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Ghibli Hybrid, comincia da qui la svolta elettrica Maserati
Il difficile addio ai carburanti fossili per inseguire un futuro elettrico (senza sacrificare le emozioni). Ghibli Hybrid, la “redenzione” di Maserati parte da qui. E non è che l’inizio…
Non è facile, per nessuno. Figuriamoci per un marchio che da sempre lega la sua immagine, e le sue auto, a prestazioni, emozioni. A fiumi di benzina. Eppure, tocca a tutti. La progressiva elettrificazione non è più un’opzione per i costruttori dell’auto. Una transizione che per Maserati – marchio destinato a diventare il simbolo dell’elettrico prestazionale nel gruppo Stellantis – è cominciata nel 2020 con Ghibli Hybrid, la prima auto dell’iconico marchio elettrificata, “l’anello di congiunzione tra il passato e il futuro” come amano definirla a Modena. E non è che l’inizio.
All’orizzonte c’è Folgore, il nome scelto per identificare il programma di elettrificazione (e la futura gamma di modelli elettrica) del marchio. Un programma che prevede l’arrivo già nel 2022 di altri modelli, questa volta completamente elettrici, che sfrutteranno tecnologie sviluppate nella Formula E: le coupé e spider Gran Turismo e Gran Cabrio, la super sportiva MC 20 e, entro il 2023, anche il suv elettrico Grecale. Un’elettrificazione tutta Made in Italy quella di Maserati, incluse le batterie destinate ai nuovi modelli elettrici che – assicura una nota della casa modenese – “saranno prodotte presso lo stabilimento di assemblaggio Mirafiori battery Hub di Torino”.
Sistema ibrido a 48 volt e 330 cavalli di potenza
Intanto, abbiamo deciso di raccontarvi la prima volta. Ossia quella Ghibli Hybrid che Maserati ha scelto per compiere il suo primo passo verso una maggiore efficienza. Un passo di avvio, una strada imboccata senza troppi traumi (né rivoluzioni a dire il vero…). Ma è un segnale forte, comunque. Pensare di offrire a un pubblico di nicchia un’auto ad alte prestazioni con l’impegno di ridurne l’impatto non è cosa semplice.
Così si comincia con un motore più piccolo (2 litri – per Maserati è “piccolo”, 4 cilindri) accoppiato a un sistema ibrido a 48 volt, il cosiddetto mild hybrid. La potenza è rimasta notevole, 330 cavalli. Il piacere di guida, intatto. Il suono del motore – un aspetto irrinunciabile per chi ama la passione e non si è ancora abituato ai piaceri del silenzioso elettrico – sempre graffiante (seppur in misura minore del motore V6). Insomma, la Ghibli Hybrid è rimasta una Maserati, solo più efficiente, connessa. Un primo passo verso la sostenibilità
Ghibli Hybrid, più leggera ed efficiente
Aggiungere prestazioni e ridurre i consumi era la missione. Un esercizio non facile. Eppure a Modena ci sono riusciti. Come? Banalizzando, recuperando energia in decelerazione e in frenata. Ricaricando la batteria nascosta sotto il baule per poi riusare quell’energia per rendere le accelerazioni più pronte, specie ai bassi regimi. Funziona! L’abbiamo detto, la Ghibli Hybrid non è la rivoluzione, ma l’inizio di un viaggio rivoluzionario quello sì. Alleggerita – altro aspetto cruciale verso quella “sostenibile leggerezza dell’auto” ormai divenuto un mantra per ogni costruttore – con pesi meglio distribuiti. Persino più maneggevole e divertente da guidare. Ecco, questo è il punto. Sono in molti gli automobilisti che amano ancora divertirsi, ma che hanno capito che a farne le spese non può più essere l’ambiente, il pianeta.
Pochi dettagli blu per sottolineare le differenze
Non cercate grandi segni esteriori di cambiamento. La Ghibli Hybrid non è molto diversa dagli altri modelli, benzina o diesel che siano. Pochi dettagli, di colore blu, colore un po’ abusato ma pur sempre dalla forte carica simbolica. Blu le prese d’aria sul parafango anteriore. Blu sono le pinze dei freni. Blu, ancora, una piccola saetta inserita nel marchio. Stop. Anche dentro non cambia molto. Volante sportivo con le leve del cambio in alluminio. I sedili sportivi, raffreddati o riscaldati. La cura artigianale, profusa, ovunque. Scontate le prese Usb, comoda la ricarica wireless per il telefonino (di serie o optional a seconda dei mercati) che è all’interno del vano porta telefono. Perfetta la posizione di guida. Adeguato lo spazio, ideale per quattro.
La pelle sui sedili c’è ancora, ovunque. Purtroppo. E non è “eco”… Serve tempo per queste “sottigliezze”. C’è però, volendo, una fibra naturale di seta. Dal grande schermo touch, elegantemente senza cornice, si comanda tutto il comandabile. Immancabile l’app Maserati connect. C’è pure l’assistente virtuale personale. Le info sul traffico si aggiornano in tempo reale, come le mappe del navigatore. Il minimo direte. Già.
Poi ci sono altri aspetti. Il climatizzatore capace di riconoscere il livello di inquinamento esterno dell’aria, la chiusura assistita delle portiere, il baule che si apre elettricamente con il gesto di un piede (perfetto quando si hanno le mani occupate).
C’è la tecnologia Bosch dietro l’elettrificazione Maserati
Abbiamo chiesto a Bosch, che fornisce i componenti chiave per il sistema a ibrido a 48 V della Maserati Ghibli Hybrid, un approfondimento sulla tecnologia utilizzata. Dalla “batteria a 48 V agli ioni di litio al converter e alla centralina elettronica, questo pacchetto tecnologico contribuisce ad aumentare le prestazioni e a ridurre le emissioni di CO2, recuperando l’energia in decelerazione e ottimizzando l’utilizzo del motore elettrico a supporto del motore termico”, ci hanno spiegato in Bosch.
A dare alla Ghibli un livello di efficienza decisamente migliore anche il sistema Boost recuperation system che immagazzina l’energia nelle fasi di frenata nella batteria a 48 V restituendola in seguito quando il guidatore accelera, “in questo modo, è richiesta una quantità di carburante inferiore riducendo, di conseguenza, la quantità di CO2 nello scarico e contenendo i consumi”.
Oltre alla tecnologia ibrida, l’azienda tedesca ha sviluppato per la Ghibli Hybrid anche le funzioni di assistenza alla guida, gli Adas, che regolando velocità, accelerazione, frenata e sterzo del veicolo migliorano la sicurezza e di fatto rendono possibile una guida autonoma, seppur parziale. Radar e telecamere sorvegliano ciò che accade attorno all’auto, minimizzando il rischio di collisioni, il superamento (involontario) della carreggiata, o dei limiti di velocità. Il risultato è un senso di sicurezza e di serenità di guida notevole.
La sfida (non facile), far convivere efficienza e piacere di guida
Mettere insieme efficienza e piacere di guida non è semplice. Ma un marchio come Maserati non poteva rinunciare a una delle caratteristiche che hanno reso famoso il marchio nel mondo. Dunque, non sorprende se anche questa versione ibrida della Ghibli rispetti le “tradizioni”: cambio automatico a otto rapporti da usare anche in modalità manuale, modalità “Sport” per sfruttare tutta la potenza (a scapito, ovvio, dei consumi), sospensioni a controllo elettronico (il comfort è davvero notevole). L’ibrido non ha tolto fascino alla Ghibli, né piacere di guida, anzi. Il motore turbo, grazie alla componente elettrificata (seppur minima), è ancora più pronto e veloce. Notevoli anche i freni e lo sterzo, al vertice per tecnologia ed efficienza.
Il risultato è un’auto sopra le aspettative comuni. Tradotto, un’auto che offre comfort, livelli di sicurezza e di performance decisamente elevati. Grazie anche a un sistema capace di agire in modo predittivo sulla guida, adeguando freni e potenza alle diverse situazioni. Le prestazioni? Accelerazione 0-100 km/h in 5,7 secondi, velocità massima 255 km/h. A cui corrispondono consumi (dichiarati) di 8-9 l/100 km – molto variabili a seconda dello stile di guida – ed emissioni di 183-213 g/km, dati progressivamente destinati ad evolversi con la progressiva elettrificazione e in linea con gli impegni presi dal gruppo in tema di sostenibilità.
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