“Inspira, respira. La montagna sembra dirti solo questo”. È l’invito che si percepisce ammirando le fotografie del progetto Va’ Sentiero, che ha visto sette ragazzi percorrere tutte le montagne italiane da nord a sud, lungo il Sentiero Italia. Le fotografie di questo viaggio sono in mostra alla Triennale di Milano dal 15 marzo al 10 aprile: Va’ Sentiero: uno sguardo lungo 8.000 chilometri.
Il progetto Va’ Sentiero
Va’ Sentiero è un progetto che è nato – “come tutte le cose belle un po’ per caso”, nelle parole di uno dei loro fondatori Yuri Basilicò – con l’intento di rilanciare il Sentiero Italia, che si snoda sulle montagne di tutte le regioni italiane, isole comprese. È infatti il trekking più lungo del mondo. Creato tra gli anni ’80 e ’90, era rimasto un sentiero dimenticato o ancora sconosciuto. Da qui, l’obiettivo: ripercorrerlo per “risvegliare questo gigante addormentato”.
È incoraggiante pensare che in un Paese tanto piccolo come il nostro si celi un’autostrada verde come il Sentiero Italia.
Zaino in spalla, sette giovani esploratori e esploratrici, più un pensionato alla guida di un furgone di supporto, sono partiti a piedi nel 2019 per intraprendere un cammino, un viaggio, durato tre anni (allungato dalla pandemia), alla scoperta del territorio montano italiano, dei suoi paesaggi e, soprattutto, delle persone che lo abitano.
Camminando lungo il Sentiero Italia, è raro percorrere più di 20 km senza avvistare segni della presenza umana: le nostre montagne sono infatti tra le più antropizzate al mondo.
Lungo il sentiero hanno invitato chiunque volesse a camminare insieme a loro – “un po’ come Forrest Gump”. Tanta è stata la voglia e passione per il cammino, per la scoperta e la condivisione, che alcune tappe si sono trasformate in vere e proprie carovane di persone, rappresentando con i propri passi il motto alla base di Va’ Sentiero: walk, discover, share.
Il Sentiero Italia e l’universo delle montagne da non abbandonare
Il Sentiero Italia con i suoi 7.850 chilometri e le sue 365 tappe attraverso le 20 regioni e 16 parchi naturali nazionali accompagna alla scoperta di cime, creste, valli, borghi, in una varietà di paesaggi che si potrebbe far fatica a pensare appartengano a una sola nazione.
Non esiste un tipico paesaggio alpino, e nemmeno appenninico. Grazie alla disposizione geografica sull’asse nord-sud e alla conseguente varietà climatica, le montagne italiane sono un caleidoscopio di elementi, colori, consistenze e odori: la biodiversità naturale è straordinaria. Valle dopo valle, stagione dopo stagione, stupiscono lo sguardo di chi le esplora.
Camminando ci si immerge nei sentieri, nei boschi e nella diversità naturale dei numerosi paesaggi in maniera lenta. “Questo Sentiero e questo modo di andare in montagna è il nuovo orizzonte del Club alpino italiano”, ha affermato Marco Albino Ferrari, direttore editoriale e responsabile delle attività culturali del Cai, che durante la spedizione di Va’ Sentiero ha avviato un ripristino proprio del Sentiero Italia. “La visione del Cai è sempre stata verticale, verso le cime. Qui è orizzontale. Questa è la nuova visione della montagna. Non significa che l’alpinismo non vada bene, ma questo approccio allarga gli orizzonti e le visioni”.
Infatti, si è anche testimoni dei cambiamenti in atto: si osserva da vicino quello che la crisi climatica sta facendo agli ecosistemi, dalle più visibili tracce dei ghiacciai che si ritirano, ai piccoli cambiamenti negli ecosistemi e nei loro ritmi. Capendo l’importanza di preservarli.
Col passare dei chilometri e delle stagioni, abbiamo toccato con mano gli effetti del parossismo climatico e dell’abbandono, il senso di isolamento sociale, culturale, economico.
Dall’altra parte questo cammino mostra anche la storia delle zone montane che per secoli sono state centrali per lo sviluppo della cultura e della tutela del territorio, mentre ora purtroppo restano più marginali. È infatti visibile lo spopolamento di queste aree in favore dei grandi centri, che hanno preso il sopravvento su saperi antichi, tradizioni e professioni legate alla montagna. Ma la consapevolezza che si genera grazie al contatto con questi territori può aiutare ad avvicinare di nuovo le persone a questo universo, che è comune a tutti, e farlo rivivere.
Per gli abitanti di città, è difficile sentirsi connessi o persino responsabili di quanto avviene nelle Terre alte. Così, esplorarle a piedi per sentieri, interagendo con i luoghi e le persone, contribuisce ad aumentare questa consapevolezza, arricchisce le reciproche prospettive e diventa un canale di dialogo fondamentale.
La mostra di Va’ Sentiero a Milano
La mostra Va’ Sentiero: uno sguardo lungo 8.000 chilometri, alla Triennale di Milano fino al 10 aprile con ingresso gratuito, ha scelto di raccontare attraverso le fotografie scattate dalla cofondatrice e fotografa Sara Furlanetto questo incredibile viaggio. La sfida della mostra è stata la selezione fotografica, per racchiudere e riuscire a trasmettere al meglio l’esperienza umana e di condivisione e i territori attraversati. Il fil rouge scelto è quindi quello delle persone incontrate lungo il cammino, che evidenziano la diversità culturale delle terre alte grazie alle loro parole, storie e volti.
“La mostra si sviluppa in due sezioni”, spiegato Rica Cerbarano, curatrice della mostra. La prima è un viaggio per immagini delle Terre alte attraverso diverse tematiche: dalla biodiversità all’antropizzazione e l’impatto umano sui paesaggi e il conseguente abbandono. “Questa sezione si chiude con un focus sulle identità culturali delle zone montane. Il messaggio è che la dimensione montagna non è barriera ma una congiunzione”.
La seconda sezione è invece dedicata al racconto del viaggio di Va’ Sentiero in modo personale da chi l’ha vissuta: si conclude infatti con un emozionante video realizzato dal videomaker della spedizione Andrea Buonopane, in cui il gruppo di Va’ Sentiero racconta in prima persona l’esperienza.
Il futuro di Va’ Sentiero
Questa mostra, anche se potrebbe sembrare un punto di arrivo dopo la fine della spedizione, è in realtà un punto di partenza. “Il cammino è un’esplorazione lenta”, racconta Sara Furlanetto. “Ma non abbastanza lento per andare in profondità. Sono usciti temi e si sono creati stimoli legati alla dimensione montana, e anche alle sue criticità. Per questo c’è tanto ancora da scoprire ed esplorare, è questo il punto di partenza”.
Oltre alla mostra il viaggio è diventato anche un libro (Va’ Sentiero. In cammino per le Terre Alte d’Italia, edito da Rizzoli), che non vuole proporsi come una guida dettagliata del Cammino (quella la si può trovare sul sito, con tutti i dettagli anche tecnici delle tappe), ma un racconto per far viaggiare anche chi non c’è stato. Un viaggio che, in futuro, potrebbe anche trasformarsi in un documentario.
Il Sentiero Italia è un invito aperto a tutti, per chi vuole scoprire le Terre alte italiane o, semplicemente, camminare. Va’ Sentiero è “un’idea di viaggio basata sui concetti di scoperta, condivisione e circolarità”. I ragazzi continueranno a camminare e a invitare chiunque ne abbia il desiderio alla scoperta dei cammini in Italia, e chissà in Europa.
Da quei giorni elettrici, quando la folle idea di organizzare una spedizione sul sentiero più lungo al mondo si è impossessata di noi come pianeti intrappolati dalla gravità del sole, sono passati ormai quattro anni, e pressappoco 14 milioni di passi. In queste migliaia di chilometri sotto le suole, oltre che le montagne, i paesaggi e le vallate, abbiamo visto scorrere le nostre vite personali, completamente miscelate con il cammino. Il Sentiero Italia è stata la nostra casa, la nostra vita, la nostra scelta.