Il programma europeo Copernicus ha pubblicato il suo bollettino mensile.
Il mese di luglio 2022 è uno dei tre più caldi mai registrati a livello globale.
L’estensione del ghiaccio marino antartico non era mai stata così bassa a luglio.
Le acque che circondano la calotta glaciale dell’Antartico orientale si stanno scaldando a un ritmo sempre più veloce.
Copernicus, il programma europeo per il monitoraggio dei cambiamenti climatici, ha pubblicato il suo bollettino mensile per il mese di luglio 2022. Ancora una volta, i dati testimoniano le conseguenze tangibili della crisi climatica in corso. Le misurazioni effettuate da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo testimoniano che quello del 2022 è uno dei tre mesi di luglio più caldi mai registrati a livello globale, con una temperatura media che supera di quasi 0,4 gradi centigradi il periodo 1991-2020. Ciò si ripercuote anche sul ghiaccio marino antartico.
I dati sulla superficie del ghiaccio marino antartico
A luglio 2022 l’estensione del ghiaccio marino antarticosi è attestata su una media di 15,3 milioni di chilometri quadrati. Si tratta di 1,1 milioni (cioè il 7 per cento) in meno rispetto alla media registrata nello stesso mese nei tre decenni compresi tra il 1991 e il 2020. Nei 44 anni in cui sono state effettuate queste rilevazioni, non era mai stato registrato un valore così basso nel mese di luglio.
Già il mese precedente tale superficie si era fermata a 11,2 milioni di chilometri quadrati, il 3 per cento in meno rispetto alla media del periodo 1991-2020 per giugno. Anche in questo caso si trattava di un record storico negativo.
“Vale anche la pena di notare che l’estensione del ghiaccio marino antartico era al di sopra della media un anno prima, nel luglio 2021”, si legge nel sito di Copernicus. Il che dimostra la sua grande variabilità interannuale.
#Antarctic sea ice extent continues as the lowest on record in early August. This has been the case through all of July.
Data from @NSIDC. There is large variability (of several timescales) in the Antarctic, which is often related to anomalous winds and oceanic variability. pic.twitter.com/EcCoKTLgVM
Le acque che circondano la calotta glaciale non sono mai state così calde
A testimonianza di quanto le condizioni della zona siano assolutamente anomale, un articolo pubblicato su Nature climate change si focalizza sulla calotta glaciale dell’Antartico orientale, la più grande del pianeta, con un’estensione di 9,86 milioni di chilometri quadrati, uno spessore medio di 2.500 metri e un volume di 22 milioni di chilometri cubi. Dopo aver studiato le osservazioni oceanografiche di quasi novant’anni, i ricercatori arrivano a dire che le acqua che circondano la calotta non sono mai state così calde. Nello specifico, la loro temperatura è aumentata di 0,1-0,4 gradi centigradi per decennio durante la prima metà del Ventesimo secolo. Un ritmo che è accelerato a partire dagli anni Novanta, arrivando a 0,3-0,9 gradi per decennio.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.