
La mancanza di dati ufficiali è un problema per il controllo del mercato legale di animali, soprattutto per le catture di quelli selvatici.
Le giraffe si sono già estinte in sette paesi e la loro conservazione, sottovalutata in passato, è oggi una priorità.
Se l’aspetto buffo della giraffa non ci fosse così familiare, queste creature susciterebbero la stessa meraviglia e incredulità con cui guardiamo oggi le ricostruzioni di animali estinti, come un megaterio o un brachiosauro. Questi stupefacenti animali, i mammiferi più alti del pianeta, rischiano però di scomparire e lasciare testimonianza di sé solo nei musei di storia naturale, proprio come la megafauna che li ha preceduti.
Nonostante non passino certo inosservate, dall’alto dei loro cinque metri di altezza per una tonnellata di peso, sembra che la conservazione delle giraffe sia stata trascurata troppo a lungo. Negli ultimi tre decenni il loro numero è crollato del 40 per cento, passando dai 151.702-163.452 individui del 1985, ai 97.562 nel 2015.
Preso atto della drastica diminuzione delle giraffe (di cui esistono, secondo un recente studio, quattro specie), la Iucn alla fine del 2016 ha cambiato lo status di minaccia di questi animali, passato dal livello “Minor preoccupazione” a “Vulnerabile”, saltando dunque la categoria “Quasi minacciata” e certificando l’urgenza di conservarli.
“Questi giganti gentili sono stati trascurati e si sono già estinti in sette paesi”, ha dichiarato il celebre naturalista britannico, sir David Attenborough. Vagano attualmente nelle savane africane meno di 100mila giraffe, quattro volte meno della popolazione di elefanti africani. Le cause principali della scomparsa delle giraffe sono la perdita di habitat e il bracconaggio. Le attività umane hanno gradualmente inglobato il territorio delle giraffe, costringendole a trovarsi faccia a faccia con l’uomo ed esacerbando i conflitti. Questi animali vengono uccisi illegalmente sia dai contadini per proteggere i raccolti che dai bracconieri per la carne. Come se non bastasse, vengono massacrate anche per la loro coda, considerata un vero status symbol in alcune comunità della Repubblica democratica del Congo.
La maggior parte delle giraffe superstiti vive nell’Africa meridionale e orientale, con piccole popolazioni nell’ovest e nel centro del continente. La fresca ridefinizione tassonomica delle specie di giraffa ha tuttavia confuso le statistiche. La Iucn riconosce attualmente una singola specie e nove sottospecie, di queste, tre hanno una popolazione in aumento, cinque sono in diminuzione mentre una è stabile. Le analisi genetiche condotte dai ricercatori del Senckenberg Biodiversity and Climate Research Centre e dell’Università Goethe, suggeriscono tuttavia che le giraffe dovrebbero essere divise in quattro specie distinte: la giraffa settentrionale (con tre sottospecie), la giraffa meridionale (con due sottospecie), la giraffa reticolata e la giraffa Masai.
Se questi risultati fossero confermati e accettati dalla Iucn, potrebbe avvenire una revisione dei programmi di protezione delle giraffe. Alcune specie infatti sono più minacciate di altre, le giraffe settentrionali in natura, ad esempio, sono appena cinquemila. “Se si tratta davvero di una specie diversa, questo la rende uno dei mammiferi più minacciati al mondo – ha dichiarato Stephanie Fennessy, direttrice della Giraffe Conservation Foundation (Gcf). – Se appartengono a specie differenti, dovrebbero essere gestite in modo differente e non dovremmo mischiarle”.
Un caso positivo di conservazione delle giraffe da prendere a modello è quello del Niger. Negli anni Novanta sopravvivevano appena cinquanta giraffe nello stato dell’Africa occidentale, oggi, grazie alla severa applicazione delle leggi anti-bracconaggio, all’opera di sensibilizzazione e alla mitigazione dei conflitti tra agricoltori e giraffe (che includono micro-prestiti per i contadini che rispettano le giraffe), il loro numero è salito a circa 550 esemplari.
Se il bracconaggio può essere arginato, più complicato è fermare la perdita dell’habitat perché significherebbe limitare lo sviluppo economico di certe nazioni. Le giraffe che vivono in aree minacciate dall’espansione antropica possono però essere spostate. Non è naturalmente un procedimento semplice spostare animali di quelle dimensioni, alcune operazioni di successo sono però già state effettuate. Lo scorso anno la Gcf e l’Uganda Wildlife Authority (Uwa) hanno spostato diciotto delle circa mille giraffe nubiane (Giraffa camelopardalis camelopardalis) che vivono nel Parco Nazionale delle Cascate Murchison, in Uganda, per allontanarle da una zona in cui stava per iniziare la trivellazione petrolifera. Le giraffe sono animali meravigliosi e il loro aspetto buffo e sproporzionato non deve farci dimenticare la gravità dei rischi che corrono e l’urgenza di proteggerle dall’estinzione.
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