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La squadra di hockey delle atlete coreane candidata al Nobel per la pace: idea americana
La squadra di hockey delle atlete coreane candidata al Nobel per la pace: idea americana
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Sono 229 le cheerleader arrivate a Pyeongchang per sostenere la loro nazione: la Corea del Nord. Vestite nell'uniforme composta da un lungo cappotto rosso, colbacco nero e stivaletti di pelle, le giovani hanno attraversato il confine bliandato a Dorsan attraverso l'area demilitarizzata. Dopo i controlli dell'immigrazione, sono state trasferite a Gangneung dove si svolgeranno le gare di hockey.
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La squadra di hockey femminile delle Coree unite, una faccia una razza, ha fatto il suo debutto, ha perso 8-0 con la Svizzera ma questo conta poco, o forse niente. Perché dopo la stretta di mano in mondovisione che ha riaperto un capitolo chiuso settanta anni fa, la Corea si è risvegliata con la speranza che i passi verso una riappacificazione vera non tornino indietro dopo la fine dei Giochi.
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10 febbraio 2018; Gangneung, Corea del Sud; Il presidente della Corea del Sud Jae-in Moon; Il presidente del CIO Thomas Bach; Il capo di stato nominale della Corea del Nord Kim Long Nam; e Kimm Yo-jong, sorella del leader nordcoreano Kim Jong posano per una foto con la squadra femminile di hockey coreana dopo la partita con la Svizzera nei Giochi olimpici invernali Pyeongchang del 2018 al Kwandong Hockey Center.
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Angela Ruggiero, membro statunitense del Cio. Nel 2003 la rivista Globe and Mail l'ha giudicata la migliore al mondo nel suo ruolo, mentre The Hockey News l'ha giudicata la migliore giocatrice in assoluto.
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Evento nell'evento della partecipazione della delegazione nordcoreana ai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang in Corea del Sud è l'apparizione di Kim Yo-jong, la trentenne sorella minore di Kim Jong-un, alla guida della delegazione di Pyongyang. E' la prima volta che un membro della dinastia dei Kim visita ufficialmente la Corea del Sud dal 1948 ed è la prima volta che Kim Yo-jong, da alcuni anni identificata dalle fonti che studiano le dinamiche del regime nordcoreano come una vera e propria eminenza grigia e la più vicina e fidata consigliera del fratello, sale alla ribalta in quella che alcuni analisti già definiscono un'operazione-immagine studiata per guadagnare simpatie.
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In tribuna all'Hockey Center di Gangneung per assistere alla partita d'esordio della rappresentativa coreana unita c'è anche Kim Yo Jong, sorella del leader nordcoreano Kim Jong Un, accompagnata da Kim Yong Nam, capo di Stato di Pyongyang e del presidente sudcoreano Moon Jae-In, che proprio oggi è stato a sua volta invitato a recarsi in Corea del Nord per incontrare Kim Jong Un, accettando l'offerta.In tribuna, tra le bandiere della Corea unita olimpica, un assedio di fotografi e circa 200 cheerleader vestite di rosso che hanno cantato e ballato tipiche melodie coreane, anche il presidente del Cio Thomas Bach.
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L'ex stella dell'hockey, Angela Ruggiero, oggi diventata un alto membro americano del Cio, ha lanciato l'idea di candidare la squadra di hockey su ghiaccio femminile della Corea del Nord e della Corea del Sud al Nobel per la pace.
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Inizia con una sonora sconfitta l’avventura della squadra unificata delle due Coree alle Olimpiadi invernali di Pyeongchang. La nazionale di hockey femminile, guidata dalla canadese Sarah Murray, è stata sconfitta dalla Svizzera per 8-0 (3-0, 3-0, 2-0) nel match valido per il gruppo B.
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La sconfitta per 8-0 contro la nazionale svizzera è stata pesante, ma la rappresentativa unica delle due Coree che partecipa al torneo di hockey su ghiaccio alle Olimpiadi invernali di PyeongChang non intende mollare, forte dell’entusiasmo dei tifosi, tra i quali all’Hockey Center di Gangneung c’0erano anche il presidente sudcoreano Moon Jae-in e Kim Yo-jong, sorella del leader nordcoreano Kim Jong-un. In particolare, le cronache del giorno dopo parlano del portiere della Corea, Shin So-yung che, nonostante gli otto gol incassati ha fatto registrare a statistica anche 44 salvataggi e ha ricevuto i complimenti della collega elvetica, Florence Schelling.
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Moon Jae-in, presidente della Corea del Sud, si congratula con le giocatrici della squadra.
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Nell'aprile 2017 le atlete della Corea del Sud e quelle della Corea del Nord ritratte ancora come due squadre separate. La decisione di partecipare alle Olimpiadi unite non è stata unanime. La decisione andava contro il volere di Sarah Murray, l'allenatrice della squadra della Corea del Sud, che si è detta contraria alla fusione: ''Non voglio mettere a rischio la chimica della squadra né rinunciare alle mie giocatrici''.