Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Giungla di Calais, l’evacuazione di migliaia di migranti è cominciata all’alba
L’evacuazione dei migranti dalla “giungla di Calais”, in Francia, è cominciata. Le autorità la definiscono “umanitaria”, ma le associazioni sono scettiche.
Aggiornamento ore 16.40
A metà pomeriggio i media transalpini riferiscono che i migranti che hanno lasciato Calais sono 1.630. Per evacuarli sono stati finora utilizzati 39 pullman. Manifestazioni in sostegno dei migranti si sono svolte in tutta la Francia: a Nantes, Brest, Chateaubriand, Douarnenez, Morlaix, Rennes, Alès, Digne, Figeac, Parigi, Marsiglia, Tolosa e Grenoble.
Aggiornamento ore 14
Nel corso della mattinata alcuni giornalisti presenti sul posto hanno parlato di circa duemila migranti che avrebbero rifiutato di lasciare la “giungla”: informazione che però è stata smentita dal ministero degli Interni di Parigi.
Nel frattempo, dalle colonne del giornale locale La Voix du Nord, mosignor Jean-Paul Jaeger, vescovo di Arras, ha dichiarato: “Sarebbe ora di costruire anziché di smanrellare. Occorre ricostruire innanzitutto il rispetto della dignità di uomini e donne ferite, che hanno lasciato le loro terre e le loro famiglie in circostanze atroci. Non è invece umano utilizzare slogan elettorali quando in gioco c’è la sopravvivenza di esseri fragili. Ci vuole un lungo lavoro di riflessione, di ascolto, di comprensione”.
La “giungla di Calais”, campo profughi improvvisato nel nord della Francia che è diventato nel corso degli ultimi anni la più grande bidonville della nazione europea, sta vivendo le sue ultime ore. A partire dalle 8 di questa mattina l’evacuazione del sito è cominciata: l’obiettivo dichiarato dalle autorità transalpine è di spostare i migranti presenti sul posto – principalmente di origine afgana, siriana, sudanese ed eritrea – in decine di centri sparsi in tutto il paese.
https://www.youtube.com/watch?v=eWTkG0_jMLA
L’obiettivo di molti migranti resta la Gran Bratagna
Il trasporto sarà effettuato per mezzo di circa sessanta pullman. Inizialmente, però, i migranti saranno concentrati in un ex hangar, a circa 300 metri dalla “giungla”. Le file di donne, uomini e bambini in attesa di lasciare il campo sono cominciate questa mattina prima dell’alba. Il tutto sotto la sorveglianza di centinaia poliziotti.
L’obiettivo è di decidere la destinazione dei migranti in funzione della loro situazione personale. Ai microfoni dell’emittente radiofonica Europe 1, alcuni ragazzi spiegano di essere felici di lasciare Calais: sperano in una vita migliore nei centri di altre regioni francesi. Ma non tutti sono contenti: per la maggior parte di loro l’obiettivo era (ed è) la Gran Bretagna, dove potrebbero ritrovare famiglie e amici. Allontanarsi dalla Manica significa perciò rinunciare, almeno temporaneamente, a raggiungere il territorio inglese.
Plusieurs dizaines de migrants tentent d’observer ce qui se passe à l’intérieur du local avant d’entrer dans la file d’attente #calaisjungle pic.twitter.com/r5WAju8FAO
— Marc Bettinelli (@MarcBettinelli) 24 ottobre 2016
Le associazioni: i migranti torneranno a Calais
Anche per questa ragione lo smantellamento della “giungla”, che le autorità francesi definiscono “umanitario”, non convince numerose associazioni che si occupano dell’accoglienza e del riconoscimento dei diritti dei migranti presenti a Calais. “Il governo – ha spiegato François Guennoc, vice presidente dell’Auberge des migrants (Albergo dei migranti) – crede che distruggendo il campo si possa risolvere la questione migratoria, ma le cose non stanno affatto così. Buona parte delle persone oggi che sono costrette a partire torneranno”.
https://www.youtube.com/watch?v=K3oQecjbHZA
Ne è convinta anche una parte della popolazione locale, come riferito dal quotidiano 20Minutes. Inoltre, conclude Guennoc, “non tutti i migranti accetteranno di lasciare il campo. Il rischio è che l’operazione sfoci nella violenza”. Veementi proteste, intanto, sono state registrate nella notte: ripetuti lanci di pietre hanno preso di mira le forze dell’ordine, che hanno risposto con cariche e gas lacrimogeni.
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