Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
George Michael, perfetto specchio della nostra epoca
Canzoni pop e soavi, outing, beneficenza, droghe, arresti, una tenuta psicologica forse non granitica, un carattere spigoloso, e infine la morte a 53 anni sono i marchi di fabbrica di George Michael. Da giovani ci ha allietato con gli Wham!, ogni anno a Natale ci culla con la sua Last Christmas, spesso ci ha accompagnato
Canzoni pop e soavi, outing, beneficenza, droghe, arresti, una tenuta psicologica forse non granitica, un carattere spigoloso, e infine la morte a 53 anni sono i marchi di fabbrica di George Michael. Da giovani ci ha allietato con gli Wham!, ogni anno a Natale ci culla con la sua Last Christmas, spesso ci ha accompagnato nei momenti di seduzione, di contemplazione, di commozione e consapevolezza (da Miss Sarajevo a Spinning the Wheel).
La sua morte ci priva di un protagonista della musica e della chance di poter ascoltare nuove perle. Anche se, in verità, da anni non ce ne regalava una.
Nel 2011, dopo aver annullato per polmonite i concerti di Vienna, Strasburgo e Cardiff, il canale tv austriaco Orf riportò che il cantante soffriva già di problemi cardiaci. Nel 2013 era finito in ospedale per essere caduto da un’auto in corsa sull’autostrada M1 tra Londra e Leeds. Nel 2014 erano venuti in ambulanza a prenderlo a casa sua a Londra per ricoverarlo, per cause non note.
Negli anni ’80 il giovane Georgios Kyriacos Panayiotou (il suo nome di battesimo) fu proiettato al successo mondiale con Andrew Ridgeley, come Wham!. Nella sua carriera ha venduto oltre 125 milioni di dischi in tutto il mondo e si è sempre prodigato per cause di beneficenza che vanno dall’opposizione alla guerra alla raccolta fondi per l’Aids, in particolare per l’Aids Foundation di Elton John.
In realtà la sua ultima apparizione su un palcoscenico è stata nel 2012, con l’ultimo tour e la performance alla chiusura delle Olimpiadi di Londra. Da allora, probabilmente ha trascorso del tempo in disintossicazione da alcool e droghe. Nel 2015 era stato fotografato, gonfio e un po’ caracollante, a Zurigo, intorno a una di queste cliniche. Mentre alcuni suoi amici cominciavano a temere che avrebbe trascorso una vita da recluso, pare che il suo entourage stesse riprendendo i contatti con le imprese d’assicurazione per valutare l’organizzazione di una serie di spettacoli.
Non c’è alcun dubbio che George Michael avrebbe venduto i biglietti. Riuscire poi a rispettare gli impegni, quella è un’altra storia. Ne ha annullati molti, di concerti. Era spaventato e aveva perso la fiducia in sé.
Ad aprile del 1998 era stato fermato dalla polizia in un bagno di Los Angeles per atti osceni in luogo pubblico. Da quel momento la sua turbolenta vita privata cominciò a divenire oggetto di interesse pubblico. Nel 2006 prima era stato trovato svenuto nella sua auto a Londra, poi arrestato per possesso di cannabis. Sempre nel 2006 una sua imbarazzantissima foto fece il giro dei tabloid. Era stato sorpreso da un fotografo mentre sbucava dai cespugli di un parco di Londra dopo un incontro sessuale con uno sconosciuto.
Nel 2010 l’arresto era scattato perché si era rifiutato di sottoporsi al test dell’alcool dopo aver sfondato una vetrina di un negozio di foto con la sua Range Rover, e rimase in carcere per otto settimane. Lo hanno anche beccato con del crack, nel 2010.
Altre turbolenze d’amore e sesso si sono susseguite in una vita costellata di gloria e di imbarazzo, di trionfi e di paure.
George Michael, perfetto specchio della nostra epoca anche sui social
Un perfetto specchio della nostra epoca. Anche ora, già nei minuti successivi all’annuncio della morte del cantante, sui social network sono cominciati a circolare giudizi sommari sulla sua condotta, collegando due cose che, almeno al momento, non sembrano esserlo. E mentre i sermoni dureranno pochi giorni, la sua musica continuerà ad accompagnare i nostri momenti più intimi, per molti anni ancora.
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