Assistere una persona cara malata può mettere a dura prova la psiche. Il supporto psicologico fornito da Vidas nasce per superare il burnout.
Chi era Giovanna Cavazzoni, fondatrice di Vidas
Giovanna Cavazzoni, fondatrice dell’associazione Vidas che offre assistenza ai malati terminali, è scomparsa il 20 maggio.
Giovanna Cavazzoni, fondatrice dell’associazione Vidas, che da 34 anni offre assistenza sociosanitaria completa e gratuita ai malati terminali, è morta il 20 maggio.
Volontaria nel cuore e nell’operato quotidiano ha dedicato tutta la vita agli altri, ai più soli e sofferenti, in difesa della dignità della persona malata sino all’ultimo istante.
“Questuante”, come le scherzosamente si definiva, ha fondato Vidas nel 1982 dedicando tutte le sue energie alla comunicazione e alla raccolta fondi per poter garantire la gratuità a tutti, valore che ha sempre difeso con determinazione.
Nata a Milano nel 1931, ha svolto per anni attività di comunicazione quale titolare di un proprio studio di pubbliche relazioni, particolarmente attivo in iniziative sociali e sanitarie: Istituto dei Tumori di Milano, provincia di Milano, Clinica Lemana-Losanna, Casa di Cura Ville Turro-Milano, rilancio Omeopatia in Italia, sino alla fondazione dell’Associazione Vidas alla quale si è dedicata sino alla fine.
Donna delle utopie e insieme personalità di profondo rigore e pragmatismo, dal seme gettato in gioventù assistendo un’amica malata di cancro che si rifiutava di definire incurabile, ha fatto crescere un albero solido, robusto, con radici profonde, che si chiama Vidas.
Giovanna Cavazzoni si sentiva investita da un privilegio riservato a una fortunata esistenza: avere inseguito un sogno che s’è fatto realtà e aver dato corpo e gambe a un’idea meravigliosa.
Così Ferruccio de Bortoli, presidente Vidas: “Con l’animo affranto e un dolore infinito, vi comunichiamo che Giovanna ci ha lasciato. Ci ha lasciato con la dolcezza e la discrezione che hanno caratterizzato la sua intensa e generosa vita al servizio degli altri. Ci ha lasciato con un sorriso, come se volesse occuparsi fino all’ultimo del nostro stato d’animo, dei nostri sentimenti. E trasmetterci la sua forza e la sua determinazione. Nel rispettare i suoi voleri, dobbiamo informarvi che non vi sarà un rito funebre, ma decideremo nelle prossime ore, insieme alla famiglia, il modo migliore – e discreto com’era nei suoi desideri- per ringraziarla e stringerci ancora una volta attorno a lei. Nel piangere la sua scomparsa, noi siamo sicuri che lei resterà idealmente sempre con noi, e ispirerà il nostro difficile compito di continuare e incrementare la sua straordinaria opera. La sua vita continua in Vidas. Il nostro impegno sarà il modo migliore di ricordarla e ringraziarla”.
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