Il colosso dell’energia tedesco Rheinisch-Westfälisches Elektrizitätswerk, più noto con la sigla Rwe, ha annunciato la decisione di chiudere le sue centrali a carboneentro il 2030. In anticipo di otto anni rispetto alla data che era stata indicata in precedenza. A confermarlo è stato Markus Krebber, direttore generale della compagnia, nel corso di una conferenza stampa tenuta nella mattinata di martedì 4 ottobre.
Dire addio al carbone e al nucleare è possibile
Si tratta di una notizia particolarmente importante per più di un motivo. In primo luogo per l’enorme quantità di CO2 che non verrà dispersa nell’atmosfera grazie alla chiusura anticipata, tenuto conto del fatto che il carbone rappresenta la fonte fossile in assoluto più dannosa in termini di emissioni climalteranti.
Ma di particolare rilevo è anche il fatto che una nazione che ha ormai da tempo rinunciato all’energia nucleare (benché due centrali saranno tenute temporaneamente in attività fino alla primavera del 2023) sia al contempo in grado di dire addio al carbone. Nonostante, tra l’altro, la crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina e dallo scontro politico con la Russia, che ha provocato anche difficoltà nell’approvvigionamento di gas.
Evitate emissioni di CO2 pari a 280 milioni di tonnellate
L’ecologista Robert Habeck – vice-cancelliere della Germania, nonché ministro dell’Economia e del Clima – è stato in questo senso chiarissimo: “La crisi energetica merita tutta la nostra attenzione in questo momento, ma la vera crisi strutturale della nostra epoca è quella legata al riscaldamento globale”. Altrimenti detto: la questione ucraina rappresenta un fatto contingente, al contrario dei cambiamenti climatici.
German energy giant RWE will phase out coal by 2030, accelerating the closure of some of Europe’s most polluting power plants.https://t.co/WRJAojbJWj
In termini concreti ad essere chiuse entro la fine del decennio saranno tre centrali a carbone capaci di produrre ciascuna 1.000 megawattora, tutte situate in Renania del Nord-Westfalia. In questo modo, secondo quanto precisato da Habeck, si potrà evitare di disperdere nell’atmosfera terrestre 280 milioni di tonnellate di CO2.
Salvo il villaggio di Lützerath
A festeggiare sono infine gli abitanti del borgo di Lützerath, comune situato nei pressi della miniera a cielo aperto di Garzweiler. Quest’ultima avrebbe infatti dovuto essere estesa e i residenti costretti ad abbandonare le loro case. Lo stop anticipato al carbone permetterà al villaggio di continuare ad esistere.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
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