Le piccole isole calcaree che a migliaia spuntano dalle acque cristalline della baia di Ha long, nel nord est del Paese, sono probabilmente l’immagine più iconica del Vietnam moderno, un paese in vorticosa crescita, che sta beneficiando sempre di più dell’apertura a un’economia di mercato e apprezzato sempre di più dai turisti occidentali.

Ma che, allo stesso tempo, non ha ancora risolto le storiche disuguaglianze sociali tra città modernizzatesi forse troppo in fretta e campagne idilliache finché non piove, ma puntualmente messe a durissima prova dalla stagione delle piogge. Che in genere inizia a settembre, ma molto raramente con l’intensità e la violenza che ha colpito il nord est del Paese in questi giorni. Complici, ovviamente, i cambiamenti climatici.

Da Ha Long a Cao Bang, tutto il nord del Vietnam è sott’acqua

Proprio Hạ Long Bay e tutta la provincia di Quang Ninh, insieme a quelle montuose del nord al confine della Cina, Ha Giang e Cao Bang, sono state le più colpite dal tifone Yagi, il cui bilancio attuale, provvisorio, è di 63 morti per smottamenti, frane dovute a piogge torrenziali, e un ponte stradale che è crollato trascinando in acqua un camion e alcuni motociclisti. “Ha Long e la provincia di Quang Ninh è stata devastata e ha subito danni molto gravi dopo il tifone” – racconta Tien, che ad Ha Long vive e lavora come guida turistica –  Alcune navi da crociera (imbarcazioni che fanno il giro della baia in due o tre notti) sono persino affondate mentre erano attraccate, i tetti sono stati spazzati via, molti alberi sono caduti e tutte le linee elettriche sono state interrotte”. L’intera Quang Ninh, racconta Tien, tuttora è isolata: senza corrente, Internet e segnale telefonico. “Attualmente, 5 province settentrionali sono allagate fino al tetto. I danni dopo il tifone sono spaventosi. Anche il mio appartamento è stato allagato fino a oggi”.

Anche Hanoi pur trovandosi geograficamente un po’ più all’interno è stata danneggiata dal tifone: molti vecchi alberi sono caduti, danneggiando case e automobili, bloccando la circolazione in una città, la capitale del Vietnam, già intasatissima. Il resto l’hanno fatto ovviamente gli allagamenti delle strade. Seri problemi si registrano anche a Nin Binh, un altro gioiello del Paese, vicino al delta del Fiume Rosso, che è straripato seppellendo i campi coltivati a riso e mais.

La situazione paradossalmente è migliore man mano che si scende verso il sud del Paese, quello che invece è più spesso soggetto ad alluvioni interessando l’enorme delta del fiume Mekong. L’altro grande problema sono le comunicazioni: Ly Sun, che gestisce ad Hanoi un’agenzia turistica, racconta che “qui in città le cose stanno migliorando ma il nord è sott’acqua e i trasporti sono fermi”: i bus non partono causa strade allagate o interrotte dalle frane, il sistema ferroviario non riesce a far fronte ai disagi perché limitato e tecnologicamente vetusto.