Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
La catastrofe di Fukushima costerà 170 miliardi di euro ai contribuenti
La cifra mostruosa per riparare i danni provocati da Fukushima è stata indicata dal governo del Giappone, secondo quanto riportato dai media locali.
Esplodono i costi legati alla catastrofe nucleare di Fukushima. Come riportato dal quotidiano economico Nikkei, infatti, il governo del Giappone ha rivisto per l’ennesima volta al rialzo il dato relativo alle spese che occorrerà sostenere per bonifiche, indennizzi, smaltimento del sito e altre voci. Il conto non sarà inferiore alla cifra mostruosa di 170 miliardi di euro, ovvero quattro volte di più rispetto a quanto annunciato qualche mese dopo l’incidente.
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Sottostimati i costi per indennizzi e decontaminazione
Una stima del 2102, infatti, parlava di 42 miliardi. Mentre già un anno più tardi il dato era stato rivisto a 92 miliardi. C’è da chiedersi, a questo punto, quale sarà davvero, alla fine, il costo totale della catastrofe di Fukushima. Che, trattandosi di denaro pubblico, è pagato di fatto dai contribuenti giapponesi.
Il quotidiano Nikkei spiega che la revisione a 170 miliardi di euro è frutto del fatto che il governo non aveva inizialmente tenuto conto dell’aumento costante del numero di persone che soddisfano i requisiti per poter chiedere un risarcimento danni. Così, se inizialmente erano stati accantonati a tale scopo 5,4 miliardi di euro, oggi si parla di 67 miliardi.
Per smantellare Fukushima ci vorranno 30 o 40 anni
Ma ad essere stati sottostimati sono stati anche i costi legati al lavoro di decontaminazione della centrale, per i quali gli stanziamenti sono raddoppiati rispetto alle prime stime, superando ormai i 40 miliardi. D’altra parte, ricorda il quotidiano ecologista francese Reporterre, nello scorso mese di ottobre il ministro dell’Industria del Giappone aveva ammesso che i costi previsti per lo smantellamento del sito nucleare di Fukushima non sarebbero bastati. Basti pensare che per completare l’immenso lavoro ci vorranno tra 30 e 40 anni (nonostante la leggendaria velocità dei giapponesi…).
Il governo cerca il denaro per finanziare il cantiere
Per finanziare i costi, stando alle indiscrezioni raccolte dal Nikkei, il governo potrebbe decidere di praticare un aumento generalizzato del prezzo dell’energia elettrica. A condizione che ciò possa bastare: la cifra di 170 miliardi è infatti davvero gigantesca. Per rendersene conto, è sufficiente ricordare che la manovra economica prevista per il 2017 dal governo di un paese come l’Italia è di circa 25 miliardi. Per riparare i danni di Fukushima, dunque, servirà qualcosa come l’equivalente di sette leggi finanziarie. Salvo ulteriori revisioni dei costi.
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