Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
G7 in Germania. Il 7 e 8 giugno si discute anche di clima secondo Angela Merkel
Il 7 e 8 giugno si tiene a Schloss Elmau, in Germania, il G7. Il gruppo delle sette economie mondiali più potenti, dei sette paesi più industrializzati comprende Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Giappone, Stati Uniti d’America e Canada. I loro capi di stato e di governo si riuniscono annualmente per discutere dei temi che
Il 7 e 8 giugno si tiene a Schloss Elmau, in Germania, il G7. Il gruppo delle sette economie mondiali più potenti, dei sette paesi più industrializzati comprende Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Giappone, Stati Uniti d’America e Canada. I loro capi di stato e di governo si riuniscono annualmente per discutere dei temi che hanno caratterizzato maggiormente i mesi appena trascorsi e definire una linea politica per quanto possibile comune sulle prossime sfide.
Il G7 è “un gruppo informale di lavoro delle economie avanzate, creato dalla Francia nel 1975 in reazione alla prima crisi petrolifera”. All’inizio degli anni Duemila (o anni Zero) questo vertice, soprattutto nella versione “a otto” che comprendeva anche la Russia (G8) – ora esclusa a causa dell’invasione della Crimea dello scorso anno – è stato duramente contestato dalla società civile organizzata per far sentire la propria voce e impedire che il vertice si svolgesse a porte chiuse, una condizione considerata inaccettabile.
Quegli anni sono stati l’inizio della fine dei vertici segreti, quasi inconcepibili oggi. Perché sette persone, per quanto potenti, avevano la facoltà di decidere le sorti di miliardi di persone? Un tema tornato di attualità visto che tra Stati Uniti e Unione europea sono in corso i negoziati per la definizione del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip).
Il vertice più famoso negativamente in Italia e nel mondo per le violenze tra polizia e manifestanti è quello di Genova del 2001 dove morì Carlo Giuliani, un ragazzo che manifestava tra le fila del movimento no-global. Dopo quell’anno, i vertici si sono sempre tenuti in località amene, lontane dalle piazze e dai centri storici per evitarne la distruzione, e per togliere la possibilità ai manifestanti di raggiungere questi luoghi. Quello di quest’anno non fa eccezione visto che Schloss Elmau è una località tedesca da resort a cinque stelle.
Negli anni, anche l’agenda dei G7 è cambiata, prendendo in considerazione temi meno legati al commercio e al mondo della finanza e più popolari, più vicini all’esigenze delle persone: la sicurezza sul posto di lavoro, l’ambiente, la sicurezza alimentare. In un editoriale pubblicato il 3 giugno dal Corriere della Sera, la cancelliera tedesca Angela Merkel, presidente di turno del G7, ha svelato quali sono i temi del 2015, anno pieno di scadenze importanti per lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta.
“L’agenda della presidenza dei G7 verte fortemente sui due grandi compiti che la comunità internazionale deve affrontare nel 2015. Il primo va risolto in autunno quando alle Nazioni Unite saranno stabiliti nuovi obiettivi per uno sviluppo sostenibile. Ciò determinerà per anni la politica internazionale per lo sviluppo. I G7, ne sono convinta, dovrebbero pronunciare adesso un sì incondizionato all’eliminazione della fame e la povertà assoluta entro il 2030. Solo se riusciamo a garantire l’alimentazione di una popolazione mondiale in costante crescita altri passi per lo sviluppo avranno possibilità di successo.
Il secondo grande compito globale è la tutela dell’ambiente. Con la conferenza di Parigi a dicembre c’è per la prima volta dopo tanti anni la speranza di un accordo sul clima in cui tutti, anche i paesi emergenti, si impegnano per una riduzione delle emissioni. Potremmo così avvicinarci al traguardo di limitare l’aumento della temperatura globale a due gradi – tutti gli esperti ci dicono che solo di questo passo possiamo tenerlo in un contesto controllabile”.
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