Un break in autunno in Baviera: splendidi trekking nei boschi, deliziose cittadine storiche, arte e cultura.
Turismo sostenibile in Giordania. Giorno 1
Lo Wadi Numera, pochi chilometri a sud di Mujib, è nascosto da una pietraia formidabile e da un gruppo di acacie. Ci sono ragazzini con gli asini che riempiono taniche d’acqua e gitanti del venerdì che arrostiscono spiedini all’ombra delle falesie. Famiglie intere si godono il relax pomeridiano. Chiocciano educati tra un masso e l’altro. Ma
Lo Wadi Numera, pochi chilometri a sud di Mujib, è nascosto da una pietraia formidabile e da un gruppo di acacie. Ci sono ragazzini con gli asini che riempiono taniche d’acqua e gitanti del venerdì che arrostiscono spiedini all’ombra delle falesie. Famiglie intere si godono il relax pomeridiano. Chiocciano educati tra un masso e l’altro.
Ma oltre i primi duecento metri di canyon non si trova più nessuno. Il resto è deserto di arenaria e ciottoli. Blocchi di granito bianco stanno incastrati come palle da biliardo tra le spaccature laterali del canyon. Ogni cosa è levigata dall’acqua e prende forme che nemmeno a disegnarle con il compasso. A guardare in alto vengono le vertigini: le pareti si chiudono verso il cielo e corrono come sentieri azzurri 90 metri più su. Silenzio assoluto.
Ci si bagna i piedi a ogni svolta. Sbucai finalmente in una valle fiorita punteggiata da torrioni e ammassi di sabbia chiari. E respirai aria secca. Pensavo di esser solo al mondo, con i fischi degli sparvieri sulla testa e le mosche sul naso. Ma il resto della Giordania verde e immobile era a un tiro di freccia dall’uscita del canyon.
(foto di Davide Scagliola – Segui Epico su Instagram per scoprire nuovi angoli del mondo)
La Giordania che pochi conoscono
Natura reale, nobile e blasonata. Lontano dagli affollati campi tendati del Wadi Rum o dalle bellezze turistiche della spianata di Petra, il paese della Regina Rania quassù invece si scuote di dosso la polvere del turismo di massa e svela montagne solitarie, canyon scolpiti dall’acqua, villaggi beduini, accampamenti di pastori, riserve naturali, oasi d’acqua e praterie dove perdersi nel silenzio biblico e nel viaggio ecochic. Qui la Giordania si fa verde e azzurra, morbida e profumata come il mediterraneo d’estate. Silenziosa come una valle alpina.
Il sistema dei parchi giordani comprende una mezza dozzina di aree protette sparse tra le rive del Mar Morto, il deserto e le montagne. Oltre a Dana e al Wadi Mujib, si possono visitare i pantani di Azraq a nord di Amman dove è possibile fare birdwatching durante le migrazioni stagionali tra Africa e Eurasia. Poco lontano si trova anche la piccola oasi di Shawmari dove vivono orici, onagri e gazzelle. La bella foresta di Dibeen – a sud del complesso archeologico di Jerash – ospita invece una magnifica serie di colline ricoperte di pini di Aleppo e protegge molte specie di uccelli e animali rari, come lo scoiattolo rosso persiano o la iena striata. Infine vale una gita anche la riserva di Ajlun nel nord del paese dove querce e carrubi ombreggiano colline ricoperte di fragole e pistacchi. Infine, più conosciuti ma non per questo meno interessanti – ci sono le oasi del Wadi Rum (deserti e formazioni rocciose straordinarie), le sponde del Mar Morto e la riserva marina di Aqaba che protegge chilometri di barriera corallina. Per le informazioni sul patrimonio naturalistico giordano e per organizzare tour, soggiorni e visite guidate ai parchi nazionali e agli ecolodge si può contattare la Royal Conservation Society.
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