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Nel ginkgo il segreto per ringiovanire il cervello e migliorare la circolazione
Stress e invecchiamento allentano le funzioni cognitive. Gli estratti di ginkgo biloba possono aiutarci a ritrovare memoria e concentrazione a tutte le età.
Il ginkgo biloba è l’albero più antico del mondo. È infatti l’unica specie sopravvissuta di una classe di piante, le ginkgoine, diffuse sul Pianeta oltre 250 milioni di anni fa. Benché sia considerato un “fossile vivente” il gingko è tutt’altro che un residuo mummificato del passato. È una pianta forte e maestosa, venerata in Estremo Oriente per la sua eccezionale longevità. Con le eleganti foglioline a due lobi (da cui il nome) il ginkgo può resistere a temperature inferiori ai -30°C, è immune a qualsiasi parassita ed è addirittura sopravvissuto alle radiazioni nucleari della bomba di Hiroshima. Originario della Cina, ma oggi coltivato anche in Europa e America, il ginkgo è dunque un albero speciale, e le sue virtù di longevità e giovinezza sono le stesse che può trasmettere al nostro organismo e in particolare al sistema nervoso e al cervello.
Principi attivi ed effetti del ginkgo biloba
Da quando è stato introdotto in Europa alla fine del 1600 il ginkgo ha conosciuto un crescente successo. “Oggi è una delle piante più utilizzate in fitoterapia a livello mondiale, e anche delle più studiate”, spiega Warner Mainini, farmacista esperto di prodotti naturali e direttore della Farmacia Comunale di Pogliano Milanese (Mi): “I principi attivi si estraggono dalle foglie; si tratta di composti (lattoni terpenici o ginkgolidi A,B, C e bilobalidi) in grado di esercitare un’azione protettiva sui neuroni cerebrali. Questa si esplica in vari modi. Il ginkgo ostacola il decadimento cerebrale, stimola la memoria a breve termine e la capacità di concentrazione e, addirittura, aumenta nel cervello i livelli di sostanze ad azione antidepressiva e psicostimolante”. Sono numerosi gli studi clinici che hanno valutato l’efficacia di questa pianta in pazienti con deficit di memoria legati all’invecchiamento, e in tutti si sono registrati effetti statisticamente positivi dopo un trattamento di 12-24 settimane, con percentuali di miglioramento tra il 60 e il 75 per cento dei soggetti trattati. “Ma non è necessario essere anziani per trarre beneficio dal ginkgo”, prosegue l’esperto. “Benché siano pochi gli studi sulla funzionalità mentale in persone giovani e senza particolari deficit cognitivi, una ricerca durata quattro settimane su 66 volontari sani tra i 50 e 60 anni ha dimostrato che il ginkgo può effettivamente migliorare le performance intellettive. Può essere dunque una buona idea assumere preparati a base di questa pianta in periodi di forte stress e calo dell’attenzione”.
Circolazione più fluida
Un altro campo di applicazione degli estratti di ginkgo biloba è quello della prevenzione dei disturbi cardiaci. Si è visto che il ginkgo esercita un’azione protettiva sul cuore, sia per la sua attività antiossidante sia per quella di antiaggregante piastrinico”, dice Warner Mainini. “In pratica i ginkgolidi migliorano la fluidità del sangue, e in tempi sorprendentemente brevi. Uno studio effettuato sull’uomo per esempio ha appurato che già dopo 60 minuti dall’assunzione di estratti di ginkgo si notava nei capillari sanguigni un aumento dei globuli rossi pari al 47 per cento in più del gruppo di controllo”. Grazie alla presenza di flavonoidi il ginkgo migliora anche il microcircolo a livello cutaneo, e può essere utile per trattare problemi legati all’insufficienza venosa come gambe gonfie e capillari in rilievo.
Una pianta dalle mille virtù
Accanto agli effetti ampiamente documentati del ginkgo, come quelli sui deficit cognitivi negli anziani, questa pianta ha destato l’interesse della comunità scientifica per la sua azione a livello dell’occhio (retinopatie) e dell’orecchio (disturbi dell’udito, ronzii, vertigini) e persino per la sindrome di Raynaud e l’impotenza. “Un altro campo promettente è quello del trattamento delle demenze lievi e moderate”, spiega Mainini. “Su questo si è pronunciata positivamente anche l’Ema, la European medicines agency, decretando che gli estratti di ginkgo possono migliorare la qualità di vita in pazienti anziani con funzioni cognitive compromesse”. I meccanismi d’azione coinvolti includerebbero ancora una volta l’aumento del flusso sanguigno cerebrale, la riduzione della viscosità del sangue e l’attività antiossidante.
Qualche cautela
Ai dosaggi corretti (in genere 120-240 mg al giorno di estratto secco) il ginkgo è una pianta normalmente ben tollerata. “Tuttavia, proprio perché tanto efficace, può interferire con l’azione di alcuni farmaci”, spiega il farmacista. “I pazienti in cura con farmaci anticoagulanti e antiaggreganti piastrinici, per esempio, devono evitarla perché potenzia l’azione di questi medicinali. Così pure si è visto che può potenziare l’azione di certi antidepressivi. In questi casi meglio chiedere consiglio al medico prima di iniziare un trattamento”. Anche in gravidanza e allattamento il ginkgo va evitato.
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