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Viaggio in Giappone attraverso l’armonia dei suoi giardini
Studiati per indurre quiete di spirito e rilassare la mente, in Giappone i giardini ci insegnano a prenderci cura dei dettagli della natura.
“Il canto dell’usignolo”. “La prima fioritura di pesco”. “Le rane iniziano a gracidare”. Sono solo alcuni dei nomi che i giapponesi hanno dato alle stagioni. O meglio alle micro-stagioni, ben 72, secondo l’antico calendario nato dall’osservazione di ogni piccolo cambiamento in natura. E proprio l’osservazione accurata degli elementi è ciò che contraddistingue la cultura di questo popolo. Una ricerca dell’armonia che trova radice nell’animismo alla base della spiritualità scintoista, dove il divino alberga anche in un sasso o in una pianta. Proprio da qui si origina quel rapporto contemplativo con l’ambiente, che crea giardini nati per essere osservati ascoltando lo scorrere dell’acqua nelle rocce. E ancora il minimalismo della filosofia zen, una pratica introdotta dai monaci buddisti che conferisce all’essenzialità la via per trovare pace interiore. Armonia, spiritualità e natura diventano dunque un tutt’uno, guidando lo sguardo di chi cammina tra le quinte verdi dei giardini giapponesi. Ecco allora in che modo accostarsi alla natura quando si viaggia nel Sol Levante.
Ogni fioritura ha un significato spirituale
“Wabi-sabi” è un concetto che racchiude tanti significati: dalla bellezza, semplicità e armonia fino all’imperfezione e alla caducità. Già, perché ogni elemento naturale nella cultura giapponese assume un significato simbolico e ci parla un po’ anche di noi, creature di passaggio su questa Terra. Così un fiore non è più un semplice fiore, ma un invito a riflettere. Partendo dalle camelie invernali, che non perdono petali ma cadono dalle piante intere simboleggiando l’amore eterno, ma anche la vita che s’interrompe. Passando alle fioriture di ciliegio primaverili, tanto belle quanto brevi e delicate, che evocano la fragilità dell’esistenza e la rinascita. E che dire dei fiori di loto e delle ninfee estive? Fioriscono da fondali acquatici e melmosi (le impurità e bassezze umane) elevandosi a rinascita spirituale sulla superficie dell’acqua.
Anche il crisantemo, fiore d’autunno, assume in Oriente un significato particolare. Non è associato alla morte, come succede in Occidente, bensì al contrario è simbolo d’immortalità e forza vitale che resiste anche al freddo senza perdere il suo vigore.
Quattro passi nei giardini giapponesi
Nei giardini giapponesi sorti nei secoli attorno alle residenze imperiali tutto è pensato per creare giochi di prospettive che amplificano la bellezza. Diversi sono i punti di osservazione studiati per generare l’illusione di uno spazio più ampio: dai ponticelli sui laghi ai sentieri di diverse grandezze che finiscono tra le fioriture e le piante. Anche i suoni della natura contribuiscono all’equilibrio dell’ambiente e l’acqua gioca un ruolo fondamentale con il suo scorrere sui ciottoli dei lavabi in pietra. Nei giardini zen, detti anche dry garden (giardini secchi), invece, gli elementi essenziali sono pietre e sabbia rastrellata ad arte per creare il movimento. Ideati dai monaci buddisti vogliono indurre la quiete della mente e dello spirito favorendo la meditazione.
Tra Kyoto, Nara e Tokyo
Un viaggio in Giappone non può prescindere dalla visita di un giardino tradizionale. Dopotutto se ne trovano molti, soprattutto attorno all’antica capitale Kyoto, che per oltre mille anni fu sede imperiale. Tra le bellezze più scenografiche c’è il Kinkaku-ji, il tempio dorato che si specchia nelle acque del lago circostante tra pini neri e rocce. Ma l’essenza più autentica si assapora insieme al tè, servito con la cerimonia dedicata, nei giardini più intimi e meno noti. Succede ad esempio al Murin-An che apre le sue porte per visite private al tramonto, quando osservare anche i cambi di luce e l’illuminazione artistica della sera. Durante la visita si possono perfino conoscere i segreti della botanica dalla bocca dei giardinieri, veri e propri custodi di un’arte secolare.
Bellissimi giardini si possono ammirare all’interno del tour “Dai samurai alle leggende giapponesi” di Turisanda, brand di viaggi che quest’anno spegne cento candeline e per celebrare questo traguardo propone una collezione di viaggi limited edition.“Un viaggio attraverso il Giappone è un viaggio attraverso la bellezza. E una delle forme in cui essa trova la sua massima espressione è la natura, a sua volta sublimata nell’incanto dei tradizionali giardini. Essi regalano un’esperienza immersiva naturalmente mindfullness. L’armonia estasia la vista nel mentre che la pace avvolge lo spirito. Nessun elemento è messo lì a caso. Un’antica arte, sapienti mani e complesse tecniche, conducono lo sguardo in un viaggio dei sensi. Magari sorseggiando una tazza di delicato tè. Quale modo migliore per immergersi nello spirito giapponese più vero?”, spiega Barbara Galentino, Destination manager del Giappone per Turisanda.
Immersa in boschi popolati da curiosi cervi, anche Nara merita il tempo necessario per scoprirne la cultura attraverso gli angoli verdi. Siamo nella culla della civiltà giapponese, con la prima capitale stabilitasi quando la cultura dominante era quella buddista. E infatti sono decine i templi e le pagode che fanno capolino da parchi e giardini. Tra questi spiccano il Todai-ji, con la più grande statua del Buddha in bronzo del Giappone, la pagoda a cinque piani di Kofuku-ji e il santuario Kasuga Taisha con il grande viale punteggiato da lanterne.
E persino la caotica Tokyo, tra grattacieli e incroci affollati, trova il tempo e lo spazio per giardini zen e parchi boscosi. Succede al quieto parco nazionale Shinjuku Gyoen, che offre prati, boschi di cipressi e alberi secolari dove le famiglie si riuniscono per i pic nic a due passi dai tentacolari quartieri Shinjuku e Shibuya. O ancora il santuario scintoista Meiji, immerso in un bosco alle spalle dal bizzarro quartiere Harajuku e le distese di loto popolate da aironi di Ueno park.
La natura guida i passi di chi visita il Giappone insegnando il rispetto per ogni elemento, che sia un sasso o un fiore. Dopo aver conosciuto i segreti dei suoi giardini nessuno guarderà più la vegetazione e i suoi cambiamenti con gli stessi occhi. Siamo sicuri che le stagioni siano solo quattro?
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