Il 22 febbraio il ghiaccio marino antartico aveva un’estensione di 1,98 milioni di chilometri quadrati. Il valore più basso mai rilevato dai satelliti.
Martedì 22 febbraio il ghiaccio marino antartico, cioè quello che circonda le coste del continente, aveva un’estensione di 1,98 milioni di chilometri quadrati. Addirittura meno rispetto al precedente record negativo di 2,1 milioni di chilometri quadrati, risalente al mese di marzo del 2017. Non era mai stata registrata una superficie così ridotta da quando sono state avviate le rilevazioni satellitari, alla fine degli anni Settanta. È quanto emerge dai dati del National snow and ice data center di Boulder, in Colorado.
Che differenza c’è tra il ghiaccio marino antartico e quello artico
Un dato “senza precedenti”, sottolinea al New York Times Marilyn N. Raphael, professoressa di Geografa presso l’università della California a Los Angeles. Dovuto in parte all’aumento della temperatura delle acque, in parte ad altri fattori che andranno studiati nei prossimi mesi.
➡️ For the first time in the satellite record, #Antarctic sea ice extent has fallen below 2 million square kilometers…
Il ghiaccio marino antartico e quello artico infatti seguono dinamiche differenti. Il primo innanzitutto non comprende il polo sud, ma circonda il continente dell’Antartide. Ha un’estensione molto variabile di anno in anno e, nel suo insieme, ha visto un graduale aumento della fine degli anni Settanta in poi, fino a raggiungere il picco nel 2014. Nei tre anni successivi, però, è crollato fino ai 2,1 milioni di chilometri quadrati del 2017. Da allora sembrava essersi ripreso, salvo poi subire questo nuovo declino. Anche se molti esperti concordano sul fatto che il riscaldamento globale sia destinato a diminuirne l’estensione, questo rapporto di causa-effetto non è stato ancora suffragato da solide evidenze scientifiche.
Al contrario, l’Artico si sta riscaldando a un ritmo tre volte più veloce rispetto al resto del Pianeta e ciò contribuisce – in modo evidente e documentato – anche alla diminuzione del ghiaccio marino (che comprende anche il polo nord). A settembre del 2020, per la seconda volta in quattro decenni, la sua estensione è scesa al di sotto dei 4 milioni di chilometri quadrati. E tutti i record negativi sono stati toccati negli ultimi 15 anni.
L’ecosistema marino in Antartide sta cambiando
“La nostra recente spedizione scientifica in Antartide ha confermato che la crisi climatica ha già un impatto sulle specie chiave della regione”, dichiara Laura Meller, consulente della campagna Protect the oceans lanciata dall’organizzazione ambientalista Greenpeace. Per esempio, i pinguini gentoo (Pygoscelis papua), noti per la loro eccezionale velocità di nuoto di 30 chilometri orari, sono già costretti a riprodursi più a sud. I cambiamenti climatici hanno spostato verso sud anche il krill antartico (Euphausia superba), un crostaceo che ha un ruolo cruciale nella catena alimentare marina. La risposta da parte delle istituzioni, sostiene Greenpeace, dev’essere determinata: è indispensabile tutelare gli oceani attraverso una rete di santuari, in cui tutte le attività umane dannose siano vietate.
Alla fine si è staccato ed è grande come la Liguria. È l’iceberg A68 che ora non fa più parte della penisola antartica Larsen C. Il rischio è che collassi del tutto.
È certamente un inverno anomalo, quello registrato nell’Artico quest’anno. E se le temperature medie lo scorso novembre hanno toccato punte mai registrate, ora a segnare il valore più basso è la copertura dei ghiacci, che in questo periodo dovrebbe invece essere al suo massimo. A gennaio 2017 il ghiaccio artico misurava in media 13,38 milioni
La nuova edizione del Climate change performance index constata troppi pochi passi avanti, da troppi paesi, per abbandonare le fossili. Italia 43esima.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
L’Antartide, anche noto come sesto continente, in alcuni punti si sta sciogliendo a una velocità superiore del 70 per cento rispetto al decennio scorso (1994-2003). Lo spessore delle coste ghiacciate del polo Sud è sempre più sottile e nel giro di due secoli potrebbe dimezzarsi. I dati sono presenti in una ricerca pubblicata