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Groenlandia, la fusione da record della calotta glaciale nel 2019 è stata causata da eccezionali condizioni atmosferiche
Temperature elevate e anomale condizioni di alta pressione hanno provocato la fusione di enormi quantità di ghiaccio, causando un repentino aumento del livello del mare.
La calotta glaciale della Groenlandia, la seconda più grande del mondo, sta fondendo molto rapidamente, sette volte più velocemente rispetto agli anni Novanta. Nell’agosto del 2019, in un solo giorno, si sono fuse 11 miliardi di tonnellate di ghiaccio, il più grave episodio nella stagione di recessione dei ghiacci artici.
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Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista The Cryosphere, ha analizzato questa allarmante tendenza e ha evidenziato i rischi causati da un brusco innalzamento del livello del mare.
Perché la Groenlandia si sta sciogliendo
Lo scioglimento della calotta è stato causato dalle temperature straordinariamente elevate che hanno interessato le regioni artiche, ma non solo. La principale causa della fusione da record, secondo i ricercatori, è stata una vasta e persistente area di alta pressione sulla regione. Le condizioni di alta pressione sono durate per 63 dei 92 giorni estivi nel 2019, rispetto a una media di soli 28 giorni tra il 1981 e il 2010.
La fusione dei ghiacci è legata ad una serie di fattori, tra cui la quantità di neve caduta, la capacità di riflettere la luce solare e la nuvolosità. Questi fattori sono stati influenzati dalla persistente zona di alta pressione, che ha provocato cielo sereno, temperature elevate, mancanza di nevicate nella parte meridionale dell’isola e lo spostamento dell’aria umida verso le aree settentrionali della calotta glaciale.
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La prolungata assenza di nuvole nella parte meridionale dell’isola ha fatto sì che una maggiore quantità di luce solare venisse assorbita dai ghiacci, accelerandone la fusione. La mancanza di nuvole ha anche implicato un drastico calo delle precipitazioni nevose, privando la calotta glaciale di circa 50 miliardi di tonnellate di neve. L’assenza di neve ha inoltre esposto alla radiazione solare il ghiaccio più scuro, che riflette meno luce rispetto ad una superficie chiara, come la neve fresca, comportando dunque una maggiore fusione.
A new study published today in @EGU_TC identifies that although 2019 was one of the worst years on record for ice loss in #Greenland, it is not only warmer weather than may have contributed, but unusually clear skies too.
Find out more: https://t.co/KWB802Cvts @earthinstitute pic.twitter.com/3cLgQxgQ9h
— EGU (@EuroGeosciences) April 15, 2020
Il ruolo dei cambiamenti climatici
Gli eventi di scioglimento estremo, come quello verificatosi in Groenlandia nel 2019, stanno diventando sempre più frequenti, esacerbati dai cambiamenti climatici. “In pochi decenni stiamo distruggendo il ghiaccio che è formato nel corso di migliaia di anni – ha dichiarato a Reuters Marco Tedesco, ricercatore della Columbia university di New York e principale autore dello studio -. Quello che accade qui ha enormi implicazioni in ogni altra parte del mondo”.
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Fusione da record
Lo scorso anno la calotta glaciale della Groenlandia ha fatto registrare il suo più grande calo dal 1948, anno in cui sono iniziate le rilevazioni, a causa dello straordinario squilibrio tra nuove nevicate e fusione dei ghiacci.
I modelli climatici utilizzati dall’Ipcc per prevedere lo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento dei mari, hanno avvertito gli autori dello studio, non terrebbe conto di queste insolite condizioni climatiche e meteorologiche, che potrebbero diventare sempre più frequenti. Se così fosse i ghiacci potrebbero fondere ad una velocità doppia rispetto a quella ipotizzata dagli scienziati dell’Ipcc, con gravi conseguenze su scala globale.
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“Questo evento di fusione è un segnale di allarme che ci ricorda che dobbiamo urgentemente cambiare il nostro modo di vivere per limitare il riscaldamento globale, poiché è probabile che le proiezioni dell’Ipcc potrebbero essere troppo ottimistiche per l’Artico”, ha affermato il coautore della ricerca, Xavier Fettweis, dell’università di Liegi.
Cosa succede se si fondono i ghiacci artici
La calotta glaciale della Groenlandia è vasta sette volte l’area del Regno Unito e, in alcuni punti, ha uno spessore di 2-3 chilometri. È composta da così tanta acqua ghiacciata che se si sciogliesse tutta, aumenterebbe il livello del mare fino a 7 metri in tutto il mondo. Le 600 miliardi di tonnellate di ghiaccio fuse nel 2019 hanno provocato un innalzamento del livello globale dei mari di 1,5 millimetri in appena due mesi.
Negli ultimi decenni la Groenlandia ha contribuito al 20-25 per cento dell’innalzamento del livello dei mari. Se le emissioni di carbonio continuano a crescere, ha avvertito Tedesco, questa quota potrebbe salire al 40 per cento circa entro il 2100.
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Le temperature medie nell’Artico sono aumentate di due gradi dalla metà del Diciannovesimo secolo, il doppio della media globale. Il massiccio scioglimento dei ghiacci artici minaccia centinaia di milioni di persone in tutto il mondo e le enormi quantità di acqua dolce che si riverserebbero nei mari altererebbero inoltre la salinità degli oceani, alterandone gli ecosistemi.
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