Il savannah è un gatto decisamente affascinante. Il suo antenato è il servalo, un felino selvatico africano, che ne contraddistingue l’aspetto particolare.
Il gatto del Bengala, un felino domestico dal fascino selvatico
Il gatto del Bengala è uno splendido felino che ha come antenati i gatti selvatici dell’Asia: da scoprire e da amare.
Se sognate la giungla, le tigri e i leopardi, se volete ricordarvi dei personaggi di Salgari entrando in casa, allora il gatto del Bengala è il felino che fa per voi. Questa razza affascinante è la prima ottenuta dall’incrocio di un gatto domestico con un felino selvatico: il gatto leopardo. Tutto è iniziato nel 1963, in California, quando Jean Sudgen, un’appassionata di gatti e felini selvatici, decise di accoppiare il suo gatto leopardo asiatico con un gatto domestico per conservare alcune caratteristiche del primo, ma rendere più domestica e stanziale la prole così ottenuta.
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Dieci anni dopo, il dottor Centerwall, uno studioso di malattie dei gatti, replicò l’incrocio con l’obiettivo di studiare e sconfiggere la leucemia virale felina. Non raggiunse il suo scopo, ma selezionò, come Sudgen, quello che doveva diventare il gatto del Bengala. Chiamato anche bengalese o bengal, questo incantevole felino fu ufficialmente riconosciuto come razza solo nel 1991. Si tratta di un gatto raro, che può però contare su una fedele cerchia di appassionati che ne preservano le caratteristiche e ne conservano la specie. Fra i tanti, il campione olimpico Tom Daley, tuffatore anglosassone che fra i primi apprezzò e amò questo gatto simile al leopardo.
Le caratteristiche del gatto del Bengala
Il gatto del Bengala è un gatto domestico di grossa mole con forma allungata che, a seconda dei casi, può arrivare a pesare anche nove chili. Fisicamente presenta una struttura muscolare molto sviluppata che si accompagna a una potenza nella corsa e a un’agilità davvero notevoli. Per le sue origini selvatiche è un gatto che ha bisogno di muoversi e vivere in grandi spazi o giardini.
Esattamente come quella del suo progenitore selvatico, la testa del gatto del Bengala è di forma triangolare, ben proporzionata al corpo e con un naso molto lungo rispetto ai gatti comuni. Gli occhi grandi ed espressivi possono essere gialli, verdi o azzurri. Il mantello è costituito da pelo corto, fitto, aderente al corpo e setoso, a macchie o striato, con colorazioni di base che variano dal giallognolo all’arancio-rossastro e macchie marroni, cioccolato o cannella. Altro particolare estetico distintivo è la coda di media lunghezza, ma con la punta arrotondata. Una delle caratteristiche più strane di questo magnifico gatto è il suo amore per l’acqua. Il bengala ama bagnarsi e non disdegna il nuoto, particolare che lo rende decisamente diverso dai suoi simili.
Il carattere di un felino per nulla sedentario
“Il gatto del Bengala è affascinante, ma non è un compagno adatto a tutti. È iperattivo e curioso, ama predare – attenti agli altri animaletti di casa come pesci e volatili – e non è certo un soggetto sedentario”, spiega la veterinaria Cinzia Cortelezzi. Oggi la percentuale di felino non domestico nel gatto del Bengala si aggira intorno al 10 per cento: la sua indole in questo modo non risulta essere molto selvatica, anche se l’atteggiamento e i comportamenti hanno una stretta parentela con quelli del suo progenitore asiatico. Per il resto è un felino dolce, intelligente, leale e affettuoso che, se abituato e seguito, si rivela anche un ottimo compagno in ambito metropolitano.
La salute e l’alimentazione
Gatto raro e per fortuna non ancora di moda, il bengala non ha particolari problemi di salute: la razza è longeva e sana e non mostra una predisposizione per particolari malattie a sfondo genetico o ereditario. Per quanto riguarda la dieta quotidiana è importante, comunque, seguire un’alimentazione regolare perché spesso il bengala ha una digestione un po’ delicata. “Se non si usa cibo in scatola, già bilanciato e solo di alta qualità, per evitare di mettere in subbuglio lo stomaco o l’intestino si può usare pollo o tacchino evitando latte e derivati”, ammonisce l’esperta.
Se si vuole rendere la vita più piacevole e divertente a questo lontano parente dei felini selvatici gli si può regalare un tiragraffi ad altezza uomo, sul quale il bengala possa arrampicarsi per riassaporare la vita della giungla e della natura da cui proviene. Ve ne sarà grato e, in cambio, vi racconterà con i suoi occhi espressivi di un mondo lontano, ma non ancora perduto.
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