Gli attivisti che difendono il Tigri, l'Eufrate e le paludi mesopotamiche

Gli attivisti che difendono il Tigri e l'Eufrate

L'associazione Humat Dijlah, insieme alla rete internazionale Save the Tigris, ha lanciato in arabo sui social network l’hashtag Iraq without rivers © Arianna Pagani

Gli attivisti che difendono il Tigri e l'Eufrate

Hanno tra i diciassette e i ventinove anni e sono tutti iracheni. Arrivano da Baghdad e da Mosul, dal Kurdistan e da Bassora e fanno parte di diverse organizzazioni della società civile. Il loro obiettivo è difendere il Tigri, l’Eufrate e le paludi mesopotamiche © Arianna Pagani

Gli attivisti che difendono il Tigri e l'Eufrate

Chibayish, sud Iraq. Chibayish e le vaste paludi mesopotamiche circostanti erano, un tempo, la casa di migliaia di Ma’dan. Si estendevano su una superficie di 20mila chilometri quadrati, fino agli anni Novanta, quando Saddam Hussein decise di prosciugare queste uniche zone umide dell’Iraq meridionale come punizione per gli arabi delle paludi, che avevano sostenuto una rivolta contro di lui © Arianna Pagani

Gli attivisti che difendono il Tigri e l'Eufrate

Tra gli attivisti ci sono membri dell’Iraqi social forum, della campagna Sport against violence; ci sono archeologi, ingegneri, avvocati per i diritti umani e anche editori © Arianna Pagani

Gli attivisti che difendono il Tigri e l'Eufrate

Baghdad, Iraq. Un gruppo di ragazzi prepara il pulmino per partire verso la città di Nassiria © Arianna Pagani

Gli attivisti che difendono il Tigri e l'Eufrate

Gli arabi delle paludi, il cui stile di vita ruota attorno alle paludi da 5mila anni, vivono in case galleggianti fatte interamente di canne raccolte dall’acqua e sopravvivono pescando e allevando bufali © Arianna Pagani