Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Gaia my friend, l’app che aiuta a scegliere cosa indossare coniugando stile e sostenibilità
Gaia my friend è un’app che dà consigli su come abbinare al meglio i propri vestiti, ponderando gli acquisti e orientandosi verso opzioni sostenibili.
A tutti prima o poi è capitato di aprire l’armadio e restare minuti interi a scrutarlo scuotendo la testa. Gaia my friend è un’app che aiuta proprio a rispondere all’annosa domanda: “Cosa mi metto?”. Come un’amica fidata, Gaia consiglia l’outfit perfetto combinando i capi già presenti nel guardaroba con altri acquistabili online, declinando la sua proposta anche in base all’umore e allo stato d’animo dell’utente. Tutto questo grazie all’intelligenza artificiale, Ai, che infatti si ritrova anche nel nome Gaia. Così facendo, Gaia my friend invita a sfruttare al meglio i propri vestiti e farli durare nel tempo; ed è proprio in virtù di questo focus sulla sostenibilità nella moda che è entrata a fare parte dell’ecosistema di LifeGate Way, la controllata del gruppo dedicata a startup naturalmente sostenibili.
Perché saper scegliere i vestiti è anche una questione di sostenibilità
In un mondo dominato dalla fast fashion, è facile avere la tentazione di comprare nuovi abiti per variare il look: d’altra parte, costano poco e bastano pochi clic per farseli recapitare comodamente a casa. Gaia my friend, invece, invita la community a usare i propri vestiti di più e più a lungo, magari sperimentando abbinamenti inediti.
Oltre a dare accesso alle tradizionali piattaforme di shopping online, il team di Gaia sta cercando di mettere in evidenza una serie di brand a basso impatto, marchi responsabili e made in Italy e creazioni di giovani designer. L’ultimo progetto in ordine di tempo è una collezione di felpe e t-shirt firmata Gaia in collaborazione con Upupa & Colibrì, un brand di streetwear presente in Italia dal 2011. La limited edition comprende pezzi unici realizzati con materiali biologici certificati e stoffe ricondizionate, con una scritta che esprime i valori della startup: ”Fashion should be two things: emotional and sustainable”. Ovvero, la moda dovrebbe essere due cose: emozionante e sostenibile.
La storia di Gaia my friend
Dietro le quinte di Gaia my friend c’è Arianna Pozzi, giovanissima imprenditrice classe 2003 che si rivolge al target dei teenager e della generazione Z. Persone che prestano molta attenzione alla scelta dell’outfit, non tanto come status symbol quanto per esprimere la propria unicità anche attraverso il look.
La user experience dell’app è particolare perché Gaia non si pone come una fredda intelligenza artificiale, bensì come un’amica di cui fidarsi. Anche la figura della founder, pienamente in linea con il target per età e attitudine, genera connessione e senso di appartenenza. La community infatti ha un ruolo da protagonista perché l’app permette di coinvolgere gli altri utenti nella scelta dell’outfit, chiedendo loro di esprimere un commento. Tutto questo con un’attenzione particolare per il benessere psicologico ed emotivo, grazie a una funzione appositamente studiata per prevenire qualsiasi fenomeno di cyberbullismo e hate speech.
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