L’Italia guida e ospita nella capitale la prima riunione ministeriale cultura del G20. Il tema? “La cultura unisce il mondo”.
“La cultura ha molte funzioni importanti, ha una funzione economica perché crea crescita, ricchezza e posti di lavoro, ma soprattutto può essere uno strumento formidabile di dialogo tra i popoli” sono state le parole con cui il Ministro della cultura Dario Franceschini ha aperto la prima Riunione ministeriale cultura del G20 che l’Italia “condurrà” a Roma. Un’occasione unica per trattare un tema in cui il nostro paese eccelle, anche se con enormi problemi – specie in un periodo pandemico – che appunto saranno spunto per le riflessioni di questi giorni. Ma di cosa si dibatterà e chi darà voce alle questioni sotto il titolo – forse troppo ottimistico – “La cultura unisce il mondo”?
Chi partecipa al G20 cultura
Il G20 è il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo. I paesi che ne fanno parte rappresentano più del 80 per cento del Pil mondiale, il 75 per cento del commercio globale e il 60 per cento della popolazione del pianeta. Si tiene ogni anno dal 1999 e dal 2008 prevede lo svolgimento di un vertice finale, con la partecipazione dei Capi di Stato e di Governo.
Oltre al vertice, durante l’anno di Presidenza si svolgono ministeriali, incontri degli Sherpa (incaricati di svolgere i negoziati e facilitare il consenso fra i leader), riunioni di gruppi di lavoro ed eventi speciali. Il G20 cultura – chiamato così per semplificare – è in realtà una Riunione ministeriale su questo tema. Vi si riuniranno i Ministri dei paesi membri e invitati e i vertici delle principali organizzazioni internazionali attive in materia, tra cui l’Unesco, l’Ocse, il Consiglio d’Europa, l’Unione per il Mediterraneo, le organizzazioni internazionali del settore culturale quali Iccrom, Icom e Icomos, i protagonisti del contrasto agli illeciti contro il patrimonio culturale quali l’agenzia delle Nazioni Unite per il contrasto al crimine (Unodc), Interpol e l’organizzazione doganale Wco, oltre al gruppo di engagement del G20 rivolto alle nuove generazioni, lo Youth 20 (Y20).
I temi trattati durante il G20 cultura
Sono 5 le principali aree di interesse su cui il G20 cultura ha concentrato i propri sforzi e che sono sviscerate a Roma il 29-30 luglio 2021.
- La tutela e la promozione di cultura e settori creativi come motori per una crescita sostenibile ed equilibrata: la cultura è stata gravemente colpita dalla pandemia; ma proprio essa aiuta ad affrontare le pressioni e i crescenti divari economici, sociali ed ecologici, contribuendo alla rigenerazione delle nostre economie e delle nostre società, pesantemente colpite da Covid-19. Agli operatori del settore culturale occorre assicurare il sostegno necessario perché continuino ad essere linfa vitale delle nostre società.
- Proteggere il patrimonio culturale contro i rischi, compresi i disastri naturali, il degrado ambientale e il cambiamento climatico, la distruzione deliberata e il saccheggio, il traffico illecito di beni culturali. Identificare potenziali azioni comuni e coordinate per rafforzare la salvaguardia e la promozione del patrimonio culturale. Italia e Unesco in questo senso continueranno a lavorare assieme e hanno annunciato il progetto “Task Force Italia su invito di Unesco”.
- Transizione digitale e nuove tecnologie per la cultura, attraverso la promozione della trasformazione digitale e tecnologica nei settori culturali e creativi come nuove forze trainanti per la crescita, facilitando l’accesso universale e la partecipazione alla cultura e promuovendo la diversità culturale.
- Costruire capacità attraverso la formazione per affrontare la complessità del mondo contemporaneo e le sfide proprie del settore culturale, tra cui la rapida digitalizzazione, la transizione verde e il cambiamento demografico, e per contribuire a raggiungere gli obiettivi internazionali di sviluppo sostenibile.
- Affrontare i cambiamenti climatici attraverso la cultura. Gli eventi avversi causati dal cambiamento climatico mettono in pericolo il patrimonio culturale. D’altra parte, è proprio il settore culturale a offrire strumenti per contribuire alla mitigazione e all’adattamento al cambiamento climatico, in particolare grazie allo sviluppo di tecnologie innovative di osservazione e monitoraggio.
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