La velocità della fusione dei ghiacciai, nella differenza tra due foto in Svizzera

Le foto scattate a 15 anni di distanza davanti al ghiacciaio del Rodano, in Svizzera, parlano da sole. La fusione dei ghiacciai toglie il fiato.

Queste foto, condivise online già migliaia di volte negli ultimi due giorni, sono state scattate e pubblicate su X da Duncan Porter, uno sviluppatore di Bristol. Ritraggono lui e sua moglie Helen davanti al ghiacciaio del Rodano, in Svizzera, in due momenti diversi: nel 2009 e nel 2024, esattamente a quindici anni di distanza. Per la precisione, quindici anni meno un giorno, come puntualizza lo stesso Porter.

La Svizzera ha perso il 10 per cento del suo ghiaccio negli ultimi due anni

Quello che è evidente, e che più colpisce, è ciò che sta alle loro spalle. La differenza della massa di ghiaccio tra i due momenti. Il ritiro dei ghiacciai, con la loro fusione, è una delle conseguenze dirette del riscaldamento globale. E l’Europa, che si sta scaldando di più e più velocemente rispetto alla media globale, sta vedendo il ghiaccio scomparire davanti ai propri occhi. La Svizzera, dove si trova questo ghiacciaio, ha perso un terzo del volume del suo ghiaccio dal 2000, e il 10 per cento solo negli ultimi due anni (il 6 per cento solo nel 2022), che è la stessa quantità che ha perso nel lasso di tempo dal 1960 al 1990. Non a caso sono stati gli anni che hanno registrato record di temperature, con lo zero termico oltre i 5.000 metri nell’estate del 2023. Le Alpi sono un hotspot dei cambiamenti climatici e i ghiacciai rispondono in maniera molto sensibile all’aumento di temperatura, diventando una chiara manifestazione dei loro cambiamenti.

Prendere parte all’azione climatica

“Non mentirò, mi ha fatto piangere”, ha scritto Porter sui suoi social. “Molte persone quando vedono cose del genere si sentono impotenti”, ha poi commentato al quotidiano inglese Guardian. “Ma dalla mia esperienza, c’è tantissimo che possiamo fare”. Porter è infatti parte di un comitato di un gruppo di azione climatica locale, nel sudest dell’Inghilterra. “Non voglio sembrare un moralizzatore, ma per me questo gruppo è un modo bellissimo con cui persone normali possono prendere parte all’azione climatica, anche attraverso ciò che compriamo o chi votiamo, e spingere chi prende le decisioni a un cambiamento di sistema”.

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