Per la prima volta la temperatura media globale è rimasta a più di 1,5 gradi centigradi rispetto ai livelli pre-industriali per dodici mesi consecutivi.
Mai un mese di gennaio era stato così caldo da quando le temperature sono monitorate con regolarità.
Per dodici mesi consecutivi si è rimasti al di là degli 1,5 gradi centigradi in più rispetto ai livelli pre-industriali.
Non significa che obiettivo più ambizioso dell’Accordo di Parigi sia ormai fuori portata, ma la situazione è sempre più preoccupante.
Il riscaldamento globale continua a concatenare record su record. L’ultimo è del mese di gennaio del 2024, che è risultato il più caldo da quando la temperatura media globale viene registrata con regolarità. A spiegarlo è il servizio di monitoraggio climatico europeo Copernicus, secondo il quale, per la prima volta, il Pianeta ha registrato per dodici mesi consecutivi una temperatura al di sopra degli 1,5 gradi centigradi. Ovvero oltre la soglia più ambiziosa indicata dall’Accordo di Parigi del 2015.
A gennaio +1,66 gradi rispetto all’epoca pre-industriale
Nello specifico, tra i mesi di febbraio del 2023 e gennaio di quest’anno tale limite è stato superato, con la temperatura media sulla superficie delle terre emerse e degli oceani che è stata di 1,52 gradi centigradi superiore rispetto al periodo 1850-1900. Nel corso del primo mese del 2024, in particolare, si sono registrati 13,14 gradi in media: 0,12 gradi in più rispetto al precedente record che era stato stabilito nel gennaio del 2020, 0,70 gradi in più rispetto al periodo periodo compreso tra il 1991 e il 2020, nonché 1,66 in più rispetto all’epoca pre-industriale.
💧 January 2024 was wetter than average in large parts of Europe; 💧 drier-than-average conditions were seen in southeastern and northern Spain and the Maghreb.
Si tratta, inoltre, dell’ottavo mese consecutivo in cui si registrano record assoluti. Ciò non significa però che il mondo abbia ormai mancato definitivamente l’obiettivo: le temperature oscillano in base a vari fattori e occorre che il superamento sia stabile e duraturo nel tempo per considerarlo effettuato.
“L’unica soluzione è una riduzione rapida delle emissioni di gas ad effetto serra”
In ogni caso, si tratta dell’ennesimo allarme lanciato dalla comunità scientifica rispetto alla necessità di agire immediatamente per limitare i cambiamenti climatici e i loro impatti. Ad oggi, si considera che il riscaldamento globale rispetto al periodo pre-industriale sia ancora di 1,2 gradi centigradi. la tendenza è però quella di un inesorabile aumento: l’Ipcc, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite ha spiegato che, senza interventi adeguati, abbiamo il 50 per cento di possibilità di superare la soglia degli 1,5 gradi tra il 2030 e il 2035.
“Il 2024 comincia con un nuovo record – ha commentato Samantha Burgess, vice direttrice del servizio Copernicus -. Una riduzione rapida delle emissioni di gas ad effetto serra è il solo mezzo che abbiamo a disposizione per arrestare l’aumento della temperatura media globale”. D’altra parte, anche per colpa del fenomeno climatico El Niño, è molto probabile che l’anno in corso finisca per essere il più caldo della storia.
Quest’estate è stata la più calda mai registrata e tutto fa pensare che il 2024 batterà ogni record di temperature: lo dice il servizio europeo Copernicus.
Uno studio basato su dati raccolti da spugne calcaree nell’oceano indica che il riscaldamento globale potrebbe già essere più grave di quanto ipotizzato.
Secondo uno studio, le emissioni del settore alimentare basteranno, da sole, a superare l’obiettivo degli 1,5 gradi di aumento della temperatura media globale.
La provincia dello Jiangsu è in cima alla lista delle regioni più vulnerabili ai cambiamenti climatici. La prima non cinese è la Florida, al decimo posto.