Dal miglior coltivatore alla migliore azienda, i premi europei per il biologico

Chi sono e cosa ci hanno raccontato del loro lavoro i vincitori dei premi per il biologico della Commissione europea.

  • Durante la Giornata del biologico 2024, sono stati conferiti i premi per il biologico della Commissione europea.
  • Sostenibilità ambientale, equità sociale e relazioni di comunità sono gli aspetti che accomunano i vincitori, tra cui c’è una cooperativa italiana.
  • L’Unione europea incentiva il passaggio all’agricoltura biologica, cresciuta nell’ultimo decennio in termini di superficie coltivata.

In occasione della Giornata europea del biologico del 23 settembre, la Commissione europea ha annunciato i vincitori della terza edizione degli Ue organic awards, i premi per la produzione biologica. “Il bio rappresenta tutto ciò che ritengo importante nel settore — ha detto Janusz Wojciechowski, commissario per l’Agricoltura — e cioè progredire verso un sistema agricolo e alimentare più sostenibile, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e agli sconvolgimenti della catena di approvvigionamento, offrire opportunità ai piccoli agricoltori, ai giovani agricoltori e alle agricoltrici, e collegare le comunità locali mediante filiere corte e­ biodistretti”.

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L’agricoltura biologica è una delle strategie per rendere i sistemi alimentari più sostenibili © iStock

Sono stati premiati le migliori realtà biologiche nelle categorie coltivatrice e coltivatore, regione, città, distretto, piccola-media industrie di trasformazione, vendita al dettaglio di alimenti biologici, servizio di ristorazione. Tra le quasi cento candidature pervenute da tutta l’Unione europea, ecco chi sono i vincitori.

Il miglior coltivatore biologico: “Sostenibilità ed equità non sono negoziabili”

Il premio per il miglior coltivatore biologico è stato assegnato a Benny Schöpf, il principale orticoltore di Kartoffelkombinat, la più grande azienda cooperativa sostenuta dalla comunità in Germania. L’azienda agricola fornisce ogni settimana ortaggi biologici a 2.300 famiglie e promuove un sistema economico agricolo alternativo, dando priorità a condizioni di lavoro eque e pratiche sostenibili.

Uno degli aspetti chiave che hanno contribuito a farci vincere questo premio è la nostra struttura cooperativa. Il nostro lavoro non riguarda solo la coltivazione di verdure biologiche; riguarda la creazione di una comunità che partecipa attivamente alla definizione del sistema alimentare”, ci hanno spiegato dalla cooperativa. “Il nostro impegno per la trasparenza, la produzione regionale e le condizioni di lavoro eque è stato un pilastro della nostra attività sin dal primo giorno. Crediamo che l’agricoltura biologica non riguardi solo ciò che produciamo, ma anche come lo produciamo, mettendo le persone e l’ambiente al centro di tutto ciò che facciamo”.

E ancora: “Per noi, biologico va ben oltre gli standard di certificazione. Biologico significa assumersi la responsabilità, per il suolo, l’acqua e le persone che coltivano e consumano i nostri prodotti. Si tratta di creare un sistema in cui sostenibilità ed equità non sono negoziabili. E, naturalmente, l’agricoltura biologica si riflette quotidianamente nelle nostre pratiche di giardinaggio. Ad esempio, utilizziamo insetti benefici e curiamo attentamente i nostri fiori, trattandoli con la stessa cura delle nostre verdure, riconoscendo il loro ruolo cruciale nel nostro ecosistema”.

Come tutti gli agricoltori, anche quelli della cooperativa tedesca stanno affrontando i cambiamenti climatici: “La frequenza di eventi meteorologici estremi, in particolare forti piogge, è in aumento. Abbiamo sperimentato periodi di pioggia prolungati e primavere insolitamente fredde, che pongono sfide significative alle nostre colture. Stiamo costantemente adattando le nostre pratiche agricole per adattarci a questi cambiamenti. Fortunatamente, i nostri soci cooperativi sono incredibilmente solidali, anche quando il meteo influisce sulla qualità dei nostri prodotti. Ad esempio, accettano volentieri prodotti come una lattuga molto più piccola del solito, che ha lottato contro condizioni avverse. Questa flessibilità è inestimabile per noi mentre affrontiamo le sfide dei cambiamenti climatici”.

La speranza della cooperativa per l’agricoltura è che diventi più localizzata, rigenerativa e guidata dalla comunità: “Immaginiamo un futuro in cui le pratiche agricole biologiche ed eque siano la norma, non l’eccezione. Speriamo anche di vedere una maggiore cooperazione tra produttori e consumatori su piccola scala, creando sistemi alimentari che diano priorità alla salute, alla sostenibilità e all’equità. Soprattutto, vogliamo vedere un passaggio verso un modello agricolo che avvantaggi sia il Pianeta sia le persone che lo abitano”.

La migliore Pmi di trasformazione biologica è italiana

È stata un’azienda italiana, la Cooperativa agricola Gino Girolomoni, a vincere il premio per la migliore Pmi di trasformazione biologica. Situata nelle Marche, dove è nata nel 1971 dall’intuizione di Gino Girolomoni, è specializzata nella produzione di pasta biologica: con 80 ettari di terreni agricoli biologici e impianti a energia rinnovabile, produce 9 milioni di tonnellate di pasta all’anno, sostenendo oltre 300 agricoltori e 60 lavoratori locali.

Si tratta dell’unica realtà cooperativa biologica in Europa a gestire tutto il processo di produzione della pasta e dell’unica filiera food 100 per cento italiana garantita equa e solidale da WFTO. Il grano bio, coltivato in gran parte nelle Marche, viene macinato in semola nel molino e poi trasformato nel vicino pastificio, entrambi di proprietà e situati sulla collina di Montebello, a Isola del Piano. La filiera completa e locale permette efficienze di cui beneficiano sia gli agricoltori che ricevono un prezzo giusto per il proprio raccolto, sia i consumatori che possono avere una pasta di alta qualità, biologica, agricola a un prezzo accessibile.

Questo premio è per noi motivo di orgoglio”, ha dichiarato Giovanni Battista Girolomoni, presidente della cooperativa. “È il frutto di anni e anni di lavoro, formazione, innovazione, ricerca ed investimenti importanti fatti nel campo del biologico con l’obiettivo di produrre una pasta buona, di qualità e sostenibile. È la riprova del successo di questo modello agricolo e produttivo, formato da agricoltori riuniti in cooperativa per valorizzare i propri raccolti in modo equo e sostenibile per tutti. Oggi tutto questo è riconosciuto dall’Unione europea che ci certifica come l’eccellenza nel nostro settore. Ringrazio i miei genitori che più di 50 anni fa hanno creduto e dato vita a questa realtà, e tutti coloro che per decenni e ogni giorno contribuiscono al miglioramento della nostra organizzazione, fondata sui principi del rispetto per la terra, valorizzazione del lavoro e promozione dell’agricoltura biologica”.

Guardando al futuro, la Cooperativa agricola Girolomoni porta avanti progetti insieme ad altri partner come la ricerca per la selezione di nuove varietà di grano duro adatte al metodo biologico e resistenti ai cambiamenti climatici e la digitalizzazione della filiera cerealicola biologica.

Gli altri premiati

Reinhilde Frech-Emmelmann è stata premiata come la migliore coltivatrice biologica: nel 1988 ha fondato ReinSaat GmbH, un’azienda agricola biodinamica certificata Demeter a St. Leonhard am Hornerwald, in Bassa Austria. Specializzata in sementi biologiche prive di ogm, conta oltre 800 varietà di sementi, 50 dipendenti e promuove la biodiversità e l’agricoltura sostenibile in tutta Europa.

La migliore regione biologica è Savo meridionale, in Finlandia, che ha costruito una forte cultura dell’agricoltura biologica, frutto di 40 anni di collaborazione tra agricoltori, ricercatori e autorità locali. Con 200 aziende agricole biologiche, la regione promuove pratiche sostenibili, preservando la qualità dell’acqua e la biodiversità, e ospita l’Istituto finlandese di ricerca biologica.

BioStadt Bremen in Germania è, invece, la migliore città biologica: con oltre il 30 per cento delle aziende agricole certificate biologiche, la città promuove sistemi alimentari sostenibili mediante progetti comunitari e iniziative agricole innovative, consentendo ai cittadini di essere alla guida del cambiamento locale. BioStadt Bremen si sta adoperando per far sì che tutti i servizi di ristorazione comunale in scuole, asili nido e ospedali servano pasti biologici al 100 per cento entro il 2025.

Il miglior biodistretto biologico è quello del Sörmland in Svezia. Situato a sud di Stoccolma, il Sörmland è pioniere nell’agricoltura biologica sin dagli anni Quaranta, riunendo aziende agricole, trasformatori, ristoranti. Con il 20 per cento dei terreni agricoli biologici, il distretto promuove i prodotti biologici locali e il turismo sostenibile, oltre a sensibilizzare ai benefici per la salute degli alimenti biologici.

Fondata da tre agricoltori nel 2011 in Spagna, Saifresc è il miglior venditore al dettaglio di biologico. Con 30 ettari di terreni biologici, produce 70 prodotti biologici, vendendo il 90 per cento del raccolto a livello locale e riducendo gli imballaggi. L’iniziativa promuove l’economia circolare e offre laboratori didattici sull’agricoltura biologica.

Infine, Kalf & Hansen, in Svezia è il miglior servizio di ristorazione biologica. Fondata nel 2014 da Rune e Fabian Kalf-Hansen, questa catena di ristoranti offre cucina nordica al 100 per cento biologica e stagionale. Con due ristoranti, servizi di ristorazione e pasti biologici sui treni svedesi, dà priorità all’approvvigionamento locale, alla sostenibilità e ai pasti biologici a prezzi accessibili, creando solide relazioni con i produttori locali.

La crescita dell’agricoltura biologica nell’Unione europea

Nel 2021 l’Unione europea ha adottato il piano di azione di sviluppo del biologico e, per la prima volta in assoluto, quasi tutti gli Stati membri dell’Unione europea dispongono di strategie globali di produzione biologica. I piani strategici della Politica agricola comune forniscono un maggiore sostegno finanziario, pari a 14,7 miliardi di euro dal 2023 al 2027, agli agricoltori dell’Ue che passano all’agricoltura biologica e vi rimangono.

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Tra il 2012 e il 2022 la percentuale di superficie destinata all’agricoltura biologica rispetto al totale della superficie agricola utilizzata nell’Ue è passata dal 5,9 per cento al 10,5 per cento circa © Pexels

Tra il 2012 e il 2022 la percentuale di superficie destinata all’agricoltura biologica rispetto al totale della superficie agricola utilizzata nell’Ue è passata dal 5,9 per cento al 10,5 per cento circa. Si tratta di un aumento stimato di 7,4 milioni di ettari. Negli ultimi anni il mercato dei prodotti biologici ha dimostrato una tenuta notevole nonostante alcune sfide, in particolare l’elevata inflazione dei prezzi degli alimentari e l’aumento dei costi dell’energia. Le vendite totali al dettaglio di prodotti biologici nell’Ue sono aumentate da 38,6 miliardi di euro nel 2019 a 45,0 miliardi di euro nel 2022, con un picco di 46,3 miliardi di euro nel 2021. L’Unione europea è il secondo mercato per i prodotti biologici dopo gli Stati Uniti.

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