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Giornata europea contro l’obesità. In Italia gli obesi sono 6 milioni
In occasione della Giornata europea dell’obesità del 21 maggio, il parlamento italiano chiede al governo di riconoscere la malattia come cronica e invalidante.
In Italia 22 milioni di persone sono in sovrappeso e sei milioni sono obese, con un incremento di circa il 10 per cento dal 2001. Questo si traduce in un costo annuo per la sanità pubblica di ben 22,8 miliardi di euro, dei quali il 64 per cento in ospedalizzazioni. E a livello mondiale il 58 per cento del diabete mellito, il 21 per cento delle malattie coronariche e quote comprese tra l’8 e il 42 per cento di certi tipi di cancro sono attribuibili all’obesità, secondo dati dell’Organizzazione mondiale della sanità.
La Giornata contro l’obesità è il 21 maggio
Dati che tornano drammaticamente d’attualità alla vigilia della Giornata europea contro l’obesità del 21 maggio. Per l’occasione, il presidente della Società italiana dell’obesità (Sio) Paolo Sbraccia afferma in un articolo pubblicato sull’Italian health policy brief che “sebbene dal 2000 in poi si sia assistito a una lenta ma progressiva presa di coscienza del mondo occidentale sull’esigenza di dare risposte concrete alla pandemia di obesità, le politiche intraprese non sono apparse in grado di incidere concretamente”.
I provvedimenti contro l’obesità in Europa
Il riferimento è a interventi già fatti da paesi come il Regno Unito tramite interventi, come il programma Change4life e l’Healthy Child Programme, e la Spagna, dove nel 2011 è stata approvata una legge sulla sicurezza alimentare e nel 2013 è nato un osservatorio sulle abitudini alimentari, ma anche dall’Italia che ha varato il programma Guadagnare salute, ovvero vari protocolli tra ministero della Salute, sindacati, imprese e associazioni. Ora però il Senato sta preparando una mozione per chiedere al governo di classificare l’obesità come malattia cronica e invalidante e inserirla nella lista dei livelli essenziali di assistenza varati dal ministero.
Obesità come malattia della povertà
La novità rispetto ai dati sull’obesità dell’Oms riguarda la forte crescita non solo nei paesi occidentali, ma anche in quelli più poveri. Per Ranieri Guerra, direttore generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, comincia a essere una malattia della povertà perché collegata al junk food, al cibo spazzatura. Una tendenza che comincia a essere preoccupante soprattutto legata ai minori: l’Italia, con una percentuale di bambini di 8-9 anni obesi del 9,8 per cento (e spesso molto più alta nelle regioni del centro e del sud) è ai primi posti in Europa in questa non lusinghiera classifica.
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