In Piemonte, a pochi chilometri dal confine francese, la Valle Maira offre tutto ciò che chi ama l’autenticità dei territori montani cerca.
I giardini botanici di Villa Taranto, un viaggio nei 5 continenti
Le visite ai giardini botanici di Villa Taranto, dove crescono oltre 20mila piante, provenienti da tutto il mondo sono ricominciate. Fino al primo novembre.
I giardini botanici di Villa Taranto, situati a Pallanza, lungo la riva occidentale del lago Maggiore, quest’anno saranno aperti al pubblico dal 16 marzo fino al primo novembre. Passeggiarvi significa attraversare Paesi lontani: nei sedici ettari che costituiscono questo parco straordinario, considerato da un sondaggio degli utenti del sito Theneeds il più bello al mondo, crescono oltre ventimila piante, provenienti da ogni continente, in un contesto paesaggistico di grande armonia.
Un luogo voluto dal capitano scozzese Neil Mc Eacharn (1184-1964), appassionato di botanica e dell’Italia, tanto da acquistarvi, nel 1931, la proprietà che ribattezzò Villa Taranto, in onore di un antenato nominato duca di Taranto da Napoleone. Si dedicò al restauro dell’abitazione e alla sistemazione del giardino, in cui unì stile paesaggistico all’inglese, elementi tipici del giardino all’italiana e del collezionismo botanico.
L’architettura del giardino venne completamente rinnovata. In trenta anni di lavori, il capitano quasi raddoppiò la superficie dei terreni, sradicò gran parte della vegetazione presente. Furono creati soleggiati giardini a terrazza e avvallamenti ombrosi, per permettere di acclimatarsi non solo alle piante provenienti da regioni temperate e fredde, ma anche a quelle originarie di zone subtropicali, raccolte da McEacharn durante i suoi innumerevoli viaggi in Australia e in Asia Orientale.
Fu persino realizzato un impianto d’approvvigionamento idrico che permette di utilizzare per le annaffiature l’acqua del lago. Scavò una valletta artificiale, per coltivarvi le piante meno rustiche, costruì i giardini terrazzati per quelle da pieno sole, la serra per il ricovero delle mediterranee e un’altra per le piante tropicali e subtropicali. E piantò migliaia e migliaia di specie.
Il risultato del riassestamento è un parco-giardino all’inglese con ben sette chilometri di viali, dove in primavera incanta la spettacolare fioritura della Paulownia tomentosa, delle azalee, delle dalie e di centinaia di varietà di rododendri.
Mc Eacharn donò poi questo gioiello prezioso allo stato italiano che lo aprì al pubblico nel 1952, costituendo l’ente dedicato ai giardini botanici di Villa Taranto per la sua gestione. Nell’agosto 2013, un tornado ha gravemente danneggiato i giardini, sradicando quasi 800 piante, ma i vuoti fra la vegetazione che si sono creati hanno permesso di mettere a dimora nuove collezioni, cosa che il capitano, oggi, avrebbe sicuramente approvato.
Tra le presenze vegetali più significative, vi sono due grandi sequoie (Metasequoia glyptostroboides), numerose felci arboree (Dicksonia antarctica), l’enorme ninfea equatoriale Victoria cruziana, fiori di loto e molte altre piante acquatiche, un esemplare unico in Europa di un albero originario della Cina di Emmenopterys henryi che qui fiorì, per la prima volta in Europa, nel luglio 1971.
Si trovano piante come il Peccio himalayano, come il cipresso del Kashmir, come la Dicksoniana antartica, bellissima felce arborea di provenienza australiana, collocata nella suggestiva valletta che ospita le piante più rare e delicate. E poi ciliegi, magnolie, camelie, ortensie, dafne, kalmie, lillà, cornioli, un labirinto di 1.500 dalie e, di nuovo impianto, oltre 30mila muscari, in fiore proprio in questo periodo. Una varietà in grado di regalare sorprese ed emozioni ogni mese.
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