“Se prendiamo un cubetto di ghiaccio dal freezer e lo lasciamo fondere, per salvare quello che resta sarà necessario rimetterlo in ghiacciaia”.
Questa frase di Renato Colucci, glaciologo presso l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar – Cnr), spiega perfettamente perché la fusione dei ghiacci in Groenlandia ha raggiunto il punto di non ritorno, cioè questi continueranno a sciogliersi anche se le temperature medie globali resteranno invariate, smettendo di salire per colpa del riscaldamento globale.
Perché la Groenlandia è al punto di non ritorno
Ad aver dato la triste notizia sono stati dei ricercatori dell’università statale dell’Ohio, negli Stati Uniti, che hanno pubblicato il proprio studio sulla rivista scientifica Nature communications Earth & environment. Esaminando le osservazioni trentennali della calotta glaciale, sono giunti alla conclusione che sull’isola – un territorio danese autonomo situato tra l’oceano Atlantico del nord e l’oceano Artico – si è rotto l’equilibrio che, fino agli anni Novanta dello scorso secolo, vedeva la neve accumulata compensare la quantità di ghiaccio fuso.
Greenland's ice sheet has passed the point of no return, study says. The study, published in the British journal, 'Communications Earth & Environment.' It suggests that even if the effects of climate change were to reverse today, Greenland's glaciers would continue to melt. pic.twitter.com/PauBWOFD2C
“Le nevicate invernali non riescono a contrastare lo scioglimento della calotta glaciale”, chiarisce Michaela King, fra le autrici dello studio. “I ghiacci si sono ridotti abbastanza da far sì che molti di loro si trovino in acque più profonde, il che significa che è aumentata la quantità di ghiaccio a contatto con l’acqua, la quale facilita ulteriormente la fusione rendendo ancora più arduo il ritorno alle condizioni precedenti”.
Groenlandia, le conseguenze dell’alta pressione dell’anno scorso
Purtroppo, tutto questo è dovuto al fatto che l’Artide si sta scaldando più velocemente di qualunque altra regione terrestre. Nel 2019 si sono sciolte un milione di tonnellate di ghiaccio al minuto, la maggior parte delle quali nel mese di luglio, per un totale di 532 miliardi di tonnellate. Un record storico, che supera del 15 per cento il precedente, registrato nel 2012. È come se ogni secondo si fosse riversato in mare l’equivalente di sette piscine olimpioniche. Se tutto il ghiaccio presente in Groenlandia dovesse fondersi, ne conseguirebbe un innalzamento del livello dei mari pari a sei metri.
Anziché farci prendere dal panico, però, dobbiamo fare tesoro delle informazioni di cui disponiamo. “È sempre positivo imparare di più sugli ambienti glaciali, dato che possiamo solo migliorare le nostre previsioni sulla rapidità con cui la situazione cambierà in futuro. E questo non può che aiutarci con le strategie di adattamento e mitigazione. Se comprendiamo queste dinamiche, possiamo essere pronti”, conclude King. Meglio non perdere altro tempo, dunque, ascoltare gli scienziati e seguire i loro consigli per preservare ogni singolo frammento di Pianeta che ancora possiamo gelosamente custodire.
Il primo agosto in Groenlandia si è sciolto così tanto ghiaccio che avrebbe potuto riempire 4,4 milioni di piscine olimpioniche. Un documentarista ha scattato delle foto che lo dimostrano.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.