La storia di Giorgia Meloni, dalla militanza politica giovanile alla fondazione di Fratelli d’Italia. Chi è la prima donna che potrebbe guidare l’Italia?
Giorgia Meloni, presidente del partito di destra Fratelli d’Italia (Fdi, Brothers of Italy per chi ci legge dall’estero) è stata la politica italiana più citata, taggata, descritta, odiata, acclamata degli ultimi mesi. Per questo, è importante conoscere chi è la donna che guida il primo partito italiano e che potrebbe ricoprire per la prima volta l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri, cioè che guiderà il prossimo governo italiano.
Da dove arriva Giorgia Meloni, una biografia
Meloni è nata nel 1977 e, oltre a essere una politica, è anche una giornalista professionista. È diplomata, ha fatto il liceo linguistico. Si avvicina alla politica italiana a vent’anni, nel 1996, quando comincia la militanza nel partito di Alleanza nazionale in qualità di responsabile del movimento studentesco. Insieme a lei anche la sorella Arianna Meloni. Nel giro di due anni diventa consigliera provinciale di Roma, per poi diventare dirigente nazionale e presidente di Azione giovani, l’organizzazione giovanile di Alleanza nazionale, confluita poi nella Giovane Italia nel periodo in cui il centrodestra, formato da Alleanza nazionale e Forza Italia, si unisce nel partito del Popolo della libertà. Diventa poi deputata nel 2006 e nel 2008 ministro della Gioventù in uno dei governi guidati da Silvio Berlusconi. Dopo la fine dell’esperienza del Popolo della libertà, mentre il partito di Berlusconi torna a vivere, cioè Forza Italia, Alleanza nazionale sparisce e Meloni approfitta del vuoto partitico nella destra per fondare nel 2012, insieme a Ignazio La Russa e Guido Crosetto, il partito di Fratelli d’Italia. Il simbolo del nuovo partito si richiama proprio a quello di Alleanza nazionale e conserva la fiamma tricolore, (verde, bianco e rosso) che faceva parte del Movimento sociale italiano, il partito post-fascista per antonomasia.
Meloni fonda Fratelli d’Italia e scrive un libro
Nel 2016 si è candida a sindaco di Roma insieme alla Lega nord, poi Lega. Poi la storia recente: alle elezioni politiche del 2018 Fratelli d’Italia si presenta con la coalizione di centrodestra, risultando il terzo partito dello schieramento dopo Forza Italia e Lega, ottenendo oltre il 4 per cento dei voti. In questa legislatura diventa l’unico partito di opposizione al governo guidato da Mario Draghi, un governo di unità nazionale il cui obiettivo era far uscire l’Italia dalla crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia di Covid-19. Una opposizione che ha portato Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia a essere, in tutti i sondaggi, la politica e il partito più popolare in Italia. Nel 2021 Meloni pubblica anche un libro autobiografico edito da Rizzoli dal titolo Io sono Giorgia. Le mie radici, le mie idee che diventa un best-seller nazionale. Poi diventa un comizio, poi un meme.
La politica di Giorgia Meloni su energia e clima
Il resto è attualità. Alle elezioni politiche del 25 settembre 2022 Fratelli d’Italia si afferma il primo partito italiano anche alle urne guidando la coalizione di centrodestra che ora si appresta a governare. Secondo il programma elettorale del partito guidato da Meloni il nostro paese deve “tornare ad avere un ruolo da protagonista in ambito energetico, promuovendo la sostenibilità ambientale e, al contempo, diminuendo i costi energetici per imprese, enti locali e famiglie”. A tal fine si propone il “contrasto alle speculazioni finanziarie sui costi delle materie prime e istituzione di un tetto europeo al prezzo del gas per contenere l’importo delle bollette energetiche”.
E in tema di clima, il partito di destra propone di “aggiornare e rendere operativo il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici”, e di “combattere la siccità e l’inquinamento delle nostre acque e, al contempo, ripulire fiumi e laghi. Salvare il mare e il litorale, proteggendoli dall’erosione costiera, bonificando coste e fondali da rifiuti ed ecomostri”. Il partito di Giorgia Meloni vuole “giocare un ruolo attivo e propositivo nei prossimi mesi in Europa durante i negoziati del pacchetto Fit for 55, con l’obiettivo di difendere e tutelare gli interessi del sistema industriale e produttivo nazionale”. E ancora “piantare alberi per realizzare vere e proprie ‘cinture verdi’ nelle città e promuovere la creazione, o il rifacimento, di giardini, orti urbani, parchi, boschi e riserve naturali da dare in gestione alle associazioni e in adozione alle scuole”.
Cosa pensa Meloni sul tema diritti
In tema di diritti, il documento programmatico per le elezioni del 25 settembre non cita i temi della cittadinanza, del fine vita e sulla cannabis, mentre in tema di immigrazione dispone la difesa dei confini nazionali ed europei, con controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi. Gli hotspot, gestiti dall’Unione europea, andranno creati nei territori extra-europei così da valutare le richieste d’asilo e distribuzione equa solo degli aventi diritto nei 27 Paesi membri, quello che viene chiamato blocco navale. Il partito guidato da Giorgia Meloni prospetta “il contrasto alle attività delle ong che favoriscono l’immigrazione clandestina” e la “massima intransigenza contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e integralismo islamico”.
Per quanto riguarda i diritti lgbtqi+ e i diritti delle donne, Fdi propone il “contrasto a ogni discriminazione basata sulle scelte sessuali e sentimentali delle persone” e il mantenimento della legge sulle unioni civili. Allo stesso tempo viene fissato il divieto di adozioni omogenitoriali e la lotta a ogni forma di maternità surrogata.
Per la parità di genere sostiene che l’impegno è per il contrasto al divario retributivo tra uomini e donne e alla pink tax, “l’odiosa pratica di applicare prezzi più elevati ai prodotti destinati alle donne”. Il partito di Giorgia Meloni immagina misure di sostegno a percorsi di emancipazione dagli stereotipi culturali che vedono la donna in condizione di subalternità. La legge Codice rosso sulla violenza domestica e di genere deve poi essere aggiornata e rafforzata, mentre sull’aborto si parla di “garantire piena applicazione della Legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, a partire dalla prevenzione”. Fdi propone poi un inasprimento delle pene per matrimoni forzati e mutilazioni genitali femminili.
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