Le sette più grandi economie del mondo, riunite nel G7, hanno concordato sull’adozione di misure che riducano l’uso di fonti fossili e le emissioni di CO2.
Arrivo lo stop a qualsiasi forma di finanziamento diretto alle centrali elettriche a carbone in funzione nei Paesi in via di sviluppo. A pronunciarsi sono stati i ministri dell’ambiente e dell’energia dei paesi del G7, che in una riunione di venerdì 21 maggio, hanno concordato sull’adozione di misure che dovrebbero ridurre l’uso di combustibili fossili e quindi le relative emissioni di CO2 nell’atmosfera. La decisione è di arrestare i finanziamenti alle fonti fossili entro la fine del 2021.
Le decisioni dei paesi del G7 sui combustibili fossili
Dopo quasi due giorni di discussioni in una riunione ospitata virtualmente dal Regno Unito, i ministri dell’Ambiente e dell’Energia di Regno Unito, Canada, Stati Uniti, Giappone, Francia, Italia e Germania hanno riconfermato il loro impegno a limitare il riscaldamento globale a non superare la soglia di 1,5 gradi e a decarbonizzare completamente il settore energetico entro il 2030. Coinvolgere il Giappone nel porre fine al finanziamento internazionale dei combustibili fossili in un lasso di tempo così breve significa che paesi come la Cina, che ancora sovvenzionano le fonti fossili, stanno diventando sempre più isolati e potrebbero dover affrontare maggiori pressioni per fermarsi.
Last week #G7 Climate & Environment Ministers agreed major action to tackle climate change:
🌊 protect of 30% of the world’s land & ocean by 2030 🌿end all new finance for coal power by the end of 2021 💰increase the quantity of finance for climate actionhttps://t.co/ppvvjT4hRp
La combustione di carbone e petrolio, tra le fonti di energia ancora oggi più utilizzate, ha conseguenze estremamente gravi sulla salute. Secondo uno studio delle università di Harvard, Birmingham, Leicester e Londra, nel 2018 circa 8,7 milioni di persone sono morte a causa dell’esposizione all’inquinamento atmosferico dovuto ai combustibili fossili. E, come se non bastasse, oggi ci sono dodici progetti fossili in fase di sviluppo che, se venissero realizzati, causerebbero il rilascio in atmosfera di 175 miliardi di tonnellate di CO2. Un volume sufficiente a esaurire metà del budget di carbonio rimanente per restare al di sotto della soglia di 1,5 gradi. I paesi del G7 hanno poi deciso di “lavorare con altri partner globali per accelerare lo sviluppo di veicoli a emissioni zero” e hanno ribadito il loro impegno per gli obiettivi stabiliti dall’Accordo di Parigi del 2015.
Cosa dice la bozza del testo
L’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) ha ammonito gli investitori sulla necessità di non finanziare nuovi progetti di fornitura di petrolio, gas e carbone, se l’obiettivo è quello di raggiungere le zero emissioni globali nette entro la metà del secolo. Un recente aumento dell’uso del carbone, infatti, dopo i blocchi dello scorso anno in tutto il mondo, è in gran parte responsabile di quello che, secondo le previsioni della Iea, sarà il secondo più grande aumento delle emissioni registrato quest’anno.
Reaching net zero emissions by 2050 is a critical and formidable goal.
Intanto, la bozza di testo relativa alla decisione dei ministri recita: “Ci impegniamo a promuovere l’aumento del flusso internazionale di capitali pubblici e privati verso investimenti in linea con l’Accordo di Parigi e lontano dalla produzione di energia per mezzo di CO2, per sostenere la transizione verso l’energia pulita nei paesi in via di sviluppo. In questo contesto, elimineremo gradualmente il sostegno del governo nei confronti dell’energia da combustibili fossili a livello internazionale, tranne in circostanze limitate a discrezione di ciascun paese, in modo coerente con un percorso ambizioso e definito verso la neutralità climatica che mira a non superare la soglia di 1,5 gradi, in linea con gli obiettivi a lungo termine dell’Accordo di Parigi e le migliori disposizioni scientifiche disponibili”. I leader del mondo si impegnano dunque a intraprendere nuovi passi significativi per limitare il riscaldamento globale. Nella speranza che alle parole seguiranno anche i fatti.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.