Nel nord-est del Brasile c’è una città dove si aprono enormi voragini. Buriticupu, che ha 55mila abitanti e si trova nello stato di Maranhão, è costruita su un suolo sabbioso particolarmente soggetto a erosione, soprattutto quando piove. A questo aspetto di origine naturale se ne aggiungono altri di origine antropica. I cambiamenti climatici hanno portato a un aumento delle precipitazioni violente sul territorio e dunque a una velocizzazione dei processi di erosione. Una serie di errori nella pianificazione urbanistica, che non ha tenuto conto delle caratteristiche del suolo e ha ignorato l’importanza di una rete fognaria capillare, hanno peggiorato ulteriormente la situazione, così come ha fatto il profondo processo di deforestazione che ha interessato l’area. L’assenza di alberi ha infatti reso più difficile la ritenzione idrica del suolo e questo ha fatto aumentare in maniera esponenziale i processi di erosione.

Il risultato di tutti questi fattori messi insieme è che da ormai 30 anni a Buriticupu  hanno iniziato ad aprirsi una serie di crateri e avvallamenti. Il fenomeno è noto come “voçorocas”, che nella lingua locale significa “terra strappata”, e i buchi che si sono formati negli anni, circa una trentina, hanno raggiunto profondità fino a 80 metri. Nei giorni scorsi la cittadina brasiliana è stata interessata da nuove, intense piogge. Questo ha causato nuovi crolli e l’apertura di immense voragini, mentre circa 1.200 abitanti sono stati sfollati e non potranno mai più fare ritorno nelle rispettive case, inghiottite nelle voragini o ormai posizionate nei pressi dei dirupi e dunque soggette ad abbattimento.  Le autorità locali hanno proclamato lo stato di emergenza e stanno implementando nuovi piani di evacuazioni per evitare che le prossime piogge possano trasformarsi in una strage. Lucas Conceicao, segretario dei lavori pubblici della cittadina brasiliana, ha ammesso però che la municipalità non ha idea di come risolvere il problema. Buriticupu rischia di scomparire, inghiottita dalla terra.