Dalle sequoie giganti agli insetti, tutte le forme di vita che ci circondano sono insostituibili. Ce lo ricorda la Giornata mondiale della biodiversità.
Il 22 maggio è la Giornata mondiale della biodiversità voluta dalle Nazioni Unite. Il tema dell’edizione 2022 è “costruire un futuro condiviso per tutte le forme di vita sulla Terra”.
Questo appuntamento ci ricorda che ogni forma di vita ha un ruolo nell’ecosistema e quindi va preservata.
Purtroppo, i dati dimostrano che il tracollo della biodiversità è drammatico. Un esempio tra tutti: secondo un recente studio, il numero di insetti volanti nel Regno Unito è sceso del 40 per cento dal 2004 in poi.
Ci sfama, ci accoglie, ci tiene al riparo. Ci offre l’acqua che beviamo, l’aria pulita che respiriamo, le fibre tessili per i nostri vestiti, il paesaggio che sentiamo come parte integrante della nostra identità. Se è in buona salute significa che anche noi siamo meno esposti alle malattie, come abbiamo imparato a nostre spese durante questi due anni di pandemia. Stiamo parlando della biodiversità – o diversità biologica, per riprendere la definizione coniata da Thomas Lovejoy –, cioè della varietà di organismi viventi nei vari ecosistemi. Ciascuno di essi ha un ruolo insostituibile e, per questo, merita di essere tutelato. Dal generale Sherman, l’iconica sequoia gigante che è diventata simbolo della California, fino agli insetti che si spiaccicano sul parabrezza delle nostre auto.
Meno 40 per cento di insetti volanti nel Regno Unito
Questo esempio, apparentemente un po’ bizzarro, in realtà fa riferimento a un importante progetto che si è svolto di recente nel Regno Unito e si inserisce nel filone della citizen science, cioè la ricerca scientifica condotta coinvolgendo attivamente la popolazione. Nelle estati del 2019 e del 2021 le organizzazioni ambientaliste Buglife e Kent Wildlife Trust hanno chiesto a un campione di cittadini di ripulire bene le targhe delle loro auto, per poi contare alla fine di ogni tragitto il numero di insetti che erano rimasti schiacciati.
Tenendo traccia dei dati attraverso una app chiamata Bugs matter (letteralmente, “gli insetti contano”), è stato registrato un totale di 1.063 insetti in 599 viaggi nel 2019 e di 11.712 in 3.348 viaggi nel 2021. La media è rispettivamente di 0,098 e 0,104 insetti per ogni miglio percorso. Questi numeri forse ci dicono poco, ma diventano più esplicativi se comparati con quelli di un’indagine analoga condotta nel 2004. All’epoca, infatti, i viaggi monitorati erano stati 14.466 per un totale di 196.448 insetti, ben 0,238 per ogni miglio. A conti fatti, nell’arco di poco più di quindici anni il numero di insetti che svolazzano nei cieli d’Oltremanica è crollato del 58,5 per cento. Un fenomeno “drammatico e allarmante”, per riprendere le parole di Matt Shardlow di Buglife.
📢Insects are in decline 📢 Our 2021 Bugs Matter survey found that UK flying insects have declined by nearly 60% in less than 20 years.
Questi risultati sono parziali e andranno validati mediante un nuovo censimento. Meritano comunque di essere presi in considerazione, tanto più perché confermano i trend di analoghi studi precedenti condotti in Danimarca e Germania. Ma come mai dovremmo interessarci così tanto alle sorti degli insetti che tanto ci infastidiscono quando ci pungono o ci ronzano attorno? Il motivo è presto detto: nel quadro variopinto che chiamiamo biodiversità, il loro ruolo è insostituibile.
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) mette bene in chiaro che, sulle 115 colture agrarie che sono alla base del sistema alimentare globale, il 70 per cento beneficia dell’impollinazione animale. A occuparsene sono in primo luogo le api, ma anche vespe, farfalle, coccinelle, falene. Se dovessimo tradurre in euro il valore di questo servizio ecosistemico, arriveremmo a un totale planetario compreso tra i 222 e i 546 miliardi di euro. Di cui tre soltanto nelle aree agricole italiane. Non è finita qui. Gli insetti degradano le sostanze organiche nel terreno e le reimmettono, mantenendo fertile il suolo; mangiano piante e altri insetti e vengono a loro volta mangiati da uccelli, pesci e mammiferi; e gli esempi potrebbero continuare ancora a lungo.
Il tema della Giornata mondiale della biodiversità 2022
Ecco perché è importante celebrare la biodiversità che ci circonda e fare qualcosa per proteggerla dal vortice distruttivo che noi stessi, come esseri umani, abbiamo innescato. A questo serve la Giornata mondiale della biodiversità fissata dalle Nazioni Unite per il 22 maggio, in ricordo del giorno del 1992 in cui è stata firmata la Convenzione sulla diversità biologica a Nairobi, in Kenya.
Quella del 2022 non sarà un’edizione qualunque, perché è l’anno in cui – dopo svariati rinvii dovuti alla pandemia e alcuni lavori preparatori condotti a distanza – finalmente, a ottobre, si terrà la Cop15 sulla biodiversità di Kunming, in Cina. L’obiettivo è quello di mettere d’accordo i delegati delle nazioni partecipanti sul testo di un nuovo trattato internazionale, una sorta di Accordo di Parigi della biodiversità. Insomma, di “costruire un futuro condiviso per tutte le forme di vita sulla Terra”, come recita lo slogan della Giornata mondiale della biodiversità 2022.
Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.