilea, che hanno ideato e condotto la protesta. Già diverse persone hanno annunciato la loro intenzione di rivalersi in tribunale per quella che appare loro come una punizione eccessiva.
Immagine in apertura © Fridays for future Italia
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