Due termini correlati che esprimono concetti leggermente diversi. Abbiamo chiesto aiuto a Vidas per capire.
Geopsiche
Clima e paesaggio hanno una forte impatto sull’organismo. Quanto più le vicende della nostra esistenza ci allontanano dalla natura, tanto più efficaci diventano le esperienze all’aria aperta.
Quando dobbiamo decidere dove trascorrere un periodo di riposo e
di ricarica o quando non troviamo motivi apparenti per un nostro
momentaneo senso di disarmonia, ricordiamoci che l’ambiente in cui
ci muoviamo esercita una serie di influenze ben precise sul nostro
organismo psicofisico.
Viviamo immersi in un oceano di influssi
esterni, temperatura, umidità, pressione
dell’aria, campi magnetici, radiazioni, suoni, colori, odori… che
a loro volta stimolano il nostro sistema nervoso, la produzione
ormonale, l’equilibrio fisiologico, l’immaginazione, la memoria,
sino ad ottenere anche conseguenze ben precise sul nostro stato
d’animo.
Non tutti sono sensibili in ugual misura alle influenze
ambientali, ma esistono comunque degli effetti, facilmente
riconoscibili, dati da condizioni metereologiche, climatiche,
geografiche e paesaggistiche che, una volta conosciuti possono
essere ricercati o evitati, amplificati o minimizzati. Il nostro
corpo è un elemento della natura che comunica
ininterrottamente con l’ambiente circostante.
Le condizioni metereologiche hanno l’influenza più
facilmente individuabile. Temperatura, umidità, pressione ed
elettricità dell’involucro gassoso della Terra, in un dato
luogo e momento, si sentono anche sullo stato d’animo. Quando
c’è bassa pressione, c’è aria di temporale, nebbia,
afa, o soffia lo scirocco, si crea una situazione debilitante per
l’intero organismo; mentre le condizioni ottimali per un maggior
benessere, su tutti i piani, si verificano con l’alta pressione,
nelle giornate serene e in quelle fresche.
Il clima è l’insieme delle condizioni metereologiche che
si ripetono ciclicamente nel corso dell’anno, è il
“carattere del tempo” di ogni regione. Il clima marittimo ha
effetto distensivo, quello continentale induce invece alla smania
di agire. Il clima di montagna, con l’aria più rarefatta e
la maggior irradiazione solare, predispone al benessere e una
maggiore sensibilità, mentre quello dei paesi caldi induce
la distensione e stimola
l’emotività; ma ai tropici, a causa dell’alta
percentuale di umidità, il rilassamento si tramuta in fiacca
e può causare un generale abbassamento della
vitalità. Il clima artico, dove non c’è il solito
ritmo giorno/notte, provoca depressione e stanchezza d’inverno,
euforia ed energia d’estate.
Anche il paesaggio agisce su di noi, tramite effetti
subcoscienti: i
colori verdi e azzurri sono piacevoli, quelli rossi e
gialli sono eccitanti, il grigio è deprimente; le forme
strette possono risultare angosciose per alcuni, e quelle verticali
possono avere un effetto travolgente, evocando emozioni sublimi
oppure panico, un paesaggio mosso è stimolante, mentre
quello piatto può suscitare malinconia.
Quanto più le vicende della nostra esistenza ci
allontanano dalla natura, tanto più efficaci diventano le
cosiddette “terapie di soggiorno”, che attraverso un incontro con spazi
esterni, per quanto possibile, incontaminati, possono
indurre esperienze intense di catarsi, favorendo il recupero di un
equilibrio anche psicologico. Ritrovare la sensibilità
necessaria per riconoscere l’influenza che la natura
ha su di noi, vuol dire essere disponibili a
relativizzare l’idea che ci siamo fatti di noi stessi, un’idea
spesso troppo mentale ed astratta, che non prende in considerazione
che fondamentalmente siamo costituiti dagli elementi base di ogni
forma vivente.
Ecco quindi che una bella passeggiata nei
boschi può diventare il mezzo più
efficace per recuperare il contatto con quella saggezza innata in
ognuno, che permetterà finalmente di sentirsi in sintonia
con se stessi e con
tutto ciò che esiste.
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