Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Gli orsi polari fanno troppo pochi cuccioli
Le femmine di orso polare che vivono intorno all’arcipelago delle Svalbard, nel mar Glaciale artico, e che hanno dato vita a un cucciolo nel 2014 sono state solo il 10 per cento del totale secondo un censimento su piccola scala condotto da un gruppo di ricercatori del Norwegian polar institute nel mese di aprile. Solo
Le femmine di orso polare che vivono intorno all’arcipelago delle Svalbard, nel mar Glaciale artico, e che hanno dato vita a un cucciolo nel 2014 sono state solo il 10 per cento del totale secondo un censimento su piccola scala condotto da un gruppo di ricercatori del Norwegian polar institute nel mese di aprile. Solo tre delle 29 femmine monitorate hanno partorito un cucciolo.
“È un numero più basso di quello che ci aspettavamo” ha detto al Guardian Jon Aars che ha guidato il censimento. “Forse è colpa delle pessime condizioni in cui si trovano i ghiacci artici, o forse è solo un anno negativo”. È quindi presto per capire come evolverà la situazione, “ma se in futuro dovesse ripetersi un’annata simile il problema diventerebbe serio”.
Quanti orsi ci sono nell’Artico
La popolazione di orsi polari che vivono in quest’area è composta da qualche migliaio di esemplari, probabilmente un numero compreso tra 1.900 e 3.600 secondo Aars. Non è chiaro, però, se il numero sia in aumento o in calo nel medio termine. Di sicuro la popolazione è aumentata da quando il governo delle Svalbard ha vietato la caccia nel 1973, un anno orribile per questa specie.
Ma oggi gli orsi polari devono affrontare un’altra minaccia: il riscaldamento globale. L’aumento delle temperature sta causando un calo rapidissimo dell’estensione dei ghiacci artici dove gli orsi polari sono soliti cacciare e procurarsi il cibo.
Per quanto riguarda l’estensione dei ghiacci artici, il 2014 è il quinto anno peggiore di sempre. Un dato che conferma il calo sempre più veloce che ormai si registra da diversi anni e che potrebbe portare a una loro scomparsa estiva nel giro di qualche decennio.
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