In Kenya la Ghetto Classics Orchestra contrasta il crimine giovanile con la musica

Korogocho è la terza baraccopoli di Nairobi, la capitale del Kenya. Lo slum è ubicato su un’enorme montagna di rifiuti che costituisce la discarica di Dandora (la più grande area per la raccolta di rifiuti della capitale) e al suo interno vivono circa duecentomila persone all’interno di baracche di lamiera costruite su una superficie che

Korogocho è la terza baraccopoli di Nairobi, la capitale del Kenya. Lo slum è ubicato su un’enorme montagna di rifiuti che costituisce la discarica di Dandora (la più grande area per la raccolta di rifiuti della capitale) e al suo interno vivono circa duecentomila persone all’interno di baracche di lamiera costruite su una superficie che si estende per poco più di un chilometro e mezzo quadrato.

Baracche e sporcizia a  Korogocho, a Nairobi: il terzo slum della capitale del Kenya.
La baraccopoli di Korogocho, a Nairobi: il terzo slum della capitale del Kenya.

Nonostante a poco meno di due chilometri da Korogocho sorga Muthaiga, una delle zone più ricche di Nairobi, nello slum regna una disperata povertà: abuso di alcol e droga vanno di pari passo alla diffusione di Hiv e Aids, le violenze domestiche sono all’ordine del giorno e lo strozzinaggio raggiunge livelli smisurati.

La storia di Elizabeth Njoroge, fondatrice della Ghetto Classics Orchestra

Korogocho è un luogo dove i bambini sono costretti a crescere molto in fretta e dove gli adolescenti si ritrovano a fare i conti con il crimine in modo quasi automatico. È anche per cercare di contrastare l’equazione povertà-criminalità e dare a questi bambini e adolescenti un momento di evasione dalle brutture dello slum che Elizabeth Njoroge, nel 2008, ha deciso di fondare la Ghetto Classics Orchestra.

“La musica ti fa dimenticare il mondo intorno a te. I problemi possono essere lasciati per un attimo da parte per concentrarsi sulle cose positive della vita”, è così che la pensa Elizabeth Njoroge. La musica dà anche ai bambini più poveri le competenze per superare le sfide quotidiane: se si riesce a padroneggiare uno strumento, si può dunque dominare la vita.

Elizabeth Njoroge canta sul palco durante un concerto.
Elizabeth Njoroge durante una performance canora. Credit Safaricom Ltd.

Elizabeth è cresciuta proprio a Nairobi. Sin da piccola si è appassionata alla musica e a quattro anni ha iniziato a prendere lezioni di pianoforte. Crescendo si è trasferita prima in Canada e poi nel Regno Unito per seguire la sua seconda passione: le discipline mediche. Si è laureata in biochimica e in farmacia, ma non ha mai messo da parte l’amore per la musica. Ad un certo punto della sua vita ha anche pensato di dedicarsi alla carriera da musicista professionista, ma al New York Times ha detto: “Non ne ho avuto il coraggio”.

Quando nel 2003 Njoroge è tornata a Nairobi, è colpita non solo dal fatto che vi fossero poche iniziative musicali, ma anche dal fatto che le poche scuole di musica fossero indirizzate esclusivamente alla comunità bianca. Nel 2007 Njoroge inizia a condurre un programma di musica classica in una radio locale e, grazie al suo successo, capisce che molte più persone di quante pensava provavano interesse per la musica classica, anche al di fuori della comunità bianca e più abbiente.

La Ghetto Classics Orchestra a Korogocho

Nel 2008 Njoroge decide di avviare il programma Ghetto Classics con lo scopo di fornire educazione musicale per avvantaggiare i giovani dello slum di Korogocho e di altre zone povere della capitale keniota. Il progetto parte con soli 14 bambini che utilizzano strumenti presi in prestito dal Kenya Conservatoire of Music e ha una cadenza bisettimanale. Col tempo, grazie alle donazioni, l’orchestra riesce ad acquistare abbastanza strumenti per lezioni più regolari.

Nel 2013 l’orchestra fa un grande passo in avanti: Njoroge decide di unire all’interno della Ghetto Classics Orchestra bambini che vivono nelle condizioni più disperate a bambini provenienti da ambienti più privilegiati. Da questo momento l’orchestra si fa anche portatrice di integrazione (e trasformazione) sociale in un Paese dove le disuguaglianze socio-economiche sono portate agli estremi.

Il successo dell’orchestra

Ad oggi la Ghetto Classics Orchestra fa parte del più ampio progetto Art of Music Foundation Kenya, istituito nel 2009 per arricchire la vita dei giovani kenioti attraverso la musica; conta più di ottanta bambini che vivono l’orchestra come una seconda casa ed altri seicento bambini, provenienti dalla baraccopoli di Korogocho e da altre cinque comunità povere di Nairobi, partecipano al programma di educazione musicale Ghetto Classics. Da qualche mese è stata anche raggiunta la città costiera di Mombasa.

L’orchestra si è già esibita per il presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, e per Papa Francesco; il suo repertorio include la colonna sonora del film Pirati dei Caraibi composta da Hans Zimmer, ma anche i successi di Miriam Makeba; tanti i musicisti internazionali (come Branford Marsalis, Kirk Whalum e Salif Keïta) che si sono recati a Korogocho per tenere master class e Mr. Whalum, sassofonista vincitore di un Grammy, è stato così ispirato dalla Ghetto Classics che ha espresso il desiderio di scrivere una compopsizione originale appositamente per l’orchestra.

La Ghetto Classics Orchestra è un’altra dimostrazione di come la musica sia da considerarsi un potente strumento di fusione e di trasformazione sociale, promotrice di una società più equa e giusta, dove individui di diverse razze e provenienti da diverse comunità diventano un’unica entità, con lo scopo di “suonare” e vivere in armonia.

Immagine di copertina: alcuni membri della Ghetto Classics Orchestra durante le prove. Foto da http://www.artofmusic.co.ke

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