Tutelare l’acqua significa tante cose: depurarla, rilevare le perdite, portarla a chi ne ha più bisogno. Se ne occupano queste cinque startup.
- Il 22 marzo è la Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare e promuovere la gestione sostenibile delle risorse idriche.
- Sfide globali come la scarsità d’acqua, la contaminazione e i cambiamenti climatici evidenziando la necessità di soluzioni innovative e sostenibili.
- Approfondiamo cinque startup all’avanguardia nel settore dell’acqua: Microx, Wami, Aquaseek, Leakbot e The Circle.
L’importanza dell’acqua nel nostro pianeta è incalcolabile e cruciale per la sopravvivenza di ogni forma di vita. Per promuovere la consapevolezza su questo bene prezioso, le Nazioni Unite nel 1993 hanno istituito la Giornata mondiale dell’acqua che si tiene ogni anno il 22 marzo. Non è solo un’occasione per celebrare l’acqua e il suo ruolo fondamentale nella nostra quotidianità, ma anche un momento per mettere in luce i problemi legati all’acqua, tra cui la crescente scarsità, la contaminazione, gli sprechi e i cambiamenti climatici che minacciano la sua disponibilità per le generazioni future. Per questa ricorrenza, abbiamo scelto cinque startup innovative che, con progetti molto diversi tra loro, stanno facendo la loro parte per tutelare l’acqua.
5 startup che si occupano di acqua
Microx
Microx, con sede a Rovereto in provincia di Trento, si dedica alla progettazione di dispositivi minuscoli ingegnerizzati per eseguire analisi e misurazioni di sostanze tossiche nell’acqua, dannose per l’ambiente e la salute umana. Specializzandosi in tecnologie microfluidiche Lab on chip per il settore ambientale ed energetico, Microx sviluppa micro-dispositivi affidabili, precisi e portatili che consentono l’analisi e la misurazione di parametri chimici, biologici e ambientali su scala microscopica. Questi dispositivi, integrati con un microchip, restituiscono risultati immediati con un notevole risparmio economico rispetto alle analisi di laboratorio tradizionali.
La digitalizzazione dei dati e delle informazioni acquisite tramite il micro-dispositivo contribuisce a rendere più rapida ed efficace l’analisi dell’acqua, persino in luoghi e scenari attualmente non facilmente accessibili. Microx ha già depositato il primo brevetto che copre la tecnologia e il modo d’uso; un traguardo importante sia per la crescita dell’azienda, sia perché testimonia il potenziale innovativo della tecnologia.
Wami
La mission di Wami, startup milanese fondata nel 2016, è chiara e semplice: per ogni bottiglia o lattina acquistata, il brand dona 100 litri d’acqua a chi ne ha bisogno. L’azienda, infatti, realizza acquedotti nei paesi in via di sviluppo: ogni famiglia coinvolta ottiene un rubinetto, collegato all’acquedotto, che eroga oltre un milione di litri d’acqua potabile. Se per ogni prodotto Wami si donano 100 litri, allora ne servono meno di 10mila per finanziare il rubinetto. Ogni prodotto Wami ha un codice univoco che consente ai consumatori di seguire la famiglia beneficiaria. Wami, che è una B Corp, si impegna anche in altre pratiche sostenibili, come la piantumazione di alberi in Italia, l’utilizzo di packaging 100 per cento rPET, alluminio e vetro riciclabile. E invita i consumatori a fare la loro parte, incoraggiando il riciclo delle bottiglie e delle lattine.
Aquaseek
La tecnologia e l’innovazione trovano applicazioni sorprendenti: come quella di produrre acqua dall’aria. La startup torinese Aquaseek ha lanciato dei generatori di acqua atmosferica (conosciuti con l’acronimo in inglese Awg), cioè sistemi in grado di generare acqua in forma liquida a partire dal vapore. Questi dispositivi, realizzati in collaborazione con l’università americana di Princeton, fanno leva su due tecnologie diverse. Gli Awg basati sul raffreddamento utilizzano la compressione meccanica del vapore per raffreddare una superficie fino a quando l’umidità si condensa, in modo simile a un condizionatore d’aria. Negli Awg ad assorbimento, invece, i materiali assorbenti e idrofili catturano l’acqua atmosferica presente nell’aria e la rilasciano quando riscaldati, proprio come una spugna. Aquaseek utilizza queste innovazioni che funzionano a livelli di umidità più bassi con elevata efficienza. “In Aquaseek, il nostro obiettivo è quello di rendere l’acqua pulita una risorsa rinnovabile e sostenibile a disposizione di tutti, ovunque sulla terra”, spiegano i fondatori.
LeakBot
Gli sviluppi tecnologici possono aiutare a risolvere un altro problema ricorrente: le perdite di acqua che avvengono ovunque, nelle case come nelle industrie, fino a negozi e appartamenti. La startup londinese LeakBot si rivolge agli assicuratori, promettendo loro di ridurre fino al 70 per cento le richieste di risarcimento per danni da acqua. Questo attraverso un dispositivo internet of things che può essere facilmente installato in casa e rileva le perdite d’acqua, per poi agevolare la gestione delle riparazioni tramite un’app. Un’alternativa più comoda ed economica rispetto ai sensori di umidità o alle opzioni idrauliche tradizionali.
TheCircle
Se si parla sempre di più di coltura acquaponica in Italia, è anche grazie alla startup romana TheCircle. Questa tecnologia consente l’allevamento di pesci e la produzione di ortaggi nello stesso spazio: le piante usano i rifiuti dei pesci come nutrienti e, così facendo, contribuiscono alla depurazione dell’acqua che viene poi restituita agli acquari. Questo metodo riduce il consumo di suolo, ottimizza l’uso dell’acqua e offre un approccio sostenibile e efficiente alla produzione alimentare. Le condizioni dell’acqua sono attentamente monitorate e regolate per garantire un ambiente ottimale per la crescita delle piante e il benessere dei pesci.
La startup, fondata dai biotecnologi Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e dal marketer Thomas Marino, ha recentemente annunciato la realizzazione di un nuovo impianto semi-automatizzato da 5mila mq a Roma. “Non produciamo alcun tipo di rifiuto e ancor meno di inquinamento. La nostra struttura è capace di superare il concetto di biologico e di impatto zero, arrivando a essere un valore aggiunto per l’ambiente”, raccontano i fondatori.
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