Cicloturismo all’insegna di natura, cultura e bellezza. Ecco alcune ciclovie “classiche” alla portata di tutti.
Giro del Monte Bianco in auto elettrica: in silenzio, per riscoprire la montagna con calma
Un viaggio intorno al Monte Bianco per scoprirne il patrimonio culturale, i sapori, e la biodiversità. A bordo di un’auto elettrica e condivisa.
Tre nazioni, Italia, Francia e Svizzera, 7 valli, 12 tappe, 170 chilometri, 10mila metri di dislivello. Gli amanti del trekking conoscono quasi a memoria i numeri del classico tour du Mont Blanc, il giro (da fare rigorosamente camminando) del Monte Bianco, con i suoi ghiacciai, attraverso vallate e valichi. Un’avventura da affrontare almeno una volta nella vita, zaino in spalla e mappa alla mano. Se questa rimane la modalità più suggestiva per godersi la natura e i paesaggi attorno al massiccio del Monte Bianco, da quest’autunno c’è un’opzione da provare: arrivare ad Aosta in treno, approfittare del car-sharing elettrico e regalarsi un tour del Monte Bianco inedito, nel silenzio, senza emissioni. E senza fatica.
Un electric tour intorno al Monte Bianco
Un viaggio lento, certo meno suggestivo del trekking. Ma alla portata di tutti, un modo alternativo per scoprire vette, laghi alpini, ghiacciai, natura, godendosi i colori del foliage autunnale che scorrono lenti fuori dal finestrino, con il cielo per tetto (se l’auto oltre che elettrica è anche cabrio, come la Fiat 500). L’idea nasce dalla collaborazione fra enti e realtà locali nell’ambito del Piano integrato territoriale Parcours, che include lo sviluppo di percorsi itineranti intorno al Monte Bianco, con iniziative che promuovano la mobilità sostenibile, la scoperta del patrimonio naturale e culturale, passando dalle iniziative di restauro, valorizzazione e promozione di siti storici. In tutto sono 73 i comuni coinvolti, a cui si sommano diversi partner, come le comunità locali di Grand-Combin, Valdigne Mont Blanc, Grand Paradis, oltre alla Camera valdostana delle imprese e delle professioni, a cui si aggiungono i partner svizzeri.
Dalla Valle d’Aosta, all’Alta Savoia fino al Vallese svizzero
Il progetto vede la mobilità elettrica come l’elemento centrale attorno al quale costruire una nuova modalità di fruizione dei territori attorno al Monte Bianco, con un servizio rivolto a residenti, turisti e attori di prossimità dei tre paesi coinvolti (Italia, Francia, Svizzera) che permetta, grazie alla costituzione di una rete di operatori capaci di coniugare accoglienza mobilità sostenibile, di mettere a disposizione dei visitatori un servizio di car e bike sharing elettrici nelle principali stazioni e aeroporti, assicurando la disponibilità di punti di ricarica elettrica nelle strutture ricettive che aderiscono al progetto.
Per usufruire dei servizi basterà scaricare l’app EcoMoB che, disponibile su Android e iOs da fine ottobre, offrirà, oltre ai servizi di mobilità pubblica del territorio, l’elenco delle infrastrutture di ricarica disponibili, i punti di interesse, gli itinerari, offrendo anche la possibilità di immergersi in visite virtuali. Nell’ottica di offrire la più ampia scelta fra strumenti di intermodalità, l’app permetterà anche di scegliere fra linee ferroviarie, autobus, navette stagionali, impianti di risalita, aree di car e bike sharing.
Tour del Monte Bianco: sulle tracce di Napoleone
Un viaggio che si snoda attraverso strutture e siti aderenti al progetto Parcours d’interprétation du patrimoine naturel et culturel con itinerari che, sul versante italiano del Monte Bianco, si snodano da Aosta con diverse opzioni di percorso. Una possibilità è scegliere come prima tappa il colle Gran San Bernardo, la frontiera italo-svizzera. Qui, a quota 2.473 metri, sul passo che oggi collega Valle d’Aosta e Canton Vallese, Italia e Svizzera, nei secoli si sono combattute guerre, decisi destini di intere popolazioni, in lotta per conquistare una via strategica di accesso all’Italia dall’Europa occidentale. Di qui passava la via Francigena, da Canterbury a Roma.
Per secoli l’unica via per valicare le Alpi, di qui passò anche Napoleone. Di solito dal Gran San Bernardo si passa e via. Ignorando l’interessante area archeologica del Plan de Jupiter, dove si intravedono ancora i tratti della strada romana scavata nella roccia, o i resti di un antico tempio. Anche l’Ospizio, costruito nel 1035 per dare ospitalità ai viaggiatori, ancora oggi frequentato dagli amanti del trekking, nasconde una chiesetta riccamente affrescata.
Champex-Lac e il giardino botanico alpino Flore-Alpe
Dal San Bernardo, una volta in Svizzera, si fa tappa a Champex-Lac. Tappa imperdibile del tour del Monte Bianco, Champex-Lac è una pittoresca stazione immersa nella natura che si sviluppa attorno a un piccolo lago alpino. Gli amanti della buona cucina troveranno prodotti a chilometro zero e un’ottima cucina al Relais d’Arpette, mentre il giardino botanico alpino Flore-Alpe permette di scoprire oltre 4mila specie vegetali di flora, locale ma anche proveniente dalle catene montuose europee di e di paesi lontani, oltre a ospitare il Centro alpino di fitogeografia, che studia le relazioni tra ecosistemi di alta montagna e ambiente.
Scoprire fauna e flora nella valle di Chamonix
Lasciata la Svizzera, la prossima tappa è al Col des Montets. Qui, allo Chalet du Col des Montets, sul passo alpino che conduce verso la valle di Chamonix, ha da poco riaperto al pubblico un luogo dove scoprire la fauna e la flora di questa valle, dove approfondire il complesso (e urgente) tema dei cambiamenti climatici in atto nell’ambiente montano. Fra mostre, proiezioni di film, spettacoli, visite e conferenze, un gruppo di giovani vi accompagnerà alla scoperta della flora e della fauna locali.
Ricerca e monitoraggio ambientale fra le priorità
Il nostro viaggio in elettrico prosegue verso Chamonix, dove fra nevi eterne, ghiacciai, pascoli di montagna, foreste, laghi d’alta quota e zone umide, si possono scoprire le riserve naturali delle Aiguilles Rouges, del Vallon de Bérard, e la riserva naturale di Carlaveyron. Da qui, il giro intorno al Monte Bianco prosegue attraversando il tunnel del Monte Bianco in direzione Italia. Courmayeur ospita la Fondazione montagna sicura, che proprio quest’anno festeggia il ventesimo anno di attività. Istituita nel 2002, è un centro attivo nella ricerca e applicazione di tecnologie innovative per lo studio dei fenomeni climatici e meteorologici, nel monitoraggio di situazioni di rischi glaciali, oltre che impegnata nella promozione dello sviluppo sostenibile e nella prevenzione dei rischi naturali.
Monte Bianco, guardarlo da qui fa riflettere…
Prima di rientrare ad Aosta, c’è ancora una tappa da fare. Da Courmayeur si prende la funivia Skyway e si sale fino a Punta Helbronner (3.466 metri), un osservatorio privilegiato per ammirare da vicino la cima del Monte Bianco, il Dente del Gigante con la cresta di Rochefort, l’Aiguille Blanche e l’Aiguille Noire du Peutery. Ma anche un luogo dove riflettere sulla fusione dei ghiacciai dovuta ai cambiamenti climatici: da qui è infatti ben visibile come una parte del ghiacciaio Planpincieux, sulle Grandes Jorasses, lungo il versante italiano del massiccio del Bianco, sia ormai a rischio collasso, causa il rialzo delle temperature. Un’emergenza che, evidenziata da tempo dai glaciologi, nel 2020 ha spinto la Francia a limitare l’accesso al Monte Bianco nel tentativo di proteggerlo dagli effetti del turismo di massa.
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