Grazie alla tecnologia lidar sono state scoperte migliaia di strutture maya in Messico. Ci sono ancora molte rovine sepolte nella giungla.
Cos’è il Gender policy council: l’impegno di Joe Biden per la parità di genere
Il nuovo consiglio statunitense per la parità di genere, guidato da due donne, si occuperà di promuovere le politiche femminili a 360 gradi.
Gli Stati Uniti fanno un ulteriore passo verso la parità di genere. La nuova amministrazione guidata da Joe Biden e Kamala Harris avvierà infatti un nuovo organismo, il Gender policy council (Consiglio per le norme su questioni di genere), volto a promuovere iniziative che migliorino la situazione femminile e combattano le discriminazioni in ogni ambito, da quello lavorativo alla vita domestica, passando per la sanità, l’educazione e la sicurezza.
Alla guida del consiglio ci saranno due donne: Julissa Reynoso, già ambasciatrice in Uruguay nel secondo mandato di Obama e attuale capo dello staff per la first lady Jill Biden, e Jennifer Klein, consigliera di Hillary Clinton durante la presidenza del marito. Oltre a loro, il consiglio potrà contare su uno staff full-time di quattro persone.
I loro uffici avranno sede alla Casa Bianca, una posizione prestigiosa e strategica che simbolizza l’importanza attribuita alle tematiche femminili dal presidente Biden. Il nuovo organismo, inoltre, collaborerà con tutte le principali agenzie governative per formulare nuove norme e cambiare quelle che favoriscono comportamenti discriminatori.
I tentativi del passato per promuovere la parità
In passato, diversi presidenti avevano cercato di istituire un organo amministrativo per promuovere l’uguaglianza di genere. Nel 1995, Bill Clinton aveva inaugurato l’Interagency council on women, guidato dall’allora ambasciatrice alle Nazioni Unite Madeleine Albright (poi segretario di stato) e ad honorem dalla first lady Hillary.
Il repubblicano George W. Bush aveva poi smantellato l’agenzia, ma il progetto era stato salvato da Obama che nel 2009 aveva inaugurato il Council on women and girls. Secondo il quotidiano New York Times, il consiglio era strutturato come una società di consulenza che aiutava ogni agenzia governativa a mettere in pratica nuove norme per favorire l’uguaglianza di genere. Proprio per questo, però, non aveva l’autorità necessaria per proporre nuove norme in modo autonomo.
L’arrivo di Trump ha segnato la fine del Council on women and girls, e i pochi progetti dedicati alle donne sono a lungo rimasti senza fondi o rappresentanti. Ora, Biden vuole ribaltare la situazione.
Uguaglianza di genere: i problemi da risolvere
Fin dall’inizio della campagna elettorale, Joe Biden ha messo in chiaro le sue priorità in termini di uguaglianza di genere. Uno tra i primi fattori da affrontare riguarda la difficoltà delle donne a imporsi sul mercato del lavoro, accentuata dalla pandemia di nuovo coronavirus. Durante l’emergenza sanitaria, infatti, le donne sono state particolarmente svantaggiate: costrette a trovare un nuovo equilibrio tra vita lavorativa e impegni familiari, molte hanno dovuto rinunciare al loro impiego per curare i figli rimasti a casa da scuola o i familiari con condizioni di salute precarie.
Da febbraio 2020, più di 5,4 milioni di donne – soprattutto afroamericane o latine – sono rimaste disoccupate: il 55 per cento di tutti coloro che hanno perso il lavoro nel corso della pandemia. A dicembre, quasi il 40 per cento delle donne disoccupate non lavorava da più di sei mesi, e molte tra quelle occupate erano obbligate a fare turni part-time, ricevendo quindi uno stipendio forzatamente ridotto. A fronte di questa situazione, la necessità di creare infrastrutture che permettano di conciliare lavoro e famiglia è diventata ancora più impellente.
Altro fenomeno tristemente evidenziato dalla pandemia è la violenza domestica. Secondo un rapporto della National domestic violence hotline, le richieste di aiuto per violenze negli Stati Uniti tra marzo e maggio 2020 sono aumentate del 9 per cento rispetto all’anno precedente. In alcune aree la situazione è ancora più preoccupante: a Portland, nello stato dell’Oregon, gli arresti per violenza domestica sono aumentati del 22 per cento nel corso delle prime settimane di lockdown.
In cima alla lista di Biden per quanto riguarda le tematiche di genere spiccano poi l’impegno per migliorare i programmi di salute riproduttiva, garantendo a tutti l’accesso ai contraccettivi o a procedure di aborto sicure, e l’attenzione per la comunità Lgbtq+ e le donne con disabilità.
Per raggiungere risultati soddisfacenti e duraturi, però, sarà fondamentale che il Gender policy council riesca a collaborare in modo soddisfacente con le altre agenzie governative e riceva supporto anche da parte delle associazioni di attivisti esterne alla Casa Bianca.
Tutto è pronto per iniziare a lavorare: manca solo la firma del presidente.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Per molte minoranze il dritto a scegliere tra Harris e Trump alle elezioni presidenziali Usa resta un percorso a ostacoli.
Il partito Sogno georgiano confermato con il 53,9 per cento dei voti. Ma piovono accuse di brogli e interferenze. L’Ue chiede di indagare. Intanto la presidente del Paese invita alla protesta. I vincitori: “Questo è un colpo di Stato”.
Due leggi approvate da Israele a larga maggioranza renderanno di fatto impossibile per l’Unrwa operare a Gaza e in Cisgiordania. La comunità internazionale insorge.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.
Continua l’assedio israeliano su Gaza nord, dove per l’Onu l’intera popolazione è a rischio morte. Nuovi missili contro l’Iran, mentre in Libano uccisi tre giornalisti.
Nel bacino di Kariba, in Zambia, c’è poca acqua a causa della siccità. Questo non permette di produrre elettricità e il paese è in balia dei blackout.
Dopo tredici anni di conflitto, la crisi umanitaria in Siria è una delle più gravi. Grazie anche al lavoro di WeWorld insieme alla cooperazione italiana, si cerca di dare strumenti agli studenti con disabilità per professionalizzarsi.
María Corina Machado ed Edmundo González Urrutia premiati “per la loro lotta per libertà e democrazia in Venezuela” e contro il regime di Maduro.