- 14 individui di giraffa dell’Angola sono stati reintrodotti
- Il progetto è stato lungo e impegnativo, ma ora si raccolgono i frutti
- L’obiettivo è far ritornare in auge la popolazione di giraffe, ma anche tutta la biodiversità
Una grande notizia per la conservazione. In Africa sono presenti quattro specie (con le rispettive sottospecie) di giraffe. Una di queste, la giraffa dell’Angola, sottospecie della giraffa meridionale, contrariamente a quanto può far pensare il suo nome era presente in altri stati come Namibia, Zambia e Botswana ma non in Angola. Come mai penserete voi? Eccoci qua, a causa dell’uomo! Sia mai che non andiamo a intaccare anche le giraffe dell’Angola. In realtà, questa giraffa è autoctona dell’Angola e ora, finalmente, è stata reintrodotta in patria.
Il ritorno della giraffa dell’Angola
Sono ben 14 le giraffe dell’Angola (Giraffa giraffa angolensis) che hanno compiuto il lungo viaggio (1.300 chilometri) dalla Namibia all’Angola. Più precisamente sette maschi e sette femmine sono stati catturati in una riserva privata vicino a Otjiwarongo, nella regione di Otjozondjupa, in Namibia centrale e trasferite al parco nazionale di Iona nell’angolo sud-ovest dell’Angola. Questi nuovi arrivi sono il primo tentativo di ripristinare la fauna dell’Angola, distrutta da decenni di guerra civile.
Un progetto senza pari
Il progetto di reintrodurre le giraffe in Angola è stato lungo e impegnativo. Uno dei motivi principali, che più preoccupava gli addetti ai lavori, era il trasferimento. Ci sono voluti due anni per organizzare ogni minimo dettaglio. Infine, il 3 luglio sono stati catturati 14 giovani individui e dopo due giorni di viaggio hanno raggiunto Iona. Il trasferimento è stato reso possibile dal lavoro di squadra tra African parks, la Ong che supervisiona la gestione dei parchi nazionali, come Iona, in 12 paesi, il governo dell’Angola e la Giraffe conservation foundation (Gcf) che, insieme alla Wyss foundation hanno finanziato l’operazione. Stephanie Fennessy, direttore esecutivo e co-fondatore di Gcf ha affermato orgogliosa: “Vedere le giraffe fare i primi passi nella loro nuova casa è sempre emozionante. Sapere che abbiamo restituito la giraffa all’Angola rende questa traslocazione ancora più speciale.”
Ripristinare la biodiversità nel parco di Iona
Il parco nazionale di Iona, nato nel 1964, ha un’estensione di 15 mila chilometri quadrati e si estende sulla punta settentrionale del Namib, il deserto più antico del mondo. Confinando con la Namibia, insieme al parco nazionale Skeleton Cost, vanno a costituire una delle più grandi aree di conservazione transfrontaliera del mondo con circa 50 mila chilometri quadrati di area protetta. Le 14 giraffe sono le prime di molte altre traslocazioni, come dichiarano i responsabili, poiché l’obiettivo è quello di ricreare una popolazione autonoma, tuttavia, essendo individui ancora giovani ci sarà da attendere qualche tempo prima che inizino a riprodursi. Le giraffe non saranno le uniche, sono infatti iniziate le valutazioni per reintrodurre altri animali scomparsi come il rinoceronte nero, il leone e diverse prede chiave.
La situazione delle giraffe dell’Angola
Le giraffe dell’Angola sono circa ventimila e si trovano principalmente nella Namibia settentrionale, così come in Zambia e Botswana, con alcuni individui nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Africa. Le popolazioni di giraffa, in tutta l’Africa, sono precipitate negli ultimi 35 anni a causa della perdita dell’habitat, del bracconaggio e dei conflitti umani. Attualmente in Africa ne rimangono circa 117 mila di tutte e quattro le specie. In Angola, le giraffe diminuirono drasticamente negli anni settanta fino alla completa scomparsa negli anni novanta. La causa principale è stata la guerra civile che ha impattato su tutta la fauna selvatica. Ma anche al termine della guerra, la pressione antropica ha continuato il suo corso: la cattiva gestione del parco, il bracconaggio, l’aumento della popolazione umana e il pascolo hanno distrutto la fauna del paese.
La reintroduzione delle giraffe porterà con sé enormi benefici a tutto l’ecosistema. Inoltre, vedere tornare una specie nel luogo in cui dovrebbe essere è un messaggio di speranza per la conservazione della biodiversità dell’Angola, e di questo magnifico animale.