Dalla Germania al Belgio, le alluvioni in Europa causano decine di morti: il ruolo dei cambiamenti climatici nell’aumento di eventi meteorologici estremi.
Almeno 80 persone sono morte a causa delle alluvioni che stanno colpendo tutta l’Europa continentale, ma in modo particolare la Germania, nelle ultime ore. E altre 1.300 risultano disperse. Non a caso, ha affermato la cancelliera tedesca Angela Merkel, il bilancio è destinato probabilmente ad aggravarsi. Le regioni più colpite al momento sono quelle tedesche della Renania, dove la polizia ha registrato 18 morti, e della Vestfalia, con 20 vittime. “È una catastrofe, si può parlare di una tragedia. Sono sconvolta dalle notizie che mi arrivano”, commenta Merkel, che in questo momento si trova in visita istituzionale a Washington, negli Stati Uniti.
'Catastrophic’ flooding hits western Germany leaving dozens dead – video report https://t.co/pi0fOZ2oR4
Ma non è solo la Germania a essere interessata dai nubifragi: anche il Belgio conta infatti almeno altre sei vittime, e addirittura la municipalità di Liegi ha invitato tutti i residenti a evacuare la città, una delle più grandi del paese. Nessuna vittima nei Paesi Bassi e in Lussemburgo che pure sono stati colpiti duramente dall’alluvione che ha provocato lo straripamento di molti fiumi a sud, con le inondazioni che hanno già reso inagibili molte abitazioni.
Da nord a sud dell’Europa sono già giunte le prime manifestazioni di solidarietà: la Francia ha immediatamente inviato nel vicino Belgio 40 uomini della protezione civile e un elicottero con due esperti di salvataggi in acqua, il premier britannico Boris Johnson ha annunciato di voler intervenire al più presto, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli assicura che “l’Unione europea è al vostro fianco e pronta ad aiutarvi”.
Shocking to see the devastating flooding across Germany, Luxembourg, the Netherlands and Belgium.
My thoughts are with the families of the victims and all those affected. The UK is ready to provide any support needed in the rescue and recovery effort.
In Germania intanto, insieme ai soccorsi, è già iniziata la riflessione politica sui cambiamenti climatici, individuati come la principale causa degli eventi meteorologici estremi e anomali di queste ore. Lo ha detto Armin Laschet, premier del land del Renania Settentrionale-Vestfalia e prossimo candidato cancelliere per la Unione Cristiano-Democratica di Germania (Cdu), che a caldo ha spiegato che “c’è la necessità di accelerare sulle misure di protezione del clima”.
Lo ha ribadito anche il ministro dell’Ambiente Svenja Schulze: “Questi eventi dimostrano la forza con cui le conseguenze del riscaldamento globale possono coinvolgere tutti noi, e quanto è importante prepararsi anche meglio ad eventi meteorologici estremi in futuro”.
“Questa è la conseguenza dei cambiamenti climatici”, ha detto, lapidario, anche il ministro dell’Interno, Horst Seehofer.
Eventi estremi e cambiamenti climatici
Dall’inizio dell’estate 2021 in effetti in Europa si sono verificati il 45 per cento di eventi estremi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno tra nubifragi, alluvioni, trombe d’aria e grandinate, fa notare la Coldiretti sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd), dopo un mese di giugno che si classifica come il secondo più caldo mai registrato con una temperatura superiore di 1,5 gradi alla media storica: una tendenza al surriscaldamento in Europa con il moltiplicarsi di eventi estremi che, sottolinea la Coldiretti, hanno pesanti effetti sulla vita delle persone ma anche sulle attività produttive come l’agricoltura.
In #Germania tra i 50-60 dispersi per le alluvioni da record delle ultime ore. 200mila persone senza elettricità. Previste condizioni meteo simili nei prossimi giorni.
— Fridays For Future Italia (@fffitalia) July 15, 2021
E anche i giovani di Fridays for futureesprimono la loro preoccupazione: “Non è che gli eventi estremi non siano mai avvenuti. Ma qui, tra ondate di calore, alluvioni, record di precipitazioni, stanno saltando tutti i tempi di ritorno standard. I mezzi d’informazione dicono che è maltempo, poi passerà…”, con un pizzico di amara ironia.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.
Alcune buone notizie e qualche passo indietro nelle misure previste dal nuovo provvedimento del Consiglio dei ministri, in attesa del testo definitivo.