Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition mostra che gli alimenti bio hanno più antiossidanti, zero pesticidi e molto meno cadmio rispetto a quelli coltivati con i metodi convenzionali.
Un team internazionale di ricercatori, guidato dalla Newcastle University, ha esaminato 343 studi già pubblicati scoprendo che la qualità dei cibi provenienti da agricoltura biologica è mediamente più alta rispetto a quella dei cibi coltivati in modo tradizionale.
Secondo Charles Benbrook, uno degli autori dello studio e professore di ricerca presso la Washington State University, “l’analisi ha identificato tre vantaggi significativi negli alimenti organici: molti meno residui di pesticidi, circa il 50 per cento in meno di cadmio – un metallo pesante tossico – e livelli dal 20 al 40 per cento più elevati di polifenoli antiossidanti. In termini di frequenza dei residui di pesticidi, questi sono circa 4 – 5 volte più comuni negli alimenti convenzionali”.
Perché i prodotti biologici presentano quantità maggiori di nutrienti? Gli esperti spiegano che la quantità di azoto disponibile per le piante coltivate in modo convenzionale, e la forma in cui viene fornito, svolge un ruolo importante nel guidare il livello degli antiossidanti e dei nutrienti verso l’alto o verso il basso. In generale, maggiore è il livello di azoto somministrato, maggiore è il rischio di diluizione degli antiossidanti nei vegetali. Si può dunque concludere che in base a come gli agricoltori nutrono i campi è possibile determinare il profilo nutrizionale del cibo che verrà raccolto.
Secondo Benbrook, inoltre, “gli alimenti bio producono antiossidanti in risposta allo stress, ad esempio in risposta a quello provocato dai parassiti”. L’agricoltura biologica, non facendo uso di sostanze chimiche, lascerebbe quindi libere le piante di sintetizzare gli antiossidanti per proteggersi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Come emerge dalla fotografia di ActionAid, la povertà alimentare tra gli adolescenti non è solo questione di disponibilità di cibo, ma di relazioni, identità e possibilità di scegliere.
Consiglio e Parlamento europei si sono accordati sulla proposta della Commissione Ue per la deregolamentazione dei nuovi ogm, ma le organizzazioni contadine, dell’agricoltura bio e ambientaliste chiedono di fermarla.
In Australia alcuni ricercatori stanno indagando come i microbi, compresi quelli del suolo, influenzano gli stati emotivi e le relazioni sociali attraverso l’asse intestino-cervello.
La proposta di togliere la scadenza all’autorizzazione delle sostanze attive dei pesticidi è contenuta in un pacchetto semplificazione della Commissione. Per gli ambientalisti in questo modo il profitto dell’industria prevale sulla salute.
L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Un documento dell’associazione Ciwf fa i conti di quanto costerebbe in termini ambientali, economici ed etici il primo allevamento di polpi e, in generale, l’acquacoltura carnivora.
Sei anni dopo il precedente dossier, Eat-Lancet estende il concetto di dieta per la salute planetaria anche ai temi di giustizia sociale e accessibilità del cibo.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva suolo, gli Stati membri hanno tre anni di tempo per istituire sistemi di monitoraggio e promuovere soluzioni per una gestione sostenibile.

