Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
Gerusalemme, la miccia accesa da Donald Trump provoca una rivolta. Almeno un morto e 200 feriti
Dopo il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d’Israele da parte degli Stati Uniti, Hamas minaccia una nuova Intifada. Riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Aggiornamento ore 18:30 – Gli scontri in Cisgiordania nel pomeriggio sono sfociati nella rivolta: fonti internazionali parlano di un palestinese ucciso da un colpo d’arma da fuoco dell’esercito israeliano. Oltre 200 i feriti. Le Nazioni Unite dopo il Consiglio di sicurezza convocato d’urgenza: “Molto preoccupati per il rischio di un’escalation di violenza”.
Dopo l’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale dello stato di Israele (col conseguente trasferimento dell’ambasciata americana da Tel Aviv alla Città Santa), la tensione nei territori palestinesi è palpabile. Nella mattinata di oggi, venerdì 8 dicembre, un reportage della radio francese France Info ha riportato le preoccupazioni e la rabbia della popolazione. Tra i musulmani in molti si augurano un’immediata nuova Intifada, ovvero una “sollevazione popolare”, come già accaduto in occasione delle grandi rivolte del 1987 e del 2000.
https://www.youtube.com/watch?v=ONnFc9ZXJlQ https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=sRudUWG7e7A&has_verified=1
Israele invia rinforzi militari, Hamas sul piede di guerra. Tensione alle stelle a Gerusalemme
Si tratta, d’altra parte, della soluzione preconizzata a poche ore dall’annuncio dell’amministrazione di Washington dal movimento islamico palestinese Hamas. I primi scontri sono già state registrate, provocando decine e decine di feriti, e per questo Israele ha deciso di rafforzare la presenza militare. Un’operazione è stata inoltre eseguita nella striscia di Gaza dopo il lancio di tre razzi verso la nazione ebraica (che non hanno provocato né danni né vittime).
Manifestazioni di protesta contro la decisione degli Stati Uniti sono state organizzate in praticamente tutto il mondo musulmano: dalla Turchia alla Malesia, dal Pakistan alla Tunisia e alla Giordania. L’iniziativa unilaterale di Trump ha inoltre suscitato preoccupazione a livello globale, tanto da aver spinto a convocare una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, prevista per oggi alle 16 (ora italiana).
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