Alcuni ambientalisti sono accampati nella foresta di Grünheide, vicino a Berlino, destinata a essere abbattuta per fare spazio alla fabbrica di Tesla.
- Tesla ha intenzione di ampliare la sua gigafactory vicino a Berlino, abbattendo altri cento ettari di foresta.
- I residenti hanno bocciato il progetto con un referendum non vincolante.
- Da fine febbraio alcuni ambientalisti si sono accampati sugli alberi in segno di protesta.
- Il 5 marzo la fabbrica ha dovuto sospendere la produzione a seguito di un sabotaggio alle linee elettriche.
Il colpo d’occhio è notevole. I lunghi tronchi dei pini che svettano verso l’alto, e le persone che si arrampicano per raggiungere le tende e le casette sugli alberi nelle quali si sono accampate. È la plateale protesta messa in scena a partire da fine febbraio da una coalizione di ambientalisti nella foresta di Grünheide, nei pressi di Berlino. Un polmone verde destinato a essere parzialmente abbattuto per fare spazio all’espansione della fabbrica di Tesla.
Tesla vuole abbattere 100 ettari di foresta
La casa automobilistica americana Tesla ha scelto Berlino per costruire la sua prima gigafactory europea che produce veicoli elettrici e celle. Per la precisione, l’area è quella di Grünheide, a circa 35 chilometri di distanza dalla capitale tedesca, dove sorge una foresta di pini. I lavori, iniziati nel 2020, sono stati rallentati da una serie di problemi burocratici, tra cui una causa intentata dagli ambientalisti, invano, per evitare la distruzione di una parte di foresta. Tra le preoccupazioni dei residenti c’era anche il notevole fabbisogno idrico, considerato che nel corso delle ultime estati l’area è stata soggetta a una forte siccità.
La fabbrica è stata inaugurata nel 2022, alla presenza dell’amministratore delegato di Tesla Elon Musk e del cancelliere tedesco Olaf Scholz. Oggi ci lavorano circa 12mila persone. L’azienda però vuole dare il via ai lavori per ampliarla, al fine di costruire una stazione merci, nuovi magazzini e un asilo aziendale, raddoppiando al tempo stesso la capacità produttiva per arrivare a un milione di vetture all’anno. Questo progetto però impone di abbattere altri cento ettari di foresta.
Gli ambientalisti si accampano sugli alberi
Una prospettiva inaccettabile per i residenti della zona e un’ampia alleanza di gruppi ambientalisti locali. A metà febbraio è stato convocato un referendum non vincolante in cui la maggioranza dei votanti si è espressa per il no. Alla fine del mese, decine di ambientalisti hanno deciso di non restare fermi a guardare e hanno occupato la foresta nei pressi della fabbrica, costruendo casette e piattaforme sugli alberi.
“Siamo qui oggi per mostrare il cartellino rosso al Ceo di Tesla Elon Musk e a tutti coloro che lo stanno aiutando a rendere la sua gigafactory ancora più grande”, commenta un’attivista dell’organizzazione ambientalista Robin Wood. “Musk vuole disboscare e sigillare vaste aree di foresta appena fuori da Berlino per la produzione di milioni di auto elettriche. Ciò mette in pericolo l’approvvigionamento di acqua potabile dell’intera regione, danneggia il clima e ostacola la transizione verso la mobilità sostenibile. Questo non è accettabile. Esprimiamo la nostra solidarietà agli occupanti e agli abitanti di Grünheide, che hanno votato a stragrande maggioranza contro l’espansione. La foresta deve restare!”.
La gigafactory di Tesla costretta a chiudere per un sabotaggio alle linee elettriche
Nelle prime ore del mattino di martedì 5 marzo, mentre erano ancora in corso le proteste, ignoti hanno appiccato il fuoco a un traliccio dell’alta tensione tra Steinfurt e Hartmannsdorf, lasciando senza elettricità i centri abitati circostanti. Inclusa la gigafactory di Tesla a Grünheide che ha dovuto bloccare la produzione ed è stata evacuata. Con danni che l’azienda ha stimato in centinaia di milioni di euro. “Questi o sono i più stupidi eco-terroristi sulla Terra o sono burattini di coloro che non hanno buoni obiettivi ambientali”, ha scritto Elon Musk su X. “Fermare la produzione di veicoli elettrici, invece che di veicoli a combustibili fossili, è estremamente stupido”.
Contattati dai media, i gruppi ambientalisti che stanno occupando la foresta si sono detti estranei all’accaduto. A rivendicare il sabotaggio è stata la formazione di estrema sinistra Vulkangruppe, con una lettera aperta in cui definisce Musk come un “tecno-fascista” e accusa Tesla di capitalismo predatorio, sfruttamento dei lavoratori, degrado ambientale e sorveglianza tecnologica sulla popolazione. Stando a quanto riferito dalla polizia, il gruppo è attivo dal 2011 e ha più volte attaccato infrastrutture per l’elettricità e le comunicazioni. Finora nessuna persona è rimasta ferita a seguito di questi sabotaggi. La polizia ha avviato le indagini per accertare l’autenticità della lettera e ricostruire la dinamica dell’accaduto.
L’articolo è stato pubblicato il 5 marzo e aggiornato il 7 marzo, a seguito dell’incendio doloso.
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