La Geo Barents è la prima nave di ong a sbarcare in Italia dopo il nuovo decreto

La Geo Barents di Msf è la prima nave di una ong a sbarcare in Italia dopo un salvataggio di migranti con il nuovo decreto: ecco cosa si rischia.

  • La Geo Barents di Msf è sbarcata a Taranto con a bordo 85 migranti.
  • Si tratta della prima nave ad approdare dopo il varo del nuovo decreto sulle ong.
  • Nel Mediterraneo nel 2021 sono morte almeno 1.400 persone nel tentativo di arrivare in Italia.

La Geo Barents, di Medici senza Frontiere, è ufficialmente la prima nave di una ong impegnata in una operazione di search and rescue nel Mediterraneo ad essere sbarcata in un porto italiano dopo il varo da parte del governo del nuovo decreto immigrazione, che contiene norme più stringenti sulla condotta dei soccorritori umanitari.

La Geo Barents è sbarcata a Taranto mettendo in salvo 85 migranti, fatti salire a bordo in due operazioni differenti: 41 erano a bordo di un primo barcone, 44 trasbordati da una seconda imbarcazione qualche ora dopo. Dopo aver fatto richiesta di un porto sicuro, la nave di Msf aveva poi cambiato direzione a seguito di una segnalazione di Alarm Phone, la ong che funziona da ‘centralino telefonico di emergenza’ per le barche di migranti in difficoltà: una volta giunti sul posto indicato, però, gli operatori della Geo Barents non avevano trovato nessuna imbarcazione alla deriva. Tra le 85 persone salvate da Msf vi sono 72 uomini, 2 donne e 9 minori, tutti in condizioni di salute discrete.

Cosa prevede il nuovo decreto sulle ong 

Lo sbarco della Geo Barents assume una rilevanza particolare perché, come detto, si tratta del primo caso che segue il nuovo decreto varato dal Consiglio dei ministri, orientato a rendere più stretto il margine di operatività della navi impegnate nei salvataggi nel Mediterraneo. Nello specifico, il nuovo decreto prevede:

  • Lo stop ai trasbordi dei naufraghi da una nave di soccorso più piccola a una più grande
  • Il divieto di soccorsi multipli, ovvero di soccorrere naufraghi di più di una barca alla volta.
  • La possibilità per i migranti di fare richiesta di asilo direttamente a bordo.
  • L’obbligo di chiedere immediatamente alle autorità italiane un porto di sbarco.
  • L’obbligo di raggiungere senza ritardo il porto indicato per completare l’intervento di soccorso.
  • Multe fino a 50mila euro per il comandante e l’armatore in caso di violazione delle nuove regole.
  • Confisca dello scafo in caso di reiterazione del divieto.

Secondo la giornata Annalisa Camilli, esperta di migrazione, si tratta del tentativo di “mettere fuori legge i trasbordi e i soccorsi plurimi, quelli successivi al primo, dicendo che sono consentiti solo i soccorsi che non ostacolano il raggiungimento del porto assegnato”. E infatti sull’operato della Geo Barents è stata immediatamente aperta una indagine, sebbene al momento non sembrano riscontrarsi violazioni: intanto perché i due salvataggi, relativi al 1 gennaio, sono avvenuti prima del varo del decreto (che è del 28 dicembre ma è stato firmato dal presidente Mattarella il 2 gennaio), e comunque su indicazione delle autorità portuali italiane.

 

Da valutare la fattispecie del cambio di rotta operato dalla nave di Msf, ma anche in questo caso a salvare la Geo Barents dovrebbe intervenire la non retroattività della norma. Per quanto riguarda invece le richieste di asilo, il capo missione Juan Matias Gil ha spiegato a Taranto che “non è stata firmata alcuna richiesta di asilo politico, perché sulla barca non si compila alcuna richiesta. I profughi sono stati informati su quali sono i loro diritti,  po decideranno se farlo e se presentare una richiesta alla Questura”.

Sul nuovo decreto, Medici senza Frontiere già prima dello sbarco era stato molto chiaro: “Stavano rischiando di annegare in mezzo alle onde, è stato molto complesso il salvataggio che abbiamo effettuato il 1 gennaio, Ma cosa sarebbe successo senza la Geo Barents? Senza la presenza di navi civili di ricerca e soccorso, migliaia di bambini, donne e uomini sono abbandonati al loro destino.  Il nuovo decreto imposto dal governo italiano alle navi delle Ong rischia di limitare la nostra capacità operativa con un inevitabile aumento del numero dei morti in quel tratto di mare tristemente noto ormai per essere il cimitero più grande d’Europa”.

Dal 2014 a oggi sono stimati in 25 mila i morti nel Mediterraneo, di cui 1.400 solo nell’ultimo anno. Senza contare quello che accade in Libia, prima della partenza, dove i migranti vengono spesso rinchiusi, torturati e talvolta uccisi dai trafficanti di esseri umani: una delle persone sbarcate oggi a Taranto ha raccontato agli operatori di Msf di essere stato testimone oculare dell’omicidio di un migrante, in Libia, che non aveva i soldi sufficienti a pagarsi il “viaggio” in barca dalla Libia all’Italia.

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