
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
Nonostante la promessa di abbandonare il carbone entro il 2038, il prossimo anno sarà messo in servizio il nuovo impianto Datteln 4. Ira degli ecologisti.
Una nuova centrale a carbone nonostante il governo abbia annunciato l’abbandono della fonte fossile entro il 2038. In Germania, la notizia dell’apertura del sito battezzato Datteln 4, che dovrebbe essere operativo a partire dal 2020, ha suscitato la collera degli ecologisti. Se infatti dal punto di vista operativo non cambierà molto per il mix energetico tedesco – tenuto conto delle 84 centrali ancora in servizio – da quello politico la scelta assume una valenza non di poco conto.
Nach den gefälschten Motoren von Volkswagen die kohlebefeuerten Windenergieanlagen?
“Das Kohlekraftwerk Uniper Datteln 4 darf in Betrieb genommen werden” https://t.co/Fj3qbqSAlv
BERLIN, 30. Oktober (Reuters). pic.twitter.com/f0FAlzfRk4— Patrick Bréjon (@ereduverseau) November 4, 2019
L’impianto Datteln 4 è di proprietà del gruppo Uniper ed è situato nella Renania del Nord-Westfalia, regione industriale del bacino della Ruhr. Dotata di una potenza pari a 1.100 megawatt, è costata 1,5 miliardi di euro. Un costo enorme, che potrebbe rappresentare da solo la ragione della scelta dell’esecutivo di Angela Merkel. Ma va detto che l’entrata in servizio, inizialmente prevista per il 2011, era stata procrastinata per anni e anni.
.@uniper_energy‘s #Datteln4 #coal plant will go into operation in 2020, trampling over the ?? coal commission’s verdict that no new coal plants should come online & the calls for #climate action by the 1.4m ppl that took part in ??’s #ClimateStrike. #BeyondCoal pic.twitter.com/t9ooSOghfR
— Europe Beyond Coal (@EurBeyondCoal) October 31, 2019
A ciò si aggiunge il fatto che la commissione di esperti incaricata dalla stessa cancelliera di indicare una road map per l’abbandono del carbone, di qui al 2038, aveva raccomandato in modo esplicito di bloccare l’apertura di nuovi impianti. Un riferimento diretto evidentemente proprio alla Datteln 4, dal momento che questa è l’ultima centrale a carbone in costruzione in Germania.
Senza dimenticare che nello scorso mese di settembre il governo di Berlino ha presentato un piano da 100 miliardi di euro per il clima. Piano che, sebbene sia stato oggetto di aspre critiche da parte degli ambientalisti, non aveva indicato in alcun modo la volontà di incrementare lo sfruttamento del carbone. Pur se in modo di fatto temporaneo.
Da parte sua, la Uniper si dice pronta a scommettere sul nuovo sito, “nell’interesse dell’azienda e della comunità”. Dal governo le bocche rimangono invece cucite. Mentre l’associazione Bund, divisione tedesca di Friends of the Earth, ha parlato di “emissioni in crescita di 6-8 milioni di tonnellate all’anno” a causa della nuova centrale e di “sabotaggio” dell’azione climatica.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.
I pannelli fotovoltaici sono la tecnologia verde più utilizzata nella transizione energetica. Ma come smaltirli e riciclarli quando diventano obsoleti?
Il governo vara il ddl che segna l’inizio del ritorno al nucleare, di nuova generazione, per contribuire alla decarbonizzazione. Quali pro e quali contro?
Saudi Aramco, ExxonMobil, Shell, Eni: sono alcune delle “solite” responsabili delle emissioni di CO2 a livello globale.
Il governo vara un decreto per aiutare le famiglie più fragili contro il caro bollette. Ma manca il disaccoppiamento dei prezzi di gas ed elettricità.
Bp aumenterà gli investimenti nei combustibili fossili di circa il 20 per cento, tagliando del 70 per cento quelli nelle rinnovabili.
A cinque anni dall’entrata in funzione di Tap, il progetto di ampliamento della capacità di trasporto di gas riporta l’attenzione sull’opera.
Da una parte, l’Italia stringe un accordo sulle rinnovabili con Emirati Arabi Uniti e Albania. Dall’altra, continua la corsa al gas fossile.
Dopo aver abbandonato il gas russo, l’Austria sta puntando sulle pompe di calore e la geotermia. Un esempio che potrebbe ispirare il resto d’Europa.