Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
Inserire le giraffe tra le specie a rischio, per proteggerle
Per la prima volta le giraffe stanno per essere inserite nella lista delle specie protette dall’Endangered species act, una mossa per la loro salvaguardia.
- Gli Stati Uniti importano moltissimo oggetti legati al bracconaggio delle giraffe
- Per contribuire ad evitare la scomparsa delle giraffe si è proposto di inserirle all’interno dell’Endangered species act
- Rendendo una specie “in pericolo” si limiteranno le importazioni e aumenteranno i finanziamenti per la loro protezione
L’America è una delle destinazioni principali di tappeti, federe, stivali, mobili e copertine della Bibbia realizzati con la pelle delle giraffe. Per questo motivo l’agenzia Fish and wildlife service ha proposto, e presto sarà realizzato, di inserire per la prima volta le giraffe all’interno dell’Endangered species act, la legge per la protezione delle specie in via di estinzione o minacciate. Una mossa che aiuterà nella conservazione delle giraffe ma al contempo farà in modo che non siano gli Stati Uniti stessi a contribuire alla loro scomparsa.
5 sottospecie di giraffe verranno inserite nell’Endangered species act
La popolazione attuale di giraffe conta 117mila individui, sebbene siano stati registrati dei leggeri aumenti della popolazione – molto probabilmente legati a migliori metodi di censimento nel corso degli anni – le giraffe rimangono in pericolo, tant’è che dal 2018 diverse sottospecie secondo la Iucn (Unione internazionale per la conservazione della natura) sono considerate in “pericolo critico”.
Esistono quattro specie di giraffa: giraffa Masai (Giraffa tippelskirchi), giraffa del nord (Giraffa camelopardalis), giraffa reticolata (Giraffa reticulata) e giraffa del sud (Giraffa giraffa), e in tutto sono divise in sette sottospecie. Questa nuova azione della Fish and wildlife inserirà nella lista delle specie protette, come in “pericolo”, tutte e tre le sottospecie di giraffa del nord che vivono principalmente in Camerun, Ciad, Niger e Uganda: giraffa del Kordofan (G. c. antiquorum), giraffa Nubiana (G. c. camelopardalis) e la giraffa dell’ovest (G. c. peralta). La popolazione di queste tre sottospecie è crollata di circa il 77 per cento dal 1985 contando ad oggi poco meno di seimila individui. Oltre a loro, anche le due sottospecie della giraffa Masai (G. t. thornicrofti e G. t. tippelskirchi) e la giraffa reticolata, con un totale di 45.400 e 15.950 individui rispettivamente, sono destinate ad essere inserite nella lista come “minacciate” – un gradino sotto lo stato di “pericolo” – il tutto dovrebbe essere finalizzato entro un anno.
Rendere le giraffe una specie a rischio per contribuire alla loro salvaguardia
L’inserimento di una specie nella lista delle specie minacciate offre diversi vantaggi cruciali. Una volta promulgata, si richiederanno dei permessi speciali per l’inserimento negli Stati Uniti di parti di giraffa importate e verranno aumentati i finanziamenti per la loro conservazione. “Le protezioni federali per le giraffe contribuiranno a proteggere una specie vulnerabile, a promuovere la biodiversità, a sostenere la salute dell’ecosistema, a combattere il traffico di animali selvatici e a promuovere pratiche economiche sostenibili”, è come ha affermato Martha Williams, direttrice del Fish and Wildlife Service. Con questa proposta si vuole quindi contribuire alla conservazione delle giraffe che stanno combattendo contro la frammentazione del proprio habitat a causa della costruzione di case e terreni agricoli, contro la siccità estrema provocata dalla crisi climatica, ma soprattutto contro il bracconaggio.
Non è la prima volta che si avanza questa proposta
I diversi gruppi ambientalisti che da anni si battono per cercare di far inserire le varie specie di giraffa nell’Endangered species act hanno accolto benissimo la tanto attesa notizia. “Le giraffe stanno subendo un’estinzione silenziosa e grazie a questo inserimento le misure di salvaguardia limiteranno le numerose importazioni negli Stati Uniti”, sono le parole di Tanya Sanerib, direttrice del Center for biological diversity, che già nel 2017 presentò una petizione per la protezione delle giraffe. Dopo aver sottolineato che secondo i dati del 2022 negli Stati Uniti entra qualsiasi parte della giraffa: code, teschi, pelli e prodotti in pelle, ossa, trofei di caccia, tappeti, zampe e persino gioielli ha affermato che: “le protezioni proposte sono una buona notizia per le giraffe, ma è tragico che ci siano voluti sette anni per arrivarci”
L’attenzione per le giraffe generata da questa norma contribuirà sicuramente a far aumentare la consapevolezza per la loro difficile situazione. Servirà anche a far conoscere che esistono diverse specie, e sottospecie, di giraffe e che ognuna delle quali ha esigenze di conservazione uniche. La speranza è che mettendo sotto i riflettori le giraffe, l’interesse si trasformi in finanziamenti – fondamentali per salvare tutte le specie di giraffe selvatiche in Africa.
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