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I venti hanno superato i 200 chilometri orari e scoperchiato i tetti delle case. Gita ha colpito le isole Tonga, in Polinesia, per poi raggiungere le Fiji e la Nuova Zelanda.
Aggiornamento 20 febbraio – Sette distretti dell’Isola del sud, la più grande della Nuova Zelanda, hanno dichiarato lo stato di emergenza in seguito all’arrivo del ciclone Gita. Almeno 23mila persone sono rimaste senza elettricità, moltissimi voli sono stati cancellati e diversi tratti stradali chiusi al traffico. Alcune persone hanno abbandonato le loro case a Christchurch a causa dello straripamento del fiume Heathcote, mentre un gruppo di turisti cinesi ha dovuto passare la notte in autobus. I venti dovrebbero calmarsi già nelle prime ore del mattino.
Aggiornamento 13 febbraio – Gita ha raggiunto le Fiji, in particolare ha sorvolato le isole Lau. Le linee di comunicazione sono interrotte con Ono-i-Lau e Vatoa, sferzate da venti a 190 chilometri orari. Il ciclone è già in allontanamento.
Un ciclone tropicale di categoria 4 si è abbattuto sull’arcipelago delle Tonga, nell’oceano Pacifico, durante la notte di lunedì 12 febbraio (in Italia era giorno). I venti hanno raggiunto una velocità di circa 230 chilometri orari: stando al servizio metereologico del Regno Unito, Gita è il ciclone più potente ad essere passato vicino alle isole di Tongatapu ed ‘Eua, le più grandi, negli ultimi 60 anni.
Severe tropical cyclone #Gita has passed very close to southern #Tonga bringing winds in excess of 120 mph. This is the strongest cyclone to pass close to the islands of Tongatapu and Eua in 60 years pic.twitter.com/kCQ4Dd4vwY
— Met Office (@metoffice) 12 febbraio 2018
In previsione dell’arrivo di Gita il primo ministro aveva dichiarato lo stato di emergenza e le autorità avevano ordinato il coprifuoco. Nell’isola di Tongatapu circa 75mila persone sono rimaste senza elettricità, tre hanno riportato lesioni gravi e almeno 30 sono ferite in modo lieve. I tetti di diverse abitazioni sono crollati e moltissimi edifici risultano danneggiati, tra cui il parlamento che è completamente distrutto. Tutti gli aeroporti sono chiusi.
“Abbiamo ricevuto centinaia di chiamate durante la notte per via degli alberi che si sono abbattuti sulle case e delle persone che sono rimaste intrappolate al loro interno”, ha detto un portavoce dell’Ufficio nazionale di gestione delle emergenze a Radio New Zealand. Le piogge intense hanno causato gravi inondazioni, le strade sono ricoperte dai detriti e si teme che l’acqua potabile sia contaminata. Gita si sta spostando verso le isole Fiji e potrebbe raggiungere anche la Nuova Zelanda.
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