Sette idee per vivere l’atmosfera natalizia tra lo shopping nei mercatini, passeggiate in borghi vestiti a festa e mirabili opere d’arte.
Quattro mete per una gita invernale nel Friuli più selvaggio
Gli alloggi itineranti di Friland danno la possibilità di immergersi nella natura del Friuli, affascinante e ricca di sorprese anche d’inverno.
Quello del Friuli è un territorio ancora poco esplorato che regala paesaggi naturali mozzafiato in tutte le stagioni, oltre a un incredibile patrimonio storico, culturale ed enogastronomico. E per viverlo in maniera ancora più autentica, immergendosi nella sua natura (anche quella più selvaggia), il consiglio è quello di soggiornare in uno degli alloggi itineranti di Friland, startup nata proprio in Friuli-Venezia Giulia e che si sta espandendo anche in Veneto e Lombardia, proponendo “stanze con vista” indipendenti, sostenibili e posizionate in luoghi isolati e ad alto valore paesaggistico.
Quattro mete da visitare d’inverno in Friuli
Laghi di Fusine
Non lasciatevi scoraggiare dal fatto che vengano annoverati tra i luoghi più freddi d’Italia: i laghi di Fusine, nel territorio di Tarvisio, a pochi chilometri dal confine con la Slovenia, sono splendidi in tutte le stagioni, ma d’inverno danno il meglio di sé. Questi due bacini di origine glaciale, situati a poca distanza uno dall’altro e collegati tra loro da un sistema sotterraneo, sotto l’incantesimo di ghiaccio e neve si trasformano in un luogo fiabesco. Immersi in una foresta millenaria di abeti rossi, abeti bianchi e faggi, e dominati dall’imponente sagoma del monte Mangart, i laghi di Fusine restano una meta imperdibile per chi visita queste zone anche nelle altre stagioni: se in autunno e primavera sulla loro superficie limpida si rispecchiano tutti i colori della natura, d’estate le acque color smeraldo diventano un ambito rifugio dalla calura.
Questa zona, com’è intuibile, è un paradiso per chi ama le passeggiate. La dorsale delle Ponze e il Masso Pirona sono perfetti per escursionisti e arrampicatori esperti, mentre chi preferisce godersi il paesaggio con più tranquillità da qui può facilmente raggiungere il rifugio Zacchi che, con i suoi 1.380 metri d’altezza, domina la zona lacustre ed è il luogo ideale in cui rifocillarsi con qualche leccornia locale.
Da qui si può scegliere di visitare la vicina Tarvisio, caratteristica località cosmopolita che, grazie alla sua posizione di confine tra Italia, Slovenia e Austria, si rivela un crocevia di lingue e cultura, anche culinaria. La gastronomia locale enumera specialità friulane, carinziane e slovene, come gulasch, paste ripiene di erbe di montagna, selvaggina e l’amatissimo frico, una sorta di frittata di formaggio e patate, croccante fuori e morbida dentro. Tarvisio è anche meta di turismo culturale e religioso, grazie al suggestivo Santuario della Madonna del Lussari.
Soprattutto, ogni angolo di questa terra è una celebrazione della vita all’aria aperta, con uno scenario alpino che in inverno offre straordinarie opportunità di praticare sport inverali. Tarvisio infatti è uno dei più importanti poli sciistici del Friuli-Venezia Giulia, grazie a discese come la Di Prampero che parte dalla vetta del Monte Lussari. Ed è anche teatro di attività invernali un po’ meno usuali, come il rugby sulla neve e il mushing-sleddog che regala l’opportunità di condurre una slitta trainata da siberian husky lungo gli scenari innevati della zona.
E per rendere il vostro soggiorno ancora più speciale, il consiglio è quello di soggiornare negli alloggi Friland posizionati nei dintorni di Fusine: qui potete ammirare l’alba e il tramonto ammirando la vista panoramica sui monti Mangart e Lussari e sentirvi veramente parte integrante (e sostenibile) di questi incredibili paesaggi.
Valli del Natisone
Anch’esse vicine al confine con la Slovenia, le valli del Natisone, nella zona di Cividale, si trovano nella parte più orientale del Friuli-Venezia Giulia. Ideali per chi vuole staccare dalla routine e immergersi nella natura, sono caratterizzate dal percorso del fiume omonimo, ruscelli, cascate, grotte, torrenti e dai rilievi prealpini come il monte Nero, il monte Canin e il monte Matajur, con strade panoramiche che offrono numerose possibilità di escursioni a piedi e in mountain-bike.
Un facile e piacevole percorso di slow trek adatto a tutti è quello che porta fino alle cascate Kot, nel comune di San Leonardo. Si tratta di due piccole cascatelle, la principale alta circa 12 metri, tra le quali si trova una grotta, detta Star Čedad, ovvero Vecchia Cividale. Secondo una leggenda, infatti, Cividale del Friuli fu inizialmente fondata qui, prima che una violenta piena la spostasse nell’attuale posizione. Questa non è però l’unica leggenda che si racconta in questa valle puntellata da antri e grotte: secondo la tradizione locale, qui si rifugiano infatti le Krivapete, streghe con i piedi ritorti, grandi conoscitrici della natura e delle virtù delle erbe.
Le valli del Natisone offrono spunti interessanti anche dal punto di vista culturale, esternati in tradizioni peculiari che vanno dall’architettura popolare fino alla gastronomia. Sono luoghi ricchi di storia: da quella più moderna e purtroppo tragica, come i resti di strade militari e linee difensive utilizzate nella prima guerra mondiale, a quella più antica, tra ruderi di castelli e fortezze medievali, chiesette votive risalenti ai secoli XV e XVI disseminate su tutto il territorio e insediamenti romani. Un esempio lampante di questa stratificazione storico temporale è la grotta-chiesa di San Giovanni d’Antro, un incredibile connubio di archeologia, arte, fede e mitologia incastonato nella falesia. Figlia delle piogge carsiche, che in migliaia di anni hanno scavato un labirinto di oltre 5 chilometri, la grotta, in parte ancora oggi inesplorata, fu abitata prima dagli orsi, poi dagli uomini preistorici, fu una fortezza romana e in seguito luogo di culto bizantino. Oggi custodisce tesori artistici come la “loggetta longobarda”, un altare barocco e una chiesa rupestre tardo gotica, con scritte e affreschi che rimandano misteriosamente a celti e templari.
Infine, tra le tante attrattive, come dimenticare la vasta produzione enologica dei colli orientali del Friuli che vede in vini autoctoni come lo Schioppettino, il Picolit e il Verduzzo la sua massima espressione. Insomma, se siete alla ricerca di un’esperienza totalizzante, immersa in un contesto naturale e storico unico al mondo, le valli del Natisone sono la meta che fa per voi, ancor di più se scegliete di soggiornare nella stanza autosufficiente di Friland posizionata nei prati di Tribil.
Sauris
Spostiamoci di un centinaio di chilometri per esplorare la zona intorno a Sauris, situata tra le montagne dell’Alta Carnia, quasi al confine tra Italia e Austria. È una destinazione affascinante che regala una natura composta da foreste, prati e malghe, oltre a piccoli borghi curati con devozione e amore. Il villaggio di Sauris Zahre, situato a un’altezza che va tra i 1.000 e i 1.400 metri, è diviso in diverse frazioni e nel 2022 è stata nominato Best tourism villages dall’Organizzazione mondiale del turismo delle Nazioni Unite (Unwto), in quanto luogo in cui il turismo preserva le tradizioni e la cultura locale, salvaguardando ambiente e biodiversità. La conca di Sauris, in effetti, racchiude un coeso mosaico paesaggistico che nel corso degli anni è stato plasmato sia dalla natura, sia dalla mano dell’uomo: fitte distese boschive si alternano a terrazzi alluvionali che ospitano prati e pascoli e a massicci rocciosi come quello del Bivera, del Tiarfin e del Pieltinis, mentre i tanti ruscelli e torrenti confluiscono nel lago artificiale che costituisce una delle maggior attrattive turistiche della zona.
Questo specchio verde circondato da monti possenti, che dà il benvenuto ai visitatori poco prima di entrare in paese, si è formato in seguito alla costruzione, nel 1941, di una grossa diga sul torrente Lumiei. Anche qui ogni stagione lascia la sua colorata e affascinante impronta sul paesaggio, ma chi decide di visitare il lago di Sauris d’inverno non può far altro che restare incantato dal silenzio candido che circonda la sua superficie ghiacciata e dalla luce fredda che abbraccia ogni cosa.
Ma torniamo con i piedi per terra, anzi nella neve, perché nella stagione fredda Sauris è anche la destinazione ideale per sciare in tutta tranquillità, su belle piste innevate e mai particolarmente affollate. Ci sono anche percorsi dove praticare sci d’alpinismo o nordic walking, piste per il pattinaggio su ghiaccio, e i più romantici possono addirittura scegliere di vivere un’esperienza da film su una slitta trainata da cavalli. Chi alla poesia preferisce le emozioni forti, invece, non può esimersi dal provare la Zipline Sauris, costituita da tre tratti mozzafiato, di cui uno sorvola il lago, con un volo di più di mille metri sospeso sopra le sue acque cristalline, intervallati da tragitti a piedi.
Dopo tutto questa attività fisica all’aria aperta, impossibile non rifocillarsi con le specialità gastronomiche locali, come i formaggi di malga e i deliziosi frutti di bosco. La Carnia, infatti, circondata com’è da lussureggianti boschi dal fertile sottobosco, in estate si ritrova punteggiata di mirtilli, lamponi, fragoline e more che espandono ovunque il loro dolce sentore. La zona intorno a Sauris, in particolare, è l’ideale per fare escursioni e raccogliere questi piccoli tesori della natura. Friland non poteva perdere l’occasione di posizionare uno dei suoi alloggi anche qui.
Plan di Coces
Spostandoci circa 50 chilometri più a ovest incontriamo Plan di Coces, all’interno del comune di Arta Terme. Tra le attrattive del luogo c’è un bosco bellissimo dove in autunno il foliage regala colori unici e dove si possono fare delle belle camminate, sentendosi avvolti nel silenzio della natura.
Incastonato tra alte montagne, come il Tersadia e Monte Sernio, Plan di Coces è un luogo che regala la possibilità di svolgere diverse attività legate all’acqua, come visitare una forra, ovvero una sorta di canyon compreso tra pareti verticali, creato dall’erosione regressiva dall’acqua, e ritrovare il benessere psicofisico negli stabilimenti termali di Arta. Situata sul fianco della Val di But, a oltre quattrocento metri di altitudine, si trova a una decina di chilometri dal confine austriaco e a una ventina da quello sloveno. Arta Terme, oltre a essere un ottimo punto di partenza per visitare i dintorni e per escursioni fra malghe e rifugi, è una stazione termale che sfrutta gli effetti benefici delle acque ipotermali della fonte Pudia, già apprezzata in epoca romana. Sgorgano alla temperatura di 9 gradi e sono particolarmente ricche di zolfo (il nome della fonte deriva infatti dal latino putens, a sottolineare il caratteristico odore di uova marce), ma anche di solfato, calcio e magnesio.
La principale vocazione delle terme di Arta è quella curativa: le acque che sgorgano qui sono infatti ottime per la cura della pelle e dell’apparato digerente, ma anche per il trattamento di infezioni urinarie, dell’apparato respiratorio e per i disturbi ginecologici e delle vie biliari. Arta Terme combina il fascino della montagna con vantaggi della bassa altitudine e consente di passare un soggiorno all’insegna del benessere ma anche della tradizione enogastronomica friulana: tra i suoi vicoli si possono infatti trovare piccole botteghe artigiane in cui acquistare formaggi di malga, miele, i tipici cjarsòns carnici (una pasta ripiena caratterizzata dal contrasto tra il sapore dolce e quello salato). A livello culturale, nella frazione di Piano d’Arta meritano una visita la chiesa parrocchiale a forma ottagonale, la chiesetta duecentesca di San Nicolò degli Alzeri e quella di Santo spirito a Chiusini, con i suoi affreschi del XV secolo. Anche in questo caso, una stanza di Friland è pronta ad accogliere i suoi prossimi ospiti.
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