Saint-Petersbourg ce soir, « non à la guerre ».
— Benoît Vitkine (@benvtk) February 24, 2022
C’est sans doute peu vu l’ampleur de ce qui est en train de se passer, mais pour les normes russes, c’est beaucoup. pic.twitter.com/Mt8MZ11aUk
Turchia, Italia, Giappone, Stati Uniti. E ancora, Regno Unito, Germania, Thailandia. Giovedì 24 febbraio, quando la Russia di Vladimir Putin ha invaso il territorio dell’Ucraina dando inizio alla guerra, da un capo all’altro del pianeta i cittadini sono scesi in piazza per manifestare la loro solidarietà nei confronti del popolo ucraino. E ribadire, forte e chiaro, il loro no a ogni forma di violenza e prevaricazione.
Più di 1.700 manifestanti arrestati in Russia
Sfoderando un notevole coraggio, anche migliaia di cittadini russi hanno preso apertamente posizione contro le decisioni del loro stesso governo. Dapprima attraverso internet, con un’ondata di messaggi di sostegno al popolo ucraino pubblicati nei social media e la petizione lanciata dall’attivista Lev Aleksandrovich Ponomaryov che si avvicina alle 500mila firme. Anche centinaia di scienziati e giornalisti scientifici si sono fatti promotori di una lettera aperta in cui si legge che “non c’è nessuna giustificazione razionale per questa guerra”.
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Nonostante il Comitato investigativo russo avesse già annunciato l’intenzione di considerare fuorilegge tutte le proteste non autorizzate, migliaia di cittadini hanno comunque scelto di scendere in piazza a Mosca, San Pietroburgo, Ekaterinburg e altri centri. Stando alle informazioni riportate da al Jazeera, il 24 febbraio sono state arrestate 1.745 persone in 54 città. La maggior parte, ben 957, nella capitale Mosca.