La nuova edizione del Climate change performance index constata pochi passi avanti, da troppi paesi, per abbandonare le fossili. Italia 43esima.
Per vivere in un mondo più sicuro, dobbiamo pretendere che sia rinnovabile
Dopo l’era del carbone e l’era del petrolio, ora ci stiamo muovendo a velocità sostenuta verso l’era dell’elettricità. Grazie all’energia rinnovabile.
- Con il World energy outlook 2024, l’Iea ha chiarito che il futuro del sistema energetico globale è elettrico. Grazie all’energia rinnovabile.
- Le attuali politiche prevedono una riduzione del 3 per cento delle emissioni di CO2 dal 2022 al 2030, ma secondo l’Iea, la CO2 dovrebbe diminuire del 33 per cento entro il 2030 per allinearsi agli obiettivi climatici.
Il 16 ottobre 2024 è uscito il nuovo World energy outlook dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), il rapporto che probabilmente più di altri offre una panoramica delle scelte che governi e consumatori devono affrontare in un contesto di crescente abbondanza di risorse energetiche, sia rinnovabili che fossili. Con l’aumento della domanda di elettricità, diventa necessario ridefinire il concetto di “sicurezza energetica”: l’energia sostenibile, pulita, rinnovabile è più sicura di quella prodotto a partire dai combustibili fossili. Lo dice la fonte più autorevole di analisi e previsioni energetiche globali.
Le tensioni geopolitiche e i conflitti regionali stanno esponendo le fragilità del sistema energetico globale, evidenziando l’urgenza di politiche più incisive e investimenti significativi per accelerare la transizione verso tecnologie più sicure e pulite. Gli investimenti in progetti di energia pulita hanno raggiunto quasi 2.000 miliardi di dollari l’anno, quasi il doppio dell’importo destinato alle nuove forniture di petrolio, gas e carbone. Ma non basta: se vogliamo limitare l’aumento delle temperature su questo pianeta, dobbiamo smettere di aprire nuovi giacimenti fossili.
Energia rinnovabile: verso l’era dell’elettricità
La sicurezza energetica è diventata una costante nel discorso geopolitico a partire dall’invasione russa dell’Ucraina. Tali sfide geopolitiche saranno una costante, saranno persistenti, dice il rapporto, così come la continua crescita di domanda energetica. Allo stesso tempo, c’è una crescente abbondanza di combustibili e tecnologie: entro la fine del decennio, si prevede un surplus di petrolio e gas naturale liquefatto (gnl), accompagnato da una sovrabbondanza di capacità produttiva in alcune tecnologie pulite, come il fotovoltaico e le batterie. Questo scenario – indica l’Agenzia – potrebbe spingere i prezzi al ribasso, offrendo un sollievo ai consumatori e creando opportunità per i decisori politici di aumentare gli investimenti nella transizione energetica e ridurre i sussidi ai combustibili fossili inefficienti.
Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Iea, ha dichiarato: “Nei precedenti World energy outlook, l’Iea ha chiarito che il futuro del sistema energetico globale sarà elettrico, e oggi questo è sotto gli occhi di tutti. Nella storia dell’energia abbiamo assistito all’era del carbone e a quella del petrolio: ora ci stiamo muovendo velocemente verso l’era dell’elettricità, che definirà il sistema energetico del futuro, sempre più alimentato da fonti pulite”.
Un aspetto cruciale del rapporto è proprio l’accelerazione dell’elettrificazione del sistema energetico globale. Negli ultimi dieci anni, l’uso di elettricità è cresciuto a una velocità doppia rispetto alla domanda energetica complessiva, trainato in larga parte dalla Cina, che da sola ha rappresentato due terzi di questo aumento. L’energia pulita sta entrando nel sistema energetico a un ritmo senza precedenti, con oltre 560 GW di nuova capacità rinnovabile aggiunta nel 2023.
Tuttavia, questa crescita non è uniforme tra tecnologie e Paesi. Come detto, la Cina ha un ruolo chiave in questa transizione: si prevede che, entro i primi anni del 2030, la sola produzione solare cinese supererà l’attuale domanda di elettricità degli Stati Uniti. Inoltre, l’Iea sottolinea che i Paesi del sud globale devono affrontare una grave carenza di fondi per sostenere una rapida ed equa eliminazione dei combustibili fossili e sollecita i governi ricchi a impegnarsi per un nuovo obiettivo di finanziamento climatico globale alla prossima Cop 29. Già in questo momento, la Cina sta trainando la crescita del fotovoltaico in numerosi Paesi in via di sviluppo.
Il picco non è sufficiente
La domanda globale di elettricità continuerà a crescere nei prossimi anni, richiedendo ingenti investimenti nelle infrastrutture elettriche e nei sistemi di stoccaggio. Tuttavia, le infrastrutture di supporto non stanno tenendo il passo con la transizione energetica: per ogni dollaro investito in energie rinnovabili, solo 60 centesimi vengono destinati a reti e stoccaggio, quando invece il rapporto dovrebbe essere bilanciato. La sicurezza e la resilienza dei sistemi energetici sono messe a rischio da eventi climatici estremi, che rendono ancora più urgenti gli investimenti in reti più robuste e sicure.
Nonostante i progressi, il mondo è ancora lontano dal raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette. Le attuali politiche prevedono una riduzione del 3 per cento delle emissioni di CO2 dal 2022 al 2030, ma secondo l’Iea, la CO2 dovrebbe diminuire del 33 per cento entro il 2030 per allinearsi agli obiettivi climatici. Il divario è evidente e la necessità di accelerare la transizione dai combustibili fossili alle rinnovabili è ineludibile.
La domanda di petrolio, gas e carbone raggiungerà il picco intorno al 2030 in tutti gli scenari previsti dall’Agenzia. Eppure, nonostante gli impegni presi alla Cop 28 per abbandonare i combustibili fossili, le decisioni di governi, investitori e consumatori spesso perpetuano le debolezze del sistema energetico attuale anziché orientarlo verso un futuro più sostenibile. L’aumento della domanda di elettricità, previsto inizialmente per veicoli elettrici e pompe di calore, sta infatti superando le aspettative, con richieste elevate provenienti da settori come i condizionatori d’aria e i centri dati.
Senza una rapida riduzione delle emissioni, l’aumento della temperatura globale raggiungerà i 2,4 gradi Celsius entro la fine del secolo, ben oltre l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento a 1,5 gradi. Una possibilità di mantenere l’incremento della temperatura entro tale soglia c’è e ciò è reso possibile solo grazie alle energie rinnovabili. Il percorso tracciato dall’Iea per rimanere allineati ai 1,5 gradi consentirebbe a tutti di avere pieno accesso all’energia, dimezzerebbe i decessi prematuri causati dall’inquinamento atmosferico, ridurrebbe le bollette energetiche, garantirebbe sistemi energetici più sicuri ed eviterebbe le peggiori devastazioni climatiche.
Per raggiungere questi obiettivi, è fondamentale porre fine immediatamente all’espansione di petrolio, gas e carbone, ma questo richiede una chiara volontà politica. La direzione politica attuale sembra andare, però, nella direzione opposta: dal 2020 sono state introdotte quasi 200 misure commerciali a livello globale, la maggior parte delle quali restrittive, riguardanti le tecnologie energetiche pulite, rispetto alle 40 adottate nei cinque anni precedenti.
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